Allenatore di pallavolo di Barletta arrestato per violenze sessuali su giovani atlete

Allenatore di pallavolo di Barletta arrestato per violenze sessuali su giovani atlete

Un allenatore di pallavolo di Barletta arrestato per violenza sessuale su minorenni, usando la falsa identità di massaggiatore; indagini avviate dopo la denuncia di una vittima e il supporto della psicologa.
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Un allenatore di pallavolo di Barletta è stato arrestato per violenza sessuale su minorenni, abusando delle ragazze fingendosi massaggiatore durante sedute terapeutiche. - Gaeta.it

Un allenatore di pallavolo di 48 anni, residente a Barletta, è stato arrestato per ripetuti casi di violenza sessuale, molti dei quali avvenuti ai danni di minorenni. L’uomo usava una falsa identità professionale, spacciandosi per massaggiatore, per avvicinare le ragazze e poi abusare di loro sotto il pretesto di trattamenti terapeutici. Le indagini, scattate dopo la denuncia di una delle vittime, hanno portato alla luce un meccanismo di molestie messe in atto con un particolare metodo. Il caso, che ha sconvolto la comunità locale, è ora all’esame della magistratura.

Il modus operandi e le finte sedute di massaggi decontratturanti

L’allenatore si presentava alle giovani atlete come un esperto massaggiatore, offrendo trattamenti specifici per dolori muscolari e infortuni tipici della pallavolo. Invitava le ragazze ad entrare in un box dove, sotto la scusa di eseguire massaggi decontratturanti, iniziava a toccarle con modalità indebite. Le palpeggiava, anche nelle zone intime, facendole credere fossero manovre corrette necessarie al recupero fisico. Questo atteggiamento ingannevole ha creato una dinamica di confusione e paura nelle vittime, che si sono trovate intrappolate in una situazione difficile da interpretare e raccontare.

Le giovani, spesso minorenni, si sono trovate sottomesse a momenti di abuso senza sapere come reagire, temendo ripercussioni o non riconoscendo subito i comportamenti illeciti. L’allenatore sfruttava la sua posizione di fiducia e la necessità delle ragazze di prendersi cura del proprio corpo dopo le partite. Il suo ruolo all’interno della squadra ha reso ancor più complicato individuare e contrastare gli episodi prima che emergessero.

L’inchiesta scaturita dalla denuncia di una vittima e il ruolo della psicologa

La svolta nelle indagini è arrivata quando una delle atlete, provata dall’esperienza subita, ha trovato il coraggio di confidarsi con una psicologa. Questo momento di apertura ha dato avvio ad una segnalazione formale agli organi competenti, che hanno avviato immediatamente un’indagine approfondita. Il lavoro della psicologa è stato cruciale nel supportare la vittima e nel fornire indizi importanti per ricostruire i fatti e identificare il responsabile.

Attraverso ascolti protetti e accertamenti, le autorità hanno raccolto testimonianze e prove che hanno confermato i ripetuti abusi. Le indagini hanno evidenziato come il comportamento dell’allenatore non fosse episodico, ma un modello consolidato nel tempo. La preparazione degli inquirenti ha permesso di ottenere riscontri coerenti anche da altre giovani atlete che avevano subito simili attenzioni indebite, ma non avevano ancora trovato la forza di denunciarlo.

La denuncia è stata fondamentale per rompere un silenzio che spesso circonda casi di abuso sportivo. L’intervento della psicologa ha rappresentato quel ponte di fiducia necessario tra le vittime e la giustizia. La fase investigativa si è concentrata sulla raccolta di elementi certi, lasciando da parte supposizioni e giudizi, per mettere al centro la tutela delle ragazze coinvolte.

Le reazioni della comunità sportiva e le misure adottate

La notizia dell’arresto ha colpito profondamente la comunità sportiva di Barletta, soprattutto quella legata al volley giovanile. Allenatori, dirigenti e genitori si sono trovati a fare i conti con la realtà di un episodio così grave e delicato. Diversi club locali hanno dichiarato l’intenzione di rafforzare i controlli e adottare protocolli più rigidi per prevenire simili situazioni.

Alcune società hanno promosso incontri con specialisti per informare atleti e familiari sui rischi di abusi e sulle modalità di tutela. Si è discusso dell’importanza di favorire un ambiente sportivo trasparente, dove il benessere fisico e psicologico dei ragazzi sia al centro di ogni attività. La competizione e l’allenamento devono sempre rispettare limiti chiari, e ogni segnale sospetto va denunciato.

L’arresto ha anche sollecitato riflessioni più ampie sulle dinamiche di potere e fiducia all’interno dello sport giovanile, e su come proteggerlo da comportamenti inaccettabili. Organizzazioni e associazioni sportive stanno valutando modifiche ai regolamenti per estendere i controlli sui professionisti e ampliare le forme di supporto alle vittime.

Il caso di Barletta continua a essere monitorato da vicino, nella speranza che non resti un episodio isolato, ma contribuisca a una maggiore vigilanza e a una cultura dello sport più sicura per tutti.

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