Alice Sotero racconta la sua esperienza con la cheratite da Acanthamoeba: una battaglia tra sport e salute

Alice Sotero racconta la sua esperienza con la cheratite da Acanthamoeba: una battaglia tra sport e salute

Alice Sotero, giovane atleta delle Fiamme Azzurre, condivide la sua esperienza con la cheratite da Acanthamoeba, evidenziando l’importanza della diagnosi tempestiva e della prevenzione nella salute degli sportivi.
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Alice Sotero racconta la sua esperienza con la cheratite da Acanthamoeba: una battaglia tra sport e salute - Gaeta.it

Il mondo dello sport è spesso una vetrina di successi e conquiste, ma non mancano anche le sfide contro la salute. Alice Sotero, giovane atleta delle Fiamme Azzurre e partecipante a tre edizioni delle Olimpiadi, ha recentemente condiviso la sua inquietante esperienza con la cheratite da Acanthamoeba. In occasione di un incontro su salute e prevenzione, ha raccontato le difficoltà affrontate e l’importanza di una diagnosi tempestiva.

Il riconoscimento dei primi sintomi

La storia di Alice inizia a maggio 2024, durante un viaggio di ritorno da una gara. Si è accorta di un fastidio a un occhio, inizialmente scambiato per un granellino di sabbia, accompagnato da un rossore. In quel momento, la giovane atleta ha associate queste avvisaglie a una precedente infezione da herpes. “Pensavo a una recidiva,” afferma, descrivendo come per settimane i sintomi si siano aggravati senza una diagnosi chiara. Questo porta a un’importante decisione: contattare il suo oculista di fiducia, da cui era già stata curata.

Il medico ricorda la storia clinica dell’atleta e, nonostante le sue prime ipotesi, decide di approfondire ulteriormente. Alice si trova quindi a doversi trasferire al pronto soccorso oftalmico di Torino, dove esegue un tampone oculare per escludere la presenza di infezioni batteriche. I risultati non evidenziano nulla di anomalo. Questo passaggio, sebbene frustrante, si rivela fondamentale: non viene trascurato alcun passo e il fatto che altri esperti vengano coinvolti nella sua cura segna un momento chiave nel percorso di Alice.

La sfida della diagnosi e dell’intervento

Dopo vari tentativi, il professor Sarnicola a Grosseto si occupa di lei, eseguendo uno scraping oculare che porterà finalmente a una diagnosi chiara: cheratite da Acanthamoeba. Un’infezione rara e potenzialmente debilitante, che richiede un intervento immediato. Alice inizia a ricevere cure specifiche, tra cui l’uso di polihexanide, un disinfettante antibatterico. “I dolori erano molto forti,” ricorda, mentre l’ulcera le provoca sofferenze costanti.

Settimane di malattia hanno un impatto serio sulla sua vita, costringendola a letto, mentre antidolorifici e antinfiammatori si rivelano poco efficaci. La pazienza, unita a una forte determinazione, diventano le sue alleate in questa battaglia. Alice riesce infine a ritornare agli allenamenti, affrontando nuovamente le sfide del suo sport e mirando verso le prossime Olimpiadi, che divengono per lei un obiettivo.

L’importanza della prevenzione e del supporto

La esperienza di Alice non è solo personale, ma serve anche come riflessione su quanto sia cruciale la prevenzione nel mondo dello sport. “Con un po’ di pazienza e tanta sopportazione, si può continuare ad allenarsi,” sottolinea l’atleta, nel suo appello a tutti gli sportivi. La consapevolezza della salute deve rimanere una priorità, specialmente in ambienti dove le infezioni possono proliferare, come le piscine.

Dopo aver affrontato anche un trapianto di cornea nel mese di ottobre, il suo decorso di recupero continua. I tempi di recupero possono essere lunghi e complessi, ma Alice dimostra che la resistenza è fondamentale. “Dall’occhio sinistro ancora non vedo niente, però non mi fa più male, non ho più dolore,” conclude con un senso di sollievo. La sua storia rimane un monito sulla fragilità della salute e sull’importanza della vigilanza, anche quando si è al vertice della carriera sportiva.

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