Aggressione a Bologna: due rider pakistani picchiati e rapinati mentre lavorano

Aggressione a Bologna: due rider pakistani picchiati e rapinati mentre lavorano

Due fratelli pakistani, rider a Bologna, aggrediti da un gruppo di giovani durante un tentativo di rapina. L’episodio solleva preoccupazioni sulla sicurezza urbana e la protezione dei lavoratori.
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Aggressione a Bologna: due rider pakistani picchiati e rapinati mentre lavorano - Gaeta.it

Una violenta aggressione si è verificata ieri pomeriggio a Bologna, dove due fratelli pakistani, entrambi rider, sono stati vittime di un attacco da parte di un gruppo di giovani. L’accaduto ha suscitato preoccupazione e indignazione nella comunità locale, evidenziando una serie di questioni legate alla sicurezza urbana e al rispetto per chi lavora in ambito di consegne. A seguito di questo episodio, la polizia è intervenuta rapidamente, portando all’arresto di uno degli aggressori.

Dettagli dell’aggressione

L’episodio si è verificato all’ingresso pedonale del Parco della Montagnola, una zona frequentata da molti per il suo verde e la vivacità. I due fratelli, di 25 e 19 anni, si trovavano in servizio quando sono stati avvicinati da un gruppo di 5-6 giovani, di età compresa tra i 18 e i 22 anni. Gli aggressori hanno tentato di convincere il fratello maggiore ad acquistare sostanze stupefacenti. Al suo rifiuto, la situazione è rapidamente degenerata. Il gruppo ha colpito il 25enne con calci, pugni, e, in un momento particolarmente violento, uno di loro ha afferrato una spranga di ferro da un cantiere nelle vicinanze.

La brutalità dell’attacco è stata tale che il rider è stato fatto cadere a terra, dove ha continuato a subire colpi. I rapinatori sono riusciti a sottrargli una somma di 800 euro, il frutto del suo lavoro, prima di tentare di portar via anche la sua bicicletta, senza successo. Mentre il fratello maggiore era in difficoltà, il 19enne è accorso per difenderlo, ma è stato anch’egli aggredito e malmenato. La violenza si è consumata nel giro di pochi attimi, lasciando entrambi i giovani in condizioni precarie.

Intervento delle forze dell’ordine

La Questura di Bologna ha ricevuto diverse chiamate di emergenza che segnalavano l’aggressione in corso, e le pattuglie delle ‘volanti’ sono arrivate sul posto intorno alle 17.30. Gli agenti hanno ascoltato le vittime e ricostruito la dinamica dell’accaduto, cercando di raccogliere quante più informazioni possibili. Durante le indagini, è emerso un dettaglio cruciale: uno degli aggressori ha perso un documento durante la fuga, un attestato di ospitalità in una comunità d’accoglienza di Reggio Emilia. Questo documento ha consentito agli agenti di identificare rapidamente il 22enne tunisino coinvolto nell’aggressione.

La Polfer ha rintracciato il sospettato poco dopo presso la stazione di Bologna, dove è stato arrestato con l’accusa di rapina pluriaggravata e lesioni personali in concorso con ignoti. Le vittime lo hanno riconosciuto, confermando che era stato lui a usare la spranga durante il raid.

Conseguenze per le vittime

Entrambi i fratelli sono stati immediatamente soccorsi e trasportati all’ospedale per ricevere cure mediche. Le ferite riportate sono state serie: il 19enne ha subito una frattura al perone, con una prognosi di 30 giorni, mentre il fratello maggiore ha riportato una ferita alla testa, che richiede 7 giorni di osservazione. Queste lesioni non rappresentano solo il segno di un’aggressione brutale, ma anche un campanello d’allarme sui rischi che affrontano i lavoratori in ambito delle consegne, sempre più esposti a episodi di violenza.

La situazione ha sollevato interrogativi più ampi riguardo alla sicurezza delle aree urbane e alla crescente criminalità. L’episodio ha messo in evidenza non solo il rischio per i lavoratori, ma anche la necessità di misure più efficaci da parte delle autorità locali per garantire un ambiente sicuro per tutti. La violenza non deve diventare una norma nel quotidiano di chi lavora per mantenere le città attive e vive.

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