a Scanno l’addio a Adelia Nannarone, ultima custode del costume tradizionale a 93 anni

a Scanno l’addio a Adelia Nannarone, ultima custode del costume tradizionale a 93 anni

Adelia Nannarone, ultima donna di Scanno a indossare quotidianamente il costume tradizionale, lascia un’eredità culturale che il comune e l’UNESCO cercano di preservare come patrimonio immateriale.
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Adelia Nannarone, ultima donna di Scanno a indossare quotidianamente il tradizionale costume storico, è morta a 93 anni, lasciando un’eredità culturale che la comunità locale cerca di preservare. - Gaeta.it

Nella piccola comunità montana di Scanno, in provincia dell’Aquila, si è spenta una figura simbolo di tradizione e cultura locale. Adelia Nannarone, l’ultima donna che indossava quotidianamente il costume storico del borgo, è morta a 93 anni. La sua dedizione a questo abito unico racconta una storia di identità e memoria che ora rischia di affievolirsi, in un paese famoso soprattutto per il suo lago a forma di cuore.

Il costume di scanno: un simbolo di identità e appartenenza

Il costume tradizionale di Scanno rappresenta più di un semplice abito. È un vero e proprio segno distintivo, costruito con materiali e dettagli che richiedevano tempo e risorse per essere realizzati. È composto da dieci metri di stoffa pieghettata che avvolge il corpo, un busto in lana chiamato “comodino” decorato con gioielli tradizionali, e il “cappellitto”, un copricapo ornato da lacci intrecciati. Fino alla metà del Novecento molte donne del paese lo indossavano regolarmente.

Il valore del costume si misurava non solo nel suo significato culturale ma anche nel costo. Secondo i racconti di chi l’ha vissuto, tra cui la figlia di Adelia, molte ragazze evitavano di indossarlo per ragioni economiche, perché non tutte potevano permettersi un abito così elaborato. Chi rifiutava era vista come “moderna”, anche se spesso la scelta dipendeva da motivi pratici. Negli anni il costume era diventato raro, soprattutto per chi doveva conciliare la vita quotidiana con la sua complessità.

Adelia nannarone, custode di una tradizione che sfida il tempo

Adelia ha iniziato a indossare il costume nel giorno del suo matrimonio, nel 1952, e non lo ha mai abbandonato. La vita di tutti i giorni non le imponeva abbandonare la tradizione, nemmeno mentre gestiva la casa, si prendeva cura delle figlie o lavorava nel negozio di famiglia, una storica pasticceria. Era un gesto di fedeltà al passato, ma anche una dichiarazione di appartenenza sociale e culturale.

Chi la conosceva la descrive come una donna capace e determinata, attenta ai conti di casa e lungimirante negli investimenti. I nipoti raccontano di una “manager ante litteram”, capace di prendere decisioni importanti e di comprare immobili, come case al mare dove si recava in inverno sempre con l’abito tradizionale. Questa scelta sottolinea una coerenza che abbracciava ogni aspetto della sua vita, senza rinunciare a ciò che rappresentava la sua origine.

L’eredità della tradizione fra memoria e iniziative culturali

Oggi a Scanno restano solo due donne over 90 che ancora portano il costume: la sorella di Adelia, Anna, e Margherita Ciarletta. Entrambe rappresentano l’ultimo legame vivo con quella quotidianità ormai rarefatta. La loro presenza mantiene un filo diretto con la storia della comunità.

Il comune ha dimostrato consapevolezza dell’importanza del costume, avviando l’iter per ottenere il riconoscimento UNESCO come patrimonio immateriale. Quella tutela punta a salvaguardare un abito unico, insieme al modo di portarlo e ai valori che trasmette. Il sindaco Giovanni Mastrogiovanni ha espresso il dispiacere per la scomparsa di Adelia, sottolineando il suo ruolo nel mantenere vivo il senso di appartenenza della comunità.

Un ricordo che unisce passato e futuro

Il ricordo di Adelia si lega così a una tradizione che parla di legami familiari, ruolo femminile e rispetto per la propria terra. L’abito antico che indossava ha ancora oggi il peso di una storia da custodire, tra passato e futuro.

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