Agricoltori e allevatori abruzzesi in protesta per i danni della fauna selvatica all’Aquila

Agricoltori e allevatori abruzzesi in protesta per i danni della fauna selvatica all’Aquila

Agricoltori e allevatori dell’Aquila protestano davanti al Consiglio regionale Abruzzo per chiedere interventi urgenti sulla gestione della fauna selvatica, con focus su cinghiali, cervidi e lupo.
Agricoltori E Allevatori Abruz Agricoltori E Allevatori Abruz
Agricoltori e allevatori abruzzesi hanno protestato all’Aquila chiedendo interventi urgenti e coordinati per gestire i danni causati dalla fauna selvatica, con particolare attenzione a piani di contenimento per cinghiali, cervidi e lupi. - Gaeta.it

Agricoltori e allevatori abruzzesi si sono radunati stamattina all’Aquila per mettere in luce le difficoltà causate dalla fauna selvatica alle loro attività. La manifestazione, che si è tenuta davanti all’emiciclo del Consiglio regionale, ha richiamato l’attenzione sulle richieste del comparto primario per un intervento più deciso da parte delle istituzioni.

La protesta davanti al consiglio regionale dell’aquila

La mobilitazione ha avuto luogo nella piazza di fronte all’emiciclo, luogo simbolo delle decisioni legislative regionali. Una delegazione degli agricoltori è stata accolta dal vicepresidente della giunta, Emanuele Imprudente, che ha ricevuto il documento con le istanze del settore. Le organizzazioni agricole hanno richiesto politiche più determinate e coordinate, basate su dati scientifici precisi, con l’obiettivo di ritrovare un equilibrio tra l’attività umana, l’agricoltura e la fauna selvatica.

Nel testo consegnato si chiede un modello di gestione che duri nel tempo, efficace e capace di soddisfare le esigenze di tutti i soggetti coinvolti. Gli agricoltori sottolineano che senza azioni strutturate non sarà possibile ridurre i danni alle coltivazioni e agli allevamenti, già pesantemente colpiti.

Le richieste principali contenute nella petizione

Al centro della protesta c’è una petizione che supporta dieci proposte operative rivolte alla regione. Tra queste spiccano due piani fondamentali: il piano di contenimento dei cinghiali, che prevede l’abbattimento di 28 mila esemplari, e il piano relativo ai cervidi, con 3.500 prelievi programmati. Entrambi i target risultano distanti dall’essere raggiunti.

Gli agricoltori chiedono anche uno studio approfondito sulla gestione del lupo, che resta una delle criticità più controverse. Viene chiesto di intervenire anche sulle specie fossorie e sui volatili ritenuti nocivi, con limiti più stringenti. Alla petizione si affiancano richieste precise come attivare un sistema di monitoraggio continuo, risarcimenti più rapidi e proporzionati ai danni subiti, finanziamenti per l’installazione di recinzioni fisse e mobili e un maggiore coinvolgimento dei parchi regionali e dei cacciatori nelle azioni di gestione.

Infine, si sottolinea la necessità di una partecipazione attiva degli agricoltori nelle scelte strategiche riguardo alla fauna selvatica.

Il ruolo del parco sirente velino nelle iniziative di gestione

Francesco D’Amore, presidente del parco Sirente Velino, è intervenuto durante la manifestazione per illustrare le misure già adottate dal suo ente. Ha confermato che il parco ha avviato un piano di gestione dei cinghiali costruito con la formazione di circa cento selettori e controllori specializzati. Sono stati rimossi finora 220 esemplari, un numero che sta iniziando a dare segnali positivi nel territorio.

In alcune zone è stato possibile riseminare campi che erano abbandonati da tempo a causa dei danni causati dalla fauna. Il parco ha distribuito inoltre 320 recinzioni per difendere le colture e ha avviato una collaborazione con la regione per garantire i ristori agli agricoltori danneggiati. Questo esempio mostra come alcune istituzioni si stiano muovendo, ma resta la richiesta di interventi più ampi e coordinati.

L’attesa per la decisione del tar sul piano di abbattimento dei cervi

Intanto si attende la decisione del tribunale amministrativo regionale sull’impugnativa contro la delibera regionale che autorizzava l’abbattimento selettivo dei cervi. Quella misura, pensata per contenere la popolazione dei cervidi e limitare i danni, è stata sospesa dal consiglio di stato.

L’esito del ricorso sarà decisivo per capire se, e quando, il piano potrà essere riattivato. Il blocco dell’abbattimento finora ha limitato le azioni di contenimento in una situazione che molti agricoltori giudicano insostenibile.

La protesta di questa mattina raccoglie quindi una forte pressione per ottenere risposte concrete sulle strategie di gestione della fauna selvatica in Abruzzo. Resta alta l’attenzione sull’equilibrio necessario tra tutela ambientale e tutela delle attività agricole e zootecniche nella regione.

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