Appello congiunto di cattolici ed ebrei di bologna per fermare la guerra nella striscia di gaza e liberare gli ostaggi

Appello congiunto di cattolici ed ebrei di bologna per fermare la guerra nella striscia di gaza e liberare gli ostaggi

La diocesi di Bologna, con il cardinale Matteo Zuppi e Daniele De Paz, chiede la fine delle ostilità nella Striscia di Gaza, il rilascio degli ostaggi e un impegno comune per pace e rispetto reciproco.
Appello Congiunto Di Cattolici Appello Congiunto Di Cattolici
La diocesi di Bologna, con la comunità ebraica locale, lancia un appello congiunto per la pace nella Striscia di Gaza, chiedendo la fine delle violenze, il rilascio degli ostaggi e il dialogo tra le parti. - Gaeta.it

L’escalation di violenza nella Striscia di Gaza ha spinto la diocesi di Bologna a far sentire una voce comune tra cattolici ed ebrei. In una dichiarazione congiunta, il cardinale Matteo Zuppi e Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica di Bologna, hanno chiesto la fine immediata delle ostilità, la liberazione degli ostaggi e la restituzione dei corpi. Il loro appello arriva in un momento di altissima tensione ed è rivolto alle autorità italiane e internazionali con l’obiettivo di favorire il dialogo e la pace.

La pace come unica via per la striscia di gaza

La dichiarazione congiunta sottolinea il grido comune di fronte alla devastazione provocata dal conflitto in corso. Zuppi e De Paz ribadiscono che le operazioni militari e il lancio di missili devono cessare senza ulteriori ritardi. Vengono chiesti corridoi umanitari per garantire l’aiuto ai feriti e agli affamati, insieme al rilascio degli ostaggi. Viene inoltre sollevata la questione dell’occupazione delle terre, definita un ostacolo grave alla pace, invitando a un ritorno al dialogo come unica soluzione praticabile.

L’importanza del rispetto mutuo

L’appello evidenzia l’importanza di abbandonare la violenza e di favorire il rispetto mutuo. Viene messo in risalto che ogni forma di conflitto produce solo distruzione, mentre l’unica alternativa resta una soluzione pacifica che riconosca i diritti fondamentali di entrambi i popoli. Il messaggio assume un tono chiaro e deciso, ripudiando la guerra e chiedendo un impegno concreto per la protezione delle vite civili.

Condanna degli atti terroristici e rispetto del diritto

Nel testo emerge una condanna forte degli atti terroristici che colpiscono persone innocenti, in particolare i civili incapaci di difendersi. La dichiarazione afferma che nessuna causa può giustificare il massacro di innocenti, ricordando la tragica perdita di molti bambini. Viene scartata l’idea che la sicurezza nazionale possa essere assicurata attraverso l’odio o la violenza.

Invece, il testo richiama il rispetto del diritto come fondamento indispensabile per costruire un clima di fiducia e per favorire l’incontro tra le parti. La pace, per gli estensori, si basa sul riconoscimento reciproco e sul rispetto dei diritti fondamentali. L’appello parla direttamente alle comunità israeliana e palestinese, come anche a chiunque creda nella possibilità che il dialogo superi l’odio.

Un grido contro violenza e discriminazione

Il messaggio lancia un “basta guerra”, che rappresenta anche un grido contro ogni forma di violenza e discriminazione. Viene sottolineato che il conflitto non riguarda soltanto il Medio Oriente, ma ha ricadute più ampie nella società. Si evidenzia l’importanza di respingere ogni forma di antisemitismo, islamofobia e cristianofobia, fenomeni che strumentalizzano la sofferenza e alimentano ulteriori divisioni.

Il cardinale Zuppi e Daniele De Paz richiamano le coscienze all’unità e all’empatia, ponendo il dolore come elemento da unire e non da usare per seminare odio. Questi richiami rappresentano un tentativo di mantenere aperto uno spazio di dialogo anche nel conflitto più acceso, opponendosi con fermezza a qualsiasi violenza che alimenti la spirale del rancore.

La responsabilità delle istituzioni per aprire la strada alla pace

Il documento si conclude sottolineando la responsabilità condivisa tra cittadini, credenti e istituzioni nel cercare soluzioni di pace. Viene ricordato che il dialogo non è segno di debolezza, ma segnale di forza e volontà di costruire un futuro diverso. Per tornare a una direzione che eviti distruzioni inutili serve che autorità italiane e organismi internazionali agiscano con coraggio e lucidità.

L’appello invita a creare spazi di incontro che coinvolgano tutte le parti interessate che possono contribuire alla soluzione del conflitto. A Bologna, queste parole si fanno eco di un impegno morale che cerca di superare le divisioni religiose e politiche, spronando a una presa di posizione comune contro la violenza e per la tutela della vita.

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