La lotta contro l’antimicrobico resistenza sta diventando sempre più cruciale nel sistema sanitario. Ogni giorno, nelle terapie intensive, si registrano casi di pazienti che devono combattere contro condizioni come sepsi o shock settico, direttamente collegate all’aumento della resistenza agli antibiotici. Questa situazione critica è stata commentata da Antonino Giarratano, presidente della SIAARTI, che ha espresso la necessità di un approccio integrato e coordinato da parte di tutte le specialità mediche e professioni sanitarie, durante il 78esimo Congresso Nazionale della società scientifica che si sta svolgendo a Napoli.
La gravità dell’antimicrobico resistenza
Il problema dell’antimicrobico resistenza non è solo attuale, ma sembra destinato a crescere. Avviene quando i germi, come batteri e funghi, sviluppano la capacità di resistere agli antibiotici, rendendo le infezioni comuni più difficili da trattare. Questa situazione porta a complicanze come la sepsi, una condizione potenzialmente fatale, in cui l’organismo reagisce in modo eccessivo a un’infezione. La rapida diffusione di batteri resistenti rappresenta una vera emergenza sanitaria, che sta richiedendo un’azione immediata e coordinata.
Giarratano sottolinea l’urgenza di realizzare un piano d’azione a 360 gradi, in grado di affrontare il problema non solo in termini di medicazioni e terapie, ma anche di strutture e organizzazione sanitaria. È imperativo rivedere i meccanismi attuali, come il sistema DM70 e le reti ospedaliere, per includere le emergenze legate alla sepsi e allo shock settico. Questi eventi non possono più essere trascurati, data la loro incidenza crescente nel contesto ospedaliero.
Un appello alla collaborazione interprofessionale
Un elemento fondamentale emerso dal discorso di Giarratano è l’importanza di avere tutte le professioni sanitarie unite per combattere efficacemente questa crisi. Non basta che i medici di diverse specialità lavorino in isolamento; è necessaria un’interazione tra diverse figure professionali, tra cui medici, infermieri e tecnici. Senza un tavolo di confronto che coinvolga tutti gli attori in campo, il problema dell’antimicrobico resistenza rischia di rimanere insoluto.
Giarratano ha rimarcato che finché le varie discipline non si uniranno in un dialogo costruttivo, la lotta attuale non porterà ai risultati sperati. Il presidente della SIAARTI ha indirizzato le sue richieste nei tavoli tecnici del Ministero della Salute, cercando di ottenere supporto per collegare la sepsi e lo shock settico alle emergenze sanitarie. Solo lavorando insieme sarà possibile sviluppare strategie che possano realmente contribuire a contenere questo fenomeno.
Il contesto internazionale e il ruolo del Ministero della Salute
Il G7 Salute svoltosi ad Ancona ha rappresentato un importante punto di riferimento per discutere varie questioni sanitarie, compresa l’antimicrobico resistenza. Durante l’evento, il Ministro della Salute, Schillaci, ha annunciato l’introduzione di nuove risorse per affrontare questa emergenza. Questo impegno potrebbe essere il punto di partenza per incoraggiare una maggiore cooperazione tra le nazioni, ma anche tra le diverse professioni all’interno del sistema sanitario italiano.
La risposta alla crescente minaccia delle infezioni resistenti deve essere tempestiva e strutturata. I professionisti della salute dovrebbero collaborare per sviluppare programmi di formazione, sensibilizzazione e implementazione di protocolli clinici che possano limitare l’uso inappropriato degli antibiotici. Ogni passo avanti in questo campo non è solo una vittoria per il settore sanitario, ma un ulteriore passo verso la tutela della salute pubblica.
Giarratano ha fatto appello a tutti i protagonisti del sistema sanitario, sottolineando che la battaglia contro l’antimicrobico resistenza è una responsabilità collettiva. Il cammino da percorrere è lungo e complesso, ma con l’impegno congiunto di tutte le parti coinvolte, ci sono buone probabilità di vedere una luce in fondo al tunnel.