Alpignano ha avviato un innovativo progetto di Giustizia Riparativa, sostenuto dal Comando di Polizia Locale. Questa iniziativa, che rappresenta un modello di collaborazione sociale e crescita comunitaria, è emersa a seguito di un episodio di vandalismo avvenuto nell’aprile 2024. Due ragazzi, di età compresa tra 13 e 14 anni, sono stati coinvolti nel furto di tre telecamere di sorveglianza nel sottopasso ferroviario di via Pietre. Una situazione che ha spinto le autorità a ripensare il percorso tradizionale per affrontare atti di vandalismo, cercando soluzioni che potessero riunire la comunità invece di dividerla.
L’episodio che ha dato il via al progetto
Il danneggiamento delle telecamere ha generato un danno economico significativo, ammontante a diverse migliaia di euro. Gli autori del furto sono stati identificati attraverso un’attenta indagine condotta dalla Polizia Locale, anch’essa avvalsa di analisi video. Grazie a perquisizioni domestiche abilitate dall’Autorità Giudiziaria, due delle tre telecamere sono state recuperate nelle abitazioni dei ragazzi coinvolti. Le famiglie dei giovani hanno accettato di farsi carico del risarcimento, dimostrando un forte senso di responsabilità.
Invece di intraprendere un percorso giudiziario classico, le autorità hanno scelto di mettere in atto un programma riparativo della durata di due mesi, volto a ricostruire i legami tra i ragazzi e la loro comunità. Questo progetto mirava non solo a riparare i danni materiali, ma a offrire un’opportunità per la crescita personale e la riflessione sulle conseguenze delle azioni compiute. È stato un primo passo cruciale per riformare le dinamiche sociali.
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Il percorso educativo e il coinvolgimento della comunità
All’interno del progetto di Giustizia Riparativa, sono stati coinvolti diversi attori del territorio, inclusi istituti scolastici, associazioni locali e tutor esperti. L’iniziativa ha mirato a fornire ai giovani una nuova prospettiva attraverso l’arte e il lavoro manuale. Sotto la guida del Gruppo Pittorico Pinzi, i ragazzi hanno imparato le tecniche della pittura murale, collaborando alla rigenerazione di aree pubbliche che erano state vandalizzate in precedenza.
L’Istituto Comprensivo Tallone ha giocato un ruolo di supporto chiave, designando un tutor per seguire il progetto e monitorare i progressi dei partecipanti. Questi giovani artisti, attraverso il loro lavoro, non solo hanno ripristinato l’estetica di spazi pubblici, ma hanno anche avuto la possibilità di esprimersi creativamente, trasformando un evento negativo in una manifestazione di rinascita culturale.
I risultati tangibili del progetto
Il progetto ha dato vita a tre murales significativi, ognuno portatore di un messaggio di cambiamento e riparazione.
- Piazza Robotti: qui è stato ripristinato il “Muro della Metamorfosi”, simboleggiando la trasformazione e la resilienza della comunità dopo il vandalismo.
- Asilo nido Don Minzoni: un murale che abbellisce e valorizza lo spazio dedicato ai bambini, restituendo loro un ambiente gioioso e familiare.
- Sede dell’Associazione AU.DI.DO.: una terza opera che arricchisce la sede di questa associazione, dedicata a supporto delle persone con disabilità, testimoniando l’impegno della comunità per l’inclusività.
Queste creazioni artistiche rappresentano non solo un recupero visivo degli spazi, ma anche una riflessione profonda sulle responsabilità civiche. Le attività di ascolto e le discussioni tra tutti i partecipanti al progetto hanno offerto momenti preziosi per una comprensione condivisa dell’importanza del bene comune.
Un modello di responsabilità sociale
Il progetto di Giustizia Riparativa di Alpignano non si limita al risarcimento monetario, ma aspira a generare consapevolezza e a rafforzare il senso civico tra i giovani. Attraverso incontri e discussioni guidate, i ragazzi hanno potuto affrontare le conseguenze delle loro azioni e la necessità di preservare gli spazi e i beni pubblici. La comunità ha risposto attivamente, coinvolgendo famiglie, scuole e associazioni in un’efficace rete di supporto.
Il Comando di Polizia Locale ha assunto un ruolo cruciale, fungendo da anello di congiunzione tra le varie entità coinvolte. Questo approccio non convenzionale ha dimostrato come sia possibile trasformare un atto negativo in un’opportunità di crescita e coesione sociale, riaffermando valori fondamentali come responsabilità e solidarietà. Un esempio luminoso di come, attraverso la collaborazione, si possa affrontare il vandalismo e costruire una comunità più unita e consapevole.