L’alluvione che ha colpito la Romagna nel 2023 ha lasciato un segno profondo con danni stimati intorno ai 3,5 miliardi di euro. A quasi due anni dall’evento, i risarcimenti sono arrivati a coprire solo una minima parte delle richieste. Durante l’incontro “La Memoria dell’Acqua” a Bagnacavallo, organizzato da Legacoop Romagna, è emerso un quadro chiaro sulla lentezza nella ricostruzione e l’erogazione dei ristori.
Stato attuale dei risarcimenti e richieste dopo l’alluvione
Sul territorio maggiormente colpito, i dati ufficiosi indicano che soltanto il 3,5% degli aventi diritto ha ricevuto un risarcimento. Su un totale di danni stimati in 3,5 miliardi, sono stati finora distribuiti 134 milioni di euro. Gli aventi diritto – compresi imprese e famiglie – si aggirano intorno alle 80mila unità, ma a fine 2024 le domande complete sono state appena il 5% del totale.
La situazione concessioni e procedure
Il dato più preoccupante riguarda le concessioni: solo circa 3mila soggetti hanno ottenuto almeno un provvedimento formale di concessione. Un anno fa, questa percentuale era ancora più bassa , ma il ritmo di erogazione resta lento rispetto all’urgenza del territorio. Le imprese hanno ricevuto circa il 40% dei fondi, mentre il restante è andato alle famiglie.
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Questi numeri chiamano a concentrare gli sforzi non solo nell’individuare e assegnare risorse, ma anche a snellire le procedure burocratiche che ancora bloccano molte pratiche.
Ruolo e impatto della struttura commissariale e della regione romagna
La nomina del commissario Curcio ha segnato un momento di svolta nel coordinamento degli interventi di ricostruzione. Insieme al contributo diretto della Regione Romagna, la gestione delle emergenze e degli investimenti ha subito un’accelerazione rispetto ai primi mesi post alluvione.
Miglioramenti e criticità
Legacoop Romagna, promotrice del confronto, ha sottolineato come questo cambio di passo abbia migliorato l’organizzazione delle attività di emergenza. Lavorare con una cabina di regia condivisa fornisce la possibilità di razionalizzare i fondi e concentrare le risorse su progetti prioritari.
Nonostante ciò, serve ancora uno sforzo congiunto più intenso e sinergico per garantire la messa in sicurezza del territorio senza ulteriori ritardi. La Regione ha ribadito la necessità di accelerare gli investimenti pubblici e privati per evitare ulteriori rischi idrogeologici.
Avanzamento dei lavori per la messa in sicurezza del territorio ravennate
A fine 2024, dei 7.000 interventi previsti per tutelare e mettere in sicurezza il territorio dell’area colpita, circa un terzo risultava completato. Il numero include azioni sul reticolo idraulico, consolidamento di argini, e opere di prevenzione delle esondazioni.
Criticità e richieste degli operatori locali
Nonostante i fondi stanziati e il lavoro avviato, il ritmo delle realizzazioni appare troppo lento rispetto alla gravità dell’emergenza. L’area di Bagnacavallo e la zona circostante rimangono particolarmente vulnerabili, con alcune strutture ancora danneggiate o esposte a rischi.
Legacoop Romagna ha posto l’accento sulla necessità di snellire procedure autorizzative e sfruttare tutte le risorse disponibili in tempi più rapidi. Gli operatori locali e le imprese coinvolte chiedono un coordinamento più stretto tra enti pubblici e privati, con obiettivo la completa copertura della messa in sicurezza entro il più breve tempo possibile.
L’intervento diretto del commissario e l’appoggio regionale sono elementi chiave, ma resta fondamentale evitare ulteriori slittamenti nei cantieri. La situazione attuale mette in evidenza quanto il territorio sia ancora esposto alle conseguenze degli eventi estremi del maggio 2023.