Aggressione alla stazione Garibaldi: condanne e un mistero sull'utilizzo della lama

Aggressione alla stazione Garibaldi: condanne e un mistero sull’utilizzo della lama

Il 6 agosto 2023, un giovane ucraino è stato aggredito brutalmente a Milano da un gruppo di ragazzi nordafricani, portando a condanne e interrogativi sull’uso della lama nell’attacco.
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Aggressione alla stazione Garibaldi: condanne e un mistero sull'utilizzo della lama - Gaeta.it

Il 6 agosto 2023, una brutale aggressione ha sconvolto Milano, quando un giovane ucraino di 19 anni è stato vittima di un attacco violento da parte di un gruppo di ragazzi nordafricani. La vicenda ha avuto un’evoluzione giuridica significativa, culminando con le condanne di alcuni degli aggressori, mentre resta aperto il mistero su chi ha realmente inflitto il grave sfregio al volto della vittima.

La dinamica dell’aggressione

La violenza ha avuto inizio nel tardo pomeriggio, quando il giovane stava tornando a Milano con alcuni amici dopo un viaggio in treno da Como. Durante il tragitto, il gruppo nordafricano ha cominciato a provocare i ragazzi ucraini mentre erano ancora a bordo del convoglio. Quest’atteggiamento aggressivo ha condotto a un primo contatto nel sottopasso della stazione di Garibaldi. Qui, la situazione è rapidamente degenerata. Un’aggressione mirata ha atteso il ragazzo, culminando in un assalto sotto il ponte ferroviario.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Polfer e della squadra mobile, i membri del gruppo di aggressori avrebbero anticipato le mosse della vittima, preparando un vero e proprio agguato. Il 19enne, inizialmente preso di mira e derubato degli occhiali, ha tentato una reazione, ma è finito nel centro di una brutale folla. Uscito dalla stazione, è stato circondato e aggredito con bottiglie di vetro e cinture, mentre veniva colpito ripetutamente.

La storia ha preso una piega più tragica quando, durante l’attacco, è stata utilizzata una lama, causando un grave sfregio al volto del giovane. Gli aggressori hanno continuato a colpirlo mentre uno di loro ha inferto un fendente che ha provocato ferite così gravi da necessitare ottanta punti di sutura e diverse operazioni chirurgiche.

Condanne e incertezze nel processo

A distanza di oltre un anno dalle violenze, il giudice del tribunale di Milano ha emesso una sentenza. Cinque dei membri del gruppo nordafricano sono stati condannati per il reato di sfregio permanente, introdotto dal così detto Codice rosso, mentre altri tre sono stati assolti. La pena inflitta prevede una reclusione compresa tra tre anni e nove mesi e tre anni a seconda dei singoli casi. La pubblica accusa aveva inizialmente richiesto condanne più severe, tra i sei e gli otto anni di carcere.

Le misure adottate non si sono limitate alla reclusione; gli imputati condannati sono stati anche obbligati a risarcire il giovane ucraino, con un’ammontare che supera i 46.000 euro, e ad affrontare le spese legali. Tuttavia, il processo ha rivelato una mancanza di chiarezza sui dettagli riguardanti l’uso della lama, con interrogativi su chi abbia realmente inflitto il colpo che ha causato lo sfregio. Alcuni indizi emersi durante le indagini, come la presenza di un taglierino e una lametta, non hanno conferito maggiore certezza.

Il percorso giuridico e il proseguimento delle indagini

Le conseguenze giuridiche della brutale aggressione non si fermano alla sentenza odierna. Il caso continua a essere oggetto di attenzione legale, con ulteriori udienze attese nelle settimane a venire. Due degli accusati nordafricani hanno optato per un processo ordinario dopo aver rinunciato ai riti alternativi, mentre altri cinque giovani, che all’epoca erano minorenni, si trovano ad affrontare un’indagine parallela presso il tribunale minorile.

La violenza del 6 agosto ha messo in luce problemi di ordine pubblico e sicurezza nella metropoli. Le immagini della ferocia dell’incidente rimangono impresse nella memoria collettiva delle comunità. Gli sviluppi successivi possono influenzare non solo il destino dei coinvolti ma anche il clima di sicurezza percepito dai residenti e dai visitatori di Milano.

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