In occasione della Giostra Cavalleresca di Sulmona, un gruppo di attivisti ha esposto uno striscione con la scritta «Fuori la Snam dal nostro territorio» davanti all’Annunziata. Questo gesto ha attirato l’attenzione dei molti turisti presenti, puntando i riflettori sulla protesta contro la centrale e il metanodotto imposti dalla multinazionale del gas. Da oltre 17 anni, gli abitanti e varie realtà locali si oppongono a questi progetti che, secondo loro, danneggiano il territorio e le comunità locali.
Opposizione storica alla centrale e al metanodotto della snam
Gli attivisti a Sulmona ribadiscono da quasi due decenni il loro dissenso verso l’impianto e le infrastrutture di metano volute dalla multinazionale Snam. L’opposizione nasce dal timore che queste opere siano inutili e pericolose per il territorio, e che abbiano ricevuto un via libera dal governo nonostante i pronunciamenti contrari degli enti locali, cioè Comune, Provincia e Regione Abruzzo. Le voci contro la realizzazione si sono alzate pure per tutelare la volontà dei cittadini, sentiti ma non ascoltati nei processi decisionali.
Protesta durante la giostra cavalleresca
La protesta si è intensificata nei giorni della Giostra, momento in cui la città si riempie di visitatori: lo striscione davanti all’Annunziata ha avuto lo scopo di mettere al corrente anche i turisti di una vicenda poco visibile ma molto rilevante per la comunità e per l’ambiente circostante.
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Impatto ambientale e scempio archeologico nella zona di sulmona
Oltre al dissenso politico, la questione ha subito un’accelerazione anche per via dei danni ambientali prodotti dai lavori. I mezzi della Snam hanno distrutto un sito archeologico di grande valore risalente a 4200 anni fa, cancellando le tracce di un antico insediamento umano. Questo episodio è stato definito come un vero crimine contro il patrimonio culturale della città, che si vanta di una storia millenaria e di un ricco patrimonio artistico.
Al di là del patrimonio archeologico, i danni si estendono all’ambiente naturale. I cantieri hanno causato l’abbattimento di 317 alberi di ulivo nell’area vicino al Parco Nazionale della Maiella. Ma c’è di più: uno spazio cruciale per il corridoio faunistico dell’orso bruno marsicano, specie in pericolo, è stato compromesso. Questa perdita incide sulla biodiversità e rischia di allontanare una specie simbolo della regione.
Conseguenze per agricoltura, salute e turismo nella regione abruzzese
La realizzazione della centrale e del metanodotto ha fatto registrare anche un impatto negativo sulle coltivazioni agricole. Centinaia di ettari di terreni rischiano di essere sottratti o resi meno produttivi dall’ingombro delle infrastrutture. Gli agricoltori locali vedono un colpo serio alle loro attività, che rappresentano un pilastro dell’economia sulmonese e abruzzese.
Dal punto di vista sanitario, la centrale produrrà inquinanti che potrebbero aggravare le condizioni di salute della popolazione. Questo dettaglio influisce anche sul turismo, vista la rilevanza che Sulmona e i suoi dintorni hanno per visitatori attratti dal paesaggio, dalla storia e dall’arte.
Rischi sismici e sicurezza
Va poi considerata la pericolosità insita nelle infrastrutture fossili in una zona a rischio sismico come l’Abruzzo interno. Il rischio che sismicità e impianti ad alto carico di gas provochino incidenti, è motivo di preoccupazione tra chi resiste al progetto.
Il proseguimento della protesta e le richieste degli attivisti
La protesta si è sviluppata in momenti di confronto pubblico, in particolare nel contesto della Giostra Cavalleresca, che rappresenta uno degli eventi culturali più importanti a Sulmona. Gli attivisti prevedono di replicare l’azione anche nell’ultima giornata della manifestazione.
L’obiettivo dichiarato è mantenere alta l’attenzione sul tema, osteggiare le decisioni governative che hanno concesso i permessi alla Snam e chiedere un ripensamento rispetto alla realizzazione di opere potenzialmente dannose per ambiente, patrimonio e comunità. Questi sforzi mettono in luce contrasti profondi tra istanze locali e interessi imprenditoriali nazionali.