Un caso di truffa ai danni di un’anziana signora romana, moglie di un ex ministro, ha avuto un nuovo sviluppo con l’arresto del secondo presunto autore. La vicenda, iniziata a ottobre 2024, ha visto la vittima perdere gioielli, lingotti d’oro e contanti per un valore stimato intorno ai tre milioni di euro. La polizia ha lavorato sulle immagini delle videocamere di sorveglianza per identificare i responsabili di questo raggiro che si è trasformato in una situazione di violenza diretta.
La truffa ai danni dell’anziana signora e le modalità adottate dai malfattori
L’episodio risale allo scorso ottobre, quando una donna di circa ottant’anni è stata presa di mira da due uomini che si erano spacciati per un maresciallo e un avvocato. Questi, attraverso un piano ben studiato, hanno convinto la vittima a cedere denaro contante, preziosi e lingotti d’oro per un totale vicino ai tre milioni di euro. La truffa non si è fermata al semplice inganno: con il passare dei giorni, la pressione sui familiari è diventata più intensa e aggressiva.
Pressione e violenza nella truffa
I due presunti truffatori hanno continuato a insistere con chiamate telefoniche e visite alla casa della donna. La situazione è degenerata quando uno dei due ha afferrato l’anziana per il braccio, minacciandola con violenza fisica se non avesse assecondato le loro richieste. La signora ha vissuto diverse ore di angoscia e paura prima di riuscire a mettersi in contatto con la figlia, che ha poi allertato le forze dell’ordine.
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Come sono nate le indagini e il ruolo dei sistemi di videosorveglianza
Le indagini sono partite subito dopo l’arresto del primo complice, avvenuto a febbraio 2025. La polizia ha raccolto prove e testimonianze per ricostruire l’intera vicenda. Elementi chiave sono state le immagini ricavate dai sistemi di videosorveglianza dell’edificio dove risiede la vittima. Quelle registrazioni hanno permesso agli investigatori di rintracciare i movimenti sospetti e, infine, di identificare l’uomo proveniente dall’hinterland partenopeo sospettato di essere il secondo complici.
Il valore delle prove video
Le immagini hanno mostrato anche le visite ripetute a casa della donna. Le evidenze raccolte hanno confermato la dinamica della truffa e l’aggressione subita dall’anziana. L’uso di strumenti di sorveglianza ha avuto un ruolo fondamentale per capire come i malfattori agivano, nonché per collegare i diversi momenti dell’azione criminosa.
L’arresto del secondo complice e le accuse della procura
Dopo aver confermato la presenza del secondo uomo sulla scena del crimine, la procura ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare con accuse di truffa e rapina aggravata. L’uomo, teoricamente incaricato di riscuotere quanto ottenuto dai malviventi, è stato fermato dalle forze dell’ordine. L’arresto è arrivato a seguito del lavoro congiunto di polizia e magistratura, che hanno ricostruito un quadro preciso e circostanziato.
“L’ordinanza sottolinea il carattere aggravato di rapina e truffa, per il modo in cui è stata esercitata la pressione fisica nei confronti della donna, sfruttandone la vulnerabilità.”
L’ordinanza sottolinea il carattere aggravato di rapina e truffa, per il modo in cui è stata esercitata la pressione fisica nei confronti della donna, sfruttandone la vulnerabilità. Il fermo è avvenuto su un territorio all’esterno di Roma, confermando come il gruppo criminale abbia ramificazioni anche al di fuori della capitale. Le indagini continuano per eventuali nuovi sviluppi e per contestare eventuali altri reati collegati.