A pescara il san massimo versa in condizioni di grave degrado nonostante i lavori in corso e le promesse istituzionali

A pescara il san massimo versa in condizioni di grave degrado nonostante i lavori in corso e le promesse istituzionali

Il san Massimo di Penne versa in condizioni di degrado strutturale e carenza di personale, con ritardi nei lavori di ristrutturazione e riduzione dei posti letto che compromettono la qualità dell’assistenza sanitaria.
A Pescara Il San Massimo Versa A Pescara Il San Massimo Versa
L'ospedale San Massimo di Penne versa in grave stato di degrado strutturale e organizzativo, con carenze di personale e ritardi nei lavori di ristrutturazione, compromettendo la qualità dell'assistenza sanitaria nell'area vestina. - Gaeta.it

Il san Massimo di Penne, ospedale di riferimento per l’area vestina, si trova in una situazione di evidente degrado. Dopo le visite ufficiali e le affermazioni positive dell’ultima giunta regionale, emergono diverse criticità strutturali e organizzative. Questo articolo approfondisce lo stato attuale dell’ospedale, le mancanze evidenziate nei mesi scorsi e le discrepanze tra i piani di ristrutturazione e la realtà quotidiana.

Condizioni strutturali carenti e segni di abbandono nell’ospedale san massimo

Nel corso di una visita recente, sono emersi segni chiari di trascuratezza e decadimento in molte parti dell’ospedale San Massimo. I corridoi mostrano tracce di muffa e pareti con intonaco cadente. Alcune porte sono senza infissi, scalinate non sembrano sicure e vetri delle finestre risultano rotti o assenti. All’esterno, le aree verdi sono invase da erbacce alte e rifiuti sparsi contribuiscono a un’immagine di incuria. Anche sulle terrazze si trovano carcasse di uccelli, forse presenti da tempo.

Questi elementi indicano che l’ospedale non viene mantenuto secondo standard adeguati alla sua funzione sanitaria. La domanda che si fa più volte è se la direzione regionale, in particolare il presidente Marsilio, sia a conoscenza di queste condizioni. Nonostante la recente ripresa dei cantieri, l’immagine fotografata risulta lontana da quella mostrata nelle visite istituzionali precedenti, in cui si era parlato di un quadro “entusiasmante”.

Le strutture necessitano di interventi diretti e urgenti non solo dal punto di vista edilizio, ma anche sul piano della manutenzione ordinaria. La presenza di muffa e intonaco che si sgretola non può essere ignorata, in un ambiente che dovrebbe garantire sicurezza e igiene per pazienti e operatori sanitari.

Criticità organizzative tra personale ridotto e reparti frammentati

Il San Massimo da tempo soffre una carenza significativa di personale, elementi che accentuano le difficoltà operative quotidiane. Il pronto soccorso vive una situazione critica per le assenze protratte e la mancanza di figure essenziali. Durante la pandemia sono stati soppressi 19 posti letto di geriatria, mai ripristinati, una scelta che ha dimezzato le possibilità di assistenza in una zona con una popolazione anziana rilevante.

Altri problemi riguardano l’organizzazione interna. Alcuni reparti risultano sparsi in più padiglioni, con conseguente difficoltà nel coordinamento per medici e infermieri. Inoltre, manca una pianta stabile di radiologi all’interno dell’ospedale, un dato non trascurabile per il funzionamento autonomo e fluido delle diagnosi e dei trattamenti.

Queste condizioni di carenza si sommando a uno scenario più ampio in cui l’ospedale deve farsi carico di condizioni molto difficili, aggravate da una percezione di abbandono istituzionale. Le risorse umane, in particolare medici, infermieri e operatori socio-sanitari, risultano insufficienti rispetto alle necessità del territorio. Il quadro complessivo segnala la difficoltà del San Massimo nel mantenere lo status di centro di riferimento sanitario per il territorio vestino.

Mancanza di investimenti completi e ritardi nei lavori di ristrutturazione

Secondo quanto è stato riportato, la ristrutturazione dell’ospedale San Massimo è iniziata solo nell’ottobre 2023, con un ritardo di almeno cinque anni rispetto ai piani iniziali. I lavori in corso hanno un finanziamento incompleto: dei 25 milioni di euro garantiti nel 2018, ne sono stati utilizzati appena 12,5 milioni. È previsto che le opere si concludano entro la fine del 2025, un termine che potrebbe risultare difficile da rispettare viste le condizioni attuali del cantiere.

Questi ritardi influenzano anche la capacità di offrire posti letto adeguati. La legge regionale 60 del 28 dicembre 2023 ha attribuito al San Massimo lo status di ospedale di base, prevedendo 45 posti letto di lungodegenza. Di questi, soltanto 25 sono rimasti ufficialmente assegnati alla struttura, mentre 20 sono stati dirottati verso l’ospedale di Pescara. Una riduzione che altera la capacità di assistenza proposta nel piano regionale.

L’immobilismo e la lentezza nei cantieri pesano sull’immagine pubblica della giunta regionale e sulla funzione essenziale che l’ospedale dovrebbe svolgere nell’area. Il San Massimo, nelle condizioni attuali, non può rispondere alle esigenze della popolazione con l’efficacia richiesta. Il divario tra le parole ufficiali e lo stato concreto si presenta ampio e motivo di preoccupazione.

Implicazioni per la sicurezza e il rispetto delle norme igienico-sanitarie

Con una struttura che mostra così tanto degrado e mancanza di manutenzione, restano forti dubbi anche sui livelli di sicurezza e igiene rispettati all’interno dell’ospedale. Il fatto che la Asl tolleri un simile stato, mentre impone standard rigorosi alle altre strutture sanitarie, crea un evidente paradosso.

Rischi per pazienti e personale possono derivare dal mancato rispetto delle norme base in materia di sicurezza edilizia e pulizia. Il deterioramento di muri, la presenza di muffa e la mancata manutenzione delle infrastrutture aumentano la possibilità di incidenti e condizionano negativamente la qualità dell’assistenza.

Nel contesto del sistema sanitario locale, questa situazione si riflette direttamente sui cittadini, a cui viene consegnata una struttura non adeguata per cure e assistenza. La mancata qualità degli ambienti ospedalieri mina la credibilità delle istituzioni e rallenta il potenziamento di servizi fondamentali. Restano questioni aperte legate alla responsabilità, ai controlli e alla necessità di interventi tempestivi.

Le richieste per un rilancio del san massimo con nuovi investimenti umani e materiali

Per restituire al San Massimo il ruolo di polo sanitario di riferimento nell’area vestina, servono interventi mirati e concreti. Uno dei punti cruciali riguarda il potenziamento del personale. La carenza di medici, infermieri e operatori socio-sanitari limita la capacità di risposta alle necessità della popolazione.

Parallelamente alla ristrutturazione edilizia, deve partire un processo di rafforzamento delle risorse umane. Solo così si può garantire l’efficienza del pronto soccorso, la riapertura dei reparti ridimensionati e la continuità assistenziale. Le infrastrutture migliorate senza adeguati operatori rischiano di restare sotto utilizzate.

L’immagine attuale dell’ospedale, con le sue condizioni evidenti di degrado, fotografa una realtà lontana dagli standard minimi attesi in una struttura sanitaria pubblica. Nei fatti, questa situazione solleva interrogativi sulla legittimità di proseguire i lavori senza una risposta chiara sul rispetto delle normative vigenti.

L’auspicio è per interventi rapidi e una presa di coscienza più concreta da parte delle istituzioni regionali. Il territorio ha bisogno del san Massimo funzionante e sicuro, non solo di promesse o discorsi propagandistici. Restano sul tavolo tutte le necessità di manutenzione, riqualificazione e personale per affrontare senza ulteriori ritardi il futuro dell’ospedale.

Change privacy settings
×