Un progetto europeo punta a contrastare lo sfruttamento lavorativo dei migranti in cinque regioni italiane, tra cui l’Abruzzo. L’iniziativa, chiamata Soleil, coinvolge diversi territori per mettere in campo strumenti e strategie condivise. La presentazione ufficiale si svolgerà a Roma, in un evento che riunirà rappresentanti regionali e partner sociali impegnati in questo fenomeno.
Il ruolo della regione abruzzo e il coinvolgimento istituzionale
La Regione Abruzzo ha confermato la propria adesione tramite il dipartimento sociale, enti locali e cultura. L’assessore Roberto Santangelo rappresenterà la regione durante il seminario di lancio, che si terrà nella sala Tevere della sede della Regione Lazio a Roma. Saranno presenti i rappresentanti delle altre regioni partner: Lazio, Toscana, Marche e Molise. Santangelo ha sottolineato la portata del progetto e il suo impatto sul territorio abruzzese, dove lo sfruttamento lavorativo colpisce varie aree produttive.
L’assessore ha evidenziato come la collaborazione fra le regioni favorisca un dibattito attivo e un confronto sulle migliori pratiche, stimolando una risposta più efficace e coordinata per combattere il fenomeno. In Abruzzo, il progetto Soleil risponde a bisogni concreti del mercato del lavoro, dove la presenza di migranti in situazioni di sfruttamento rischia di compromettere lo sviluppo territoriale e la tenuta sociale.
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Il progetto soleil e la sua missione contro lo sfruttamento del lavoro migrante
Il progetto Soleil , nasce da un finanziamento dell’Unione europea con l’obiettivo di arginare il problema dello sfruttamento lavorativo che riguarda soprattutto i migranti in Italia. Lo sfruttamento si manifesta in diversi settori, a partire dall’agricoltura fino all’edilizia, dalla logistica al manifatturiero. Soleil si propone di creare una rete interregionale capace di sostenere i migranti nel raggiungimento di un’autonomia reale, sia sociale sia economica.
Nel dettaglio, il progetto si ispira a una forma di prevenzione: agisce prima che il fenomeno si radicalizzi, offrendo orientamento e strumenti che facilitano il passaggio dalla protezione e dall’assistenza a una piena indipendenza lavorativa e sociale. Questo scopo passa attraverso il rafforzamento delle politiche locali e il coordinamento tra regioni, per evitare frammentazioni e raddoppiare risultati. Il progetto mira dunque a migliorare la qualità della vita dei destinatari e a rafforzare la coesione sociale in tutta Italia.
Le partnership locali: rete di enti sociali e università a sostegno di soleil
Il partenariato abruzzese ruota attorno a un gruppo eterogeneo di soggetti del territorio che lavorano sul campo per affrontare i problemi legati allo sfruttamento lavorativo. Tra questi, l’associazione On the Road guida un ATS formata da Caritas di Pescara-Penne, Consorzio Officine Solidali, Acli di Pescara, Anci Abruzzo, CNA di Pescara, Ecipa Abruzzo, Edilformas di Pescara e l’Università degli Studi G. D’Annunzio.
Questo gruppo agisce su più fronti, offrendo servizi di orientamento, formazione, assistenza legale e monitoraggio costante delle condizioni di lavoro dei migranti. La particolarità della rete sta nell’unire competenze sociali, culturali e accademiche per costruire interventi completi e connessi alle esigenze reali. Le attività prevedono la promozione di strumenti per l’inserimento lavorativo che garantiscano condizioni più giuste e trasparenti.
Le risorse finanziarie destinate al progetto in abruzzo
Il progetto Soleil gode di un finanziamento complessivo europeo, destinato nelle singole regioni partner compresa l’Abruzzo. Per questa regione, la somma stanziata supera i 2,7 milioni di euro. Questi fondi verranno impiegati per rafforzare le iniziative sul territorio, in termini di strutture, personale dedicato e attività specifiche rivolte ai migranti.
La disponibilità finanziaria permette di organizzare percorsi formativi, campagne informative e supporti legali volti a contrastare le forme di lavoro in nero e sfruttamento. Questi interventi non si limitano a tutelare i singoli, ma puntano anche a incidere sulle dinamiche economiche locali, rendendole più eque. La gestione di questa somma richiede un coordinamento attento tra regione, enti e partner per raggiungere risultati concreti e misurabili.