Un intervento decisivo ha cancellato a Settimo torinese un campo abusivo sorto senza autorizzazioni lungo via Moglia, vicino all’autostrada Torino-Milano. La demolizione, eseguita di recente, ha colpito un insediamento abitato da 22 persone, aperto per due decenni in uno spazio agricolo. L’area era al centro di indagini e controlli da mesi, coinvolgendo Comune, forze dell’ordine e tecnici del territorio.
Il campo abusivo di via Moglia e le origini del contesto
Il campo abusivo che si è sviluppato a Settimo torinese sorgeva su un terreno con destinazione agricola. Le strutture presenti comprendevano due case stabili, una delle quali sviluppata su due piani e completamente arredata. Nessuna di queste costruzioni aveva mai ricevuto permessi o autorizzazioni urbanistiche. Nel tempo, questa situazione ha generato una serie di problemi legali e amministrativi.
Lo sgombero e la demolizione, attuate nei giorni scorsi, sono state disposte tramite un’ordinanza emessa dopo numerosi controlli che hanno riscontrato continue violazioni, con segnalazioni anche da parte dei residenti nelle vicinanze. L’atto ufficiale contestava ai proprietari e occupanti l’accusa di lottizzazione abusiva, un reato relativo alla modifica non autorizzata del territorio e destinazioni d’uso. Per oltre 20 anni, l’area ha rappresentato un punto critico sotto il profilo normativo.
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La presenza sul posto di diverse persone, perlopiù appartenenti alla stessa famiglia, ha complicato le operazioni di gestione del procedimento. Le costruzioni non autorizzate e l’assenza di servizio pubblico hanno inoltre impedito di garantire standard minimi di sicurezza e di igiene per chi viveva nel campo.
Indagini e sicurezza
Nel corso delle indagini preliminari, sono emersi diversi episodi legati a comportamenti illeciti da parte di alcuni residenti del campo abusivo. A pochi giorni dalla demolizione, due giovani, rispettivamente di 16 e 22 anni, sono stati fermati in un parcheggio di via Brescia, nei pressi della Pirelli a Torino. Viaggiavano su una Citroen C3 non intestata e prive di patente. Dentro l’auto sono stati trovati attrezzi utilizzabili per effrazioni. Subito dopo, è scattata la denuncia.
Questa situazione non era isolata. Nel gennaio scorso, altri due abitanti dello stesso insediamento avevano tentato di evitare un controllo di polizia, finendo per schiantarsi contro un muro. In quel veicolo, come nel precedente, sono stati rinvenuti strumenti da scasso. Tali episodi hanno alimentato l’allarme sul livello di sicurezza e ordine pubblico nella zona.
Le forze dell’ordine hanno seguito con attenzione questi casi, collegandoli alla situazione di illegalità diffusa nel campo abusivo. La condivisione e le informazioni raccolte da polizia e amministrazione comunale hanno permesso di evidenziare una situazione complessa e di richiederne la risoluzione con misure drastiche.
Motivazioni della demolizione e condizioni igienico-sanitarie nel campo abusivo
La decisione di demolire le strutture abusive in via Moglia ha riguardato non solo la parte legata alla violazione delle norme edilizie e urbanistiche, ma anche le condizioni di sicurezza e igiene a cui erano sottoposti gli abitanti. Il terreno agricolo non era idoneo per insediamenti abitativi, non essendo previsto il collegamento a servizi essenziali come fognature o rete elettrica regolare.
Nel campo sono stati riscontrati allacci abusivi alle utenze, accessi cementificati molto probabilmente non autorizzati e una sistemazione improvvisata degli spazi. Il rischio di incidenti e situazioni pericolose per la salute era concreto, soprattutto considerando la presenza di costruzioni precarie e la vicinanza all’autostrada.
Le autorità hanno sottolineato come mantenere in piedi edifici non a norma su un’area agricola avrebbe potuto mettere in pericolo l’incolumità degli stessi residenti e di chi frequenta zone attigue. L’intervento ha di fatto posto fine a un contesto di rischio che cresceva nel tempo, a dispetto delle tante segnalazioni arrivate.
Situazione sociale e futuro degli abitanti
La demolizione del campo abusivo ha lasciato 22 persone senza un alloggio, sette delle quali ancora presenti al momento dello sgombero. Non sono chiari quali soluzioni abitative siano state messe in campo per i residenti coinvolti. È una questione che tocca aspetti sociali che vanno oltre la semplice legalità edilizia.
L’area di via Moglia è storicamente segnata da problemi legati alla microcriminalità e dai lamenti dei cittadini che denunciavano furti e disagi. L’amministrazione comunale si trova ora di fronte alla sfida di gestire le conseguenze sociali di questo intervento, evitando che l’emergenza abitativa si sposti semplicemente altrove.
Sono note le difficoltà da parte delle istituzioni nel trovare risposte a situazioni simili che intrecciano proprietà private, illegalità urbanistica e condizioni di marginalità. Senza un piano coordinato e risorse dedicate, esiste il rischio che nuove occupazioni abusive nascano in periferia o in altre parti del torinese.
L’episodio di via Moglia mette in luce nodi ancora irrisolti nella gestione del territorio e delle persone, in un contesto dove sicurezza e rispetto delle norme si intrecciano con problemi sociali complessi e persistenti.