A Salerno arrivano le bodycam per operatori del 118 contro aggressioni nei pronto soccorso

A Salerno arrivano le bodycam per operatori del 118 contro aggressioni nei pronto soccorso

La Asl di Salerno distribuisce 500 bodycam al personale medico e infermieristico del 118 per prevenire aggressioni, garantire sicurezza e tutelare la privacy durante gli interventi in emergenza.
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La Asl di Salerno ha introdotto 500 bodycam per proteggere medici e infermieri del 118 dalle crescenti aggressioni, garantendo sicurezza e supporto legale nel rispetto della privacy. - Gaeta.it

Un nuovo sistema di sicurezza è stato introdotto per proteggere medici e infermieri del 118 a Salerno, spesso bersaglio di violenze durante il servizio. La Asl di Salerno ha distribuito 500 bodycam, piccole telecamere indossate sul corpo, per monitorare e documentare eventuali atti aggressivi. Questi dispositivi si attivano solo su comando degli operatori e sono nati per fungere da deterrente e supporto legale in caso di necessità.

L’adozione delle bodycam negli interventi del 118 a Salerno

Ogni volta che arriva una chiamata per un codice giallo, gli operatori del 118 di Salerno iniziano il turno portando con sé una bodycam fissata alla divisa. Questi apparecchi offrono una registrazione video da usare soprattutto contro aggressioni fisiche o verbali da parte dei pazienti o dei loro accompagnatori. La scelta di dotare il personale sanitario di questo strumento arriva dopo un aumento di episodi di violenza durante i soccorsi.

Le bodycam rappresentano dispositivi di protezione individuale regolamentati per rispettare la privacy. Possono registrare solo se l’operatore lo decide espressamente, e la loro accensione deve essere annunciata per evitare violazioni delle normative. Il loro obiettivo principale è scoraggiare le aggressioni, ma offrono anche prove concrete in caso di denunce o interventi delle forze dell’ordine. La Asl ha scelto di distribuire le 500 bodycam alle strutture più esposte alle aggressioni, garantendo una copertura mirata.

Aggressioni crescenti nei pronto soccorso dell’area campana

La realtà delle aggressioni ai danni del personale medico resta un problema diffuso nella provincia di Salerno e nell’intera area campana. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati episodi di violenza contro infermieri e medici, spesso impegnati in situazioni di emergenza in cui il rischio di tensioni sale rapidamente. Le modalità di queste aggressioni vanno dai comportamenti minacciosi alla devastazione di strutture ospedaliere.

Un episodio recente ha scosso l’opinione pubblica: all’ospedale di Castellammare di Stabia, nel napoletano, un uomo di 49 anni ha ingaggiato una furiosa colluttazione distruggendo un vetro del pronto soccorso. L’intervento tempestivo dei carabinieri ha portato all’arresto dell’aggressore, evitando conseguenze peggiori e garantendo la tutela degli operatori sanitari coinvolti. Questi fatti confermano quanto sia necessario adottare misure di prevenzione e controllo rigorose.

Implicazioni delle bodycam per la sicurezza e la privacy in ambito sanitario

L’uso delle bodycam introduce nuove dinamiche sul piano della sicurezza nei luoghi di cura. Servendo a documentare in modo oggettivo situazioni potenzialmente critiche, queste telecamere diventano uno strumento capace di tutelare gli operatori e facilitare l’intervento delle autorità. Vanno però rispettate scrupolosamente le disposizioni legali sulla privacy e sulla gestione dei dati video registrati.

Gli operatori sono tenuti a informare i presenti dell’accensione della telecamera, e le registrazioni devono essere gestite in conformità alla normativa vigente per evitare violazioni. La sensibilità su questo tema è altissima considerando la natura delicata degli ambienti sanitari. Lo scopo delle bodycam non è solo prevenire aggressioni ma garantire che ogni episodio venga trattato con chiarezza e trasparenza dal punto di vista legale.

Un passo concreto per la sicurezza degli operatori sanitari

Queste telecamere rappresentano un passo concreto per migliorare la sicurezza sul campo e assicurare una migliore tutela del personale sanitario in un momento storico in cui le aggressioni appaiono più frequenti e pericolose. L’esperienza di Salerno potrebbe aprire la strada a iniziative simili in altre province con problematiche analoghe.

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