La violenza nei pronto soccorso è un fenomeno crescente e preoccupante, che coinvolge professionisti della salute in situazioni di emergenza. Sabina Guarino, medico di 47 anni operante all’ospedale di Frascati, racconta la sua esperienza di aggressione da parte di un paziente, un episodio che sottolinea i rischi quotidiani affrontati da chi lavora in questo settore. Guarino, dopo sei anni di servizio in questo ospedale e precedenti esperienze in altri reparti, condivide la sua reazione all’incidente e il supporto ricevuto dai colleghi.
L’aggressione in pronto soccorso
Sabina Guarino racconta come tutto sia accaduto in un secondo. Durante la notte, un paziente senza fissa dimora, in attesa di assistenza sociale, si è trovato a vagare per i corridoi dell’ospedale. La dottoressa ricorda che gli operatori, intenti a garantire la sicurezza del paziente e del personale, hanno cercato di gestire la situazione. Improvvisamente, l’uomo l’ha colpita. “È stato tutto così repentino che non ho neanche avuto il tempo di realizzare cosa stesse succedendo,” afferma.
Nonostante il pugno ricevuto, Sabina ha ritenuto fondamentale il rapido intervento dei suoi colleghi, che sono accorsi per fermare l’aggressore e impedirne ulteriori azioni. “La loro prontezza è stata decisiva,” prosegue. Il gesto di solidarietà e collaborazione ha evidenziato quanto siano unite le squadre di lavoro nei momenti di crisi, dove le vite possono dipendere dall’efficienza del gruppo.
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L’importanza del supporto tra colleghi
La dottoressa ha subito fortunatamente solo una ferita alla bocca, ma la frattura di un’esperienza simile porta con sé delle sfide emotive. “Ho deciso di rimanere in turno perché non me la sentivo di lasciare da solo il mio collega. Tra noi c’è un legame molto forte e ci sosteniamo a vicenda,” spiega Sabina, enfatizzando l’importanza di un ambiente lavorativo coeso.
La fiducia reciproca tra i membri del personale sanitario è essenziale per affrontare momenti critici. Sabina ha ricevuto il supporto non solo dai colleghi, ma pure dalla direzione dell’ospedale, che ha attivato il protocollo di emergenza necessario in situazioni simili. Questo sottolinea ulteriormente l’importanza di un sistema di assistenza adeguato per il personale sanitario, in grado di rispondere a situazioni di pericolo.
La sicurezza negli ospedali
Un aspetto da considerare è la mancanza di presidi di sicurezza nelle strutture sanitarie. Sebbene ci sia una caserma dei carabinieri a pochi passi dall’ospedale di Frascati, Guarino sostiene che le forze dell’ordine potrebbero comunque non essere presenti al momento giusto. “Le aggressioni avvengono all’interno, e i pattugliamenti all’esterno non sempre sono sufficienti per prevenire incidenti.” Quest’affermazione invita a riflettere sulla necessità di rivedere i protocolli di sicurezza nei pronto soccorso, ponendo la salute e l’incolumità di pazienti e personale come priorità.
Sebbene le forze dell’ordine possano arrivare in tempi rapidi, ciò non elimina la necessità di garantire una protezione adeguata in loco. È fondamentale implementare misure preventive più efficaci per ridurre il rischio di aggressioni. Questi eventi disturbanti non riguardano solo i medici, ma mettono in discussione la sicurezza di tutti gli operatori sanitari.
Un futuro dedicato alla medicina di emergenza
Nonostante l’esperienza traumatica, Sabina Guarino non intende abbandonare il suo lavoro. “Non potrei mai pensare di fare un altro lavoro,” afferma con determinazione. “La medicina di emergenza è la mia vocazione. È un mestiere che richiede passione e dedizione, e anche se ci sono rischi, non ho intenzione di farmi intimidire.”
Con una prognosi di dieci giorni per la guarigione, la dottoressa è pronta a tornare al suo posto. “Non penso che avrei paura alla mia prossima esperienza al pronto soccorso,” dice, esprimendo il suo forte impegno verso una professione che vive di sfide quotidiane. La scelta di rimanere e affrontare le difficoltà dimostra quanto sia essenziale la resilienza in un campo in cui l’intensità emotiva e fisica è una costante.