Il 2 maggio 2025 a Roma si è svolto un appuntamento dedicato all’imprenditoria vista come una vocazione in sintonia con i valori cristiani. Nel salone dei Piceni della Chiesa Giubilare di San Salvatore in Lauro, imprenditori e leader sia italiani che americani si sono confrontati su temi legati alla dottrina sociale della Chiesa. Il convegno, intitolato “la vocazione dell’imprenditore”, si è tenuto nei giorni in cui nella capitale si celebra il Giubileo degli imprenditori. La riflessione ha coinvolto anche rappresentanti ecclesiastici e figure di spicco del mondo economico e culturale.
La prospettiva della chiesa sulla vocazione imprenditoriale
Monsignor Renato Tarantelli, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, ha inviato un messaggio ai presenti, sottolineando come il lavoro e il business abbiano una radice profonda nel disegno divino. Ha evidenziato l’importanza di portare dentro la cultura d’impresa i valori cristiani per costruire un tessuto economico e sociale più giusto. Questa visione è stata ribadita da figure di rilievo presenti al convegno, che hanno richiamato l’attenzione sull’etica e sull’impegno morale come elementi imprescindibili nell’agire imprenditoriale. La Chiesa quindi conferma che l’attività economica non si limita a creare profitto ma rispecchia una chiamata superiore, che valorizza la dignità della persona e la responsabilità verso il bene comune.
L’interpretazione di padre robert sirico e l’esperienza dell’institute acton
Fra i relatori più ascoltati c’è stato padre Robert Sirico, cofondatore e presidente emerito dell’Istituto Acton, con sede negli Stati Uniti. Già fondato vent’anni fa, l’istituto promuove un’idea di impresa connessa alla vocazione umana e al senso etico della creazione. Sirico ha spiegato che l’etica non è un accessorio dell’imprenditoria, ma la sua anima. L’ha descritta come parte dell’essere umano e come un segnale della presenza di Dio riconoscibile già nel momento in cui, nella tradizione cristiana, si osserva il Creatore al lavoro. Il messaggio che l’Acton Institute trasmette va proprio in questa direzione: il lavoro e l’attività economica rispondono a una missione spirituale, prima ancora che a una ricerca di guadagno.
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Dialogo tra mondo imprenditoriale e lavoro per il bene del paese
Umberto Vattani, già segretario generale del ministero degli affari esteri, ha ricordato quanto la Chiesa cattolica riconosca l’importanza della vocazione imprenditoriale per il buon andamento del paese. Ha posto l’accento sull’intreccio imprescindibile tra imprenditori e lavoratori: un rapporto fondato sulla collaborazione e la lealtà che costituisce il motore dell’economia nazionale. Senza questo equilibrio, lo sviluppo si blocca. Bene ha colto il tema anche Benedetto Delle Site, presidente di Ucid giovani nazionale, che ha definito l’imprenditore come un protagonista che deve tenere insieme visione e responsabilità sociale. Per lui l’impresa senza valori solidi non può esistere e il Giubileo dedicato agli imprenditori celebra proprio questo ruolo decisivo per la crescita di ogni comunità.
Equità fiscale e contributo alla società civile
Durante la discussione, Pietro Bracco, socio di And Partners tax and lawfirm, ha chiarito che la relazione tra etica e fisco è di necessità, non di contraddizione. Ha sottolineato che i tributi sono il fondamento per il funzionamento dello Stato, inteso come insieme di istituzioni e cittadini. Ogni euro versato deve corrispondere a servizi utili e tangibili per la collettività. Per questo chi contribuisce deve pagare quanto è giusto, senza eccessi o evasione. Compito della pubblica amministrazione, ha aggiunto Bracco, è semplificare il sistema e garantire regole chiare che permettano a tutti di partecipare con equità alla vita pubblica e sociale. Nel contesto di questa riflessione, Davide Mambriani, incaricato affari culturali del Giubileo, ha ricordato come chi ha promosso il progresso nel corso della storia abbia sempre trovato un legame stretto con le arti e l’università, evidenziando la cura verso un ambiente culturale fertile.
La continuità tra tradizione e innovazione nell’imprenditoria di oggi
Matthew Santucci, responsabile delle pubbliche relazioni di Acton, ha ricordato il pensiero di papa Francesco espresso nella Laudato si’, dove si definisce l’attività imprenditoriale come una vocazione nobile orientata sia alla produzione di ricchezza sia al miglioramento del mondo. Su un terreno affine Andrea Paolantoni, vicepresidente del gruppo giovani imprenditori Confcommercio, ha messo in luce l’importanza di non perdere il legame con il passato. Ha detto che l’innovazione va coltivata nel rispetto della tradizione che ha formato l’identità di un’impresa e di una comunità. Questo messaggio ha una particolare rilevanza per i giovani che oggi si avvicinano al mondo dell’impresa, chiamati a guardare avanti ma senza dimenticare le radici che hanno plasmato la società in cui vivono.