A Trieste prende il via la produzione di carri ferroviari innovativi nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra

A Trieste prende il via la produzione di carri ferroviari innovativi nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra

Lo stabilimento di Bagnoli della Rosandra a Trieste si trasforma da motori navali a carri ferroviari grazie a Innoway Trieste, salvando 255 posti di lavoro e puntando a una produzione europea innovativa entro il 2027.
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Lo stabilimento di Bagnoli della Rosandra a Trieste è stato riconvertito dalla produzione di motori navali a carri ferroviari grazie a Innoway Trieste, salvando 255 posti di lavoro e puntando a diventare un leader europeo nel settore entro il 2027. - Gaeta.it

Lo stabilimento di Bagnoli della Rosandra a Trieste ha appena iniziato una nuova fase produttiva importante. La fabbrica ospita ora Innoway Trieste, una società nata per garantire lavoro ai dipendenti dichiarati in esubero da Wartsila, ex azienda di grandi motori navali. Dopo anni di battaglie sindacali intense e coinvolgimento di istituzioni regionali e nazionali, la produzione di carri ferroviari prende il posto delle vecchie attività, aprendo uno spiraglio per il futuro occupazionale di 255 lavoratori.

La trasformazione dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra e il passaggio ai carri ferroviari

La fabbrica a Bagnoli della Rosandra ha cambiato ramo produttivo, da motori navali a carri ferroviari. Questo cambio è avvenuto con l’Accordo di programma sulla crisi, siglato poco più di un anno fa. Grazie a quell’intesa, è stato possibile trasferire 255 lavoratori dall’ex Wartsila, che altrimenti rischiavano la perdita del posto.

L’idea era e resta quella di mantenere l’occupazione sul territorio, sfruttando le strutture esistenti per creare una nuova linea produttiva di alta tecnologia. Il passaggio non è stato semplice, ci sono stati anni di vertenze e negoziati, coinvolgendo Regione Friuli Venezia Giulia, Confindustria Alto Adriatico e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali .

Il risultato oggi mostra un impianto che non solo continuerà a dare lavoro, ma punta a diventare un protagonista importante nell’industria ferroviaria europea, con impatti tangibili sulla produzione locale e sul tessuto economico della zona.

Innoway trieste e le partnership industriali alla base del progetto

Dietro la nuova società Innoway Trieste ci sono realtà industriali di rilievo. La società è stata costituita da due gruppi principali: il gruppo Msc, leader mondiale nel trasporto cargo e proprietario di Medlog, e l’austriaca Innofreight, specializzata in carri ferroviari innovativi. Da queste due aziende nasce Innoway, una newco che controlla lo stabilimento triestino e gestisce la produzione dei nuovi vagoni.

Il legame tra le realtà è stretto: Innoway è di proprietà della società omonima austriaca, a sua volta gestita per metà da Medlog e per metà da Ic Rail, la controllata di PeRail che fa capo a Innofreight. Questo intreccio societario permette di combinare competenze nel trasporto merci con l’esperienza nella progettazione e costruzione di carri ferroviari tecnologici.

Questo collegamento internazionale assicura una linea produttiva all’avanguardia, in grado di produrre veicoli per il trasporto merci moderni e competitivi nel mercato europeo e globale.

La produzione prevista e le prospettive future dello stabilimento di Trieste

Gli obiettivi di Innoway Trieste sono chiari e ambiziosi. Entro il 2027, lo stabilimento dovrebbe raggiungere una produzione annuale di 1.000 carri ferroviari e 3.000 carrelli. Questi numeri, rispetto al passato, segnano un salto significativo che pone la fabbrica tra le principali in Europa per la produzione di materiale ferroviario per il trasporto merci.

Il primo modello da mostrare si chiama InnoWaggon ed è stato progettato in Austria. La presentazione del prototipo segna l’avvio formale della produzione su scala più ampia. Questo vagone è un esempio concreto del tipo di prodotto che la fabbrica di Trieste fornirà presto al mercato.

Il consolidamento di questa produzione tiene conto delle esigenze contemporanee di trasporto merci, puntando a veicoli robusti e tecnologici che possono sostenere grandi carichi in tutta Europa, rispettando le norme ambientali e di sicurezza in vigore.

Impatto occupazionale e ruolo delle istituzioni nella gestione della crisi produttiva

Il ritorno alla produzione nello stabilimento di Bagnoli non rappresenta solo un progetto industriale, ma soprattutto una risposta sociale e occupazionale. L’azienda ha potuto riassorbire 255 lavoratori prima indicati come esubero da Wartsila. Questo risultato deriva da un accordo siglato dopo anni di proteste e trattative che hanno coinvolto organizzazioni sindacali e amministrazioni pubbliche.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha svolto un ruolo attivo, lavorando con Confindustria Alto Adriatico e il Ministero del Lavoro per trovare una soluzione sostenibile. La gestione della crisi ha portato a un modello di collaborazioni tra pubblico e privato, indirizzato a rilanciare l’impiego nelle aree industriali colpite da difficoltà produttive.

Questo processo ha dimostrato come il tessuto economico locale possa ancora offrire opportunità nel settore manifatturiero, se si riescono a mettere insieme le risorse e l’esperienza di vari attori.

L’attività di Innoway Trieste sarà un banco di prova decisivo per capire se la conversione industriale potrà reggere nel tempo, conservando posti di lavoro e aprendo scenari nuovi per il territorio di Trieste.

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