Tra i casi giudiziari seguiti con attenzione, emergono nuovi sviluppi sulle indagini riguardanti l’impronta di Andrea Sempio trovata sul muro della scala che conduce alla taverna di casa Poggi. L’avvocata Angela Taccia ha preso visione delle 80 pagine della consulenza di parte ma puntualizza diverse questioni. Le dichiarazioni rilanciate da lei aprono spazi di controverifica e mettono in discussione alcuni elementi emersi finora, compresi i presunti scritti di confessioni attribuiti a Sempio.
Il ritiro della consulenza e la precisazione sull’impronta trovata
Questa mattina Angela Taccia ha ottenuto una copia di 80 pagine della consulenza commissionata sulla traccia dell’impronta attribuita ad Andrea Sempio. La legale, intervenuta nel dibattito pubblico, ha chiarito che non si tratta di una perizia a tutti gli effetti ma di una consulenza di parte su incarico della Procura. Questo passaggio è fondamentale per inquadrare la natura del documento: bisognerà infatti verificare attentamente i contenuti prima di trarre conclusioni. L’avvocata ha assicurato che il lavoro proseguirà con calma e attenzione per valutare ogni dettaglio e decidere le mosse successive.
L’impronta al centro della consulenza è stata rinvenuta sul muro accanto alla scala che porta alla taverna nella casa dei Poggi, luogo chiave nelle indagini. Il fatto che questa traccia sia collegata a Sempio resta oggetto di verifica, soprattutto per la validità e la contestualizzazione tecnica del documento appena ritirato. L’attenzione si concentra ora sull’accuratezza e la correttezza del processo tecnico, esaminando anche possibili margini di errore o interpretazioni alternative.
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Le precedenti dichiarazioni di andrea sempio e la frequentazione degli ambienti di casa poggi
Riflettendo sulle affermazioni rese da Andrea Sempio durante le indagini e le interviste precedenti, la legale ricorda che il ragazzo ha sempre ammesso di aver frequentato quasi tutti i locali di casa Poggi. Ha escluso solo di essere entrato nella camera matrimoniale dei genitori di Marco e Chiara Poggi. Queste dichiarazioni avevano suscitato interesse perché delineano una presenza documentata e dunque una possibile spiegazione per il ritrovamento dell’impronta.
Questo quadro si intreccia con il racconto più ampio sulla dinamica dei fatti, in cui la presenza di Sempio nella casa è confermata ma limitata a certi spazi. L’importanza di questi dettagli emerge proprio nel confronto con la consulenza, per capire se l’impronta possa essere compatibile con i movimenti da lui dichiarati. Il ricostruire con precisione questi passaggi può influire sulla valutazione finale della sua responsabilità o meno nelle vicende in esame.
I dubbi sulle presunte confessioni scritte e le notizie dai media
Un nodo centrale resta la questione delle cosiddette confessioni scritte di Andrea Sempio, che sarebbero state ritrovate tra i rifiuti. Angela Taccia smentisce di averle mai viste o di avere documentazione ufficiale a riguardo. Conferma invece che la notizia è stata diffusa dai media, i quali avrebbero anche riportato informazioni parzialmente errate, come la morte del padre di Sempio risalente a un anno fa.
Questa distorsione rischia di compromettere un clima di chiarezza attorno al caso. La legale invita quindi a concentrarsi sugli atti ufficiali e non sulle indiscrezioni giornalistiche, per evitare conclusioni affrettate. La prudenza nel valutare fonti e informazioni diventa elemento cruciale per non compromettere il corso delle indagini e la tutela dei soggetti coinvolti.
La testimonianza sulla madre di sempio e la gestione delle dichiarazioni in aula
Tra gli altri aspetti emersi, c’è stato un episodio relativo al malore della madre di Andrea Sempio, sentita come testimone in aprile. Alcuni racconti avevano sostenuto che la donna fosse svenuta in aula dopo aver sentito nominare una certa persona coinvolta nelle indagini. Angela Taccia chiarisce fermamente che non è andata così, e riferisce di un malessere preesistente, legato a una crisi di panico già passata.
La vicenda è stata però videoregistrata e ogni dettaglio può essere verificato senza lasciarsi influenzare da interpretazioni errate o esagerazioni. Questo permette di ridurre la confusione attorno a questo episodio e conferma l’importanza di lavorare sui fatti documentati. Per chi segue la cronaca giudiziaria, è un richiamo a evitare dettagli poco verificati quando si parla di testimonianze sensibili.
Le contestazioni sullo svenimento di andrea sempio durante l’interrogatorio nel 2008
Altro punto sollevato riguarda l’interrogatorio di Andrea Sempio nel 2008, quando sarebbe svenuto dopo le domande dei Carabinieri sul suo alibi. Secondo l’avvocata Taccia, non ci sono riscontri di questo episodio e lo svenimento non risulterebbe neanche come elemento dell’alibi. Anzi, durante quell’incontro fu richiesto uno scontrino a sostegno della sua presenza in un luogo e Sempio lo fornì regolarmente.
Questo particolare modifica la percezione del suo stato durante l’interrogatorio e rafforza l’idea che l’alibi presentato sia solido almeno sotto questo profilo documentale. Lo scontrino rappresenta una prova tangibile della sua collocazione temporale e geografica, che va verificata attentamente insieme ad altri elementi raccolti nella complessità delle indagini.
Un ulteriore scontrino ritrovato durante l’ultima perquisizione a casa sempio
Nel corso dell’ultima perquisizione eseguita presso la residenza dei genitori di Andrea Sempio, è stato trovato un altro scontrino datato marzo 2020. Questo dettaglio ha attirato l’attenzione dei legali coinvolti, con riferimenti diretti da parte del collega Lovati che ha ironizzato sulla possibilità di verificare presenza di altri episodi delittuosi in quel giorno.
La scoperta non fa che testimoniare come la famiglia Sempio conservi documenti utili per ricostruire movimenti e avvenimenti. Questi oggetti possono rivelarsi importanti per chiarire le tempistiche e le relazioni con i fatti contestati. In questo caso, lo scontrino si aggiunge a un corpo di indizi che sarà oggetto di esame minuzioso nei prossimi step dell’inchiesta.