A Ninfa, vicino Latina, è stato inaugurato l’hortus conclusus, un giardino rinascimentale recuperato che anticipa di quattro secoli il parco storico conosciuto in tutto il mondo. Il restaurato ninfeo e la fontana sono tornati visibili, mentre la parte botanica del giardino ha ripreso vigore grazie a un attento lavoro. Il 12 luglio la Fondazione Roffredo Caetani ha annunciato la fine dei lavori finanziati dal Pnrr, offrendo al pubblico nuove esperienze tra storia e natura, accompagnate da soluzioni tecnologiche sostenibili.
il restauro dell’hortus conclusus e il rilancio botanico
Il progetto di recupero ha riportato alla luce il giardino rinascimentale che precede di circa quattrocento anni il più celebre giardino di ninfa. Tra gli elementi restaurati spiccano il ninfeo e una fontana tanto antica quanto suggestiva. È stata restituita una parte di Ninfa che, fino a poco tempo fa, era nascosta tra rovi e degrado. Il lavoro è stato lungo e complesso, perché ha riguardato anche la componente vegetale: specie storiche e piante caratteristiche sono state ripiantate per ricostruire l’atmosfera di un giardino originario del Rinascimento. Il pubblico potrà così fare una “visita nella visita”, passeggiando in un ambiente in parte diverso ma collegato al parco più grande. La Fondazione Roffredo Caetani, titolare del sito, ha curato le operazioni con attenzione ai dettagli e al rispetto della storia.
la centrale idroelettrica sul lago di ninfa
Durante la presentazione del 12 luglio, è stata mostrata anche la nuova centrale idroelettrica, realizzata lungo il corso d’acqua che alimenta il lago di Ninfa. Questa infrastruttura verde rappresenta il cuore energetico del sito e sostituisce le vecchie centrali, che si sono susseguite dal periodo dei mulini medievali fino all’Ottocento, quando fu costruita quella ora musealizzata. Il presidente della Fondazione, Massimo Amodio, ha spiegato che in questo luogo si produce energia pulita da oltre mille anni, una continuità rara nel nostro Paese. La centrale contribuisce inoltre a gestire le risorse idriche attraverso una stazione di controllo dedicata alle acque del lago e della sorgente. L’impianto fornirà corrente anche a otto stazioni di ricarica per veicoli elettrici, installate nel parcheggio vicino, per migliorare l’accessibilità e l’ecosostenibilità del parco.
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Il lavoro a Ninfa non riguarda solo il giardino e le infrastrutture, ma coinvolge anche l’archeologia. Gli scavi sono ripresi e proseguiranno nei prossimi mesi, portando alla luce reperti che arricchiscono la conoscenza della città antica su cui sorge il giardino. I risultati sono molto interessanti per gli archeologi, perché forniscono dati nuovi sulla vita e l’organizzazione di questo sito prima che fosse trasformato in giardino. Le informazioni raccolte fanno risalire la storia di Ninfa a epoche più lontane rispetto a quanto si pensava e permettono di ricostruire meglio il contesto culturale. Il legame tra passato antico e rinascimentale si fa così più netto. Importante anche il riferimento alla figura di Gelasio Caetani, che cento anni fa progettò e iniziò a mettere in opera il giardino diventato poi celebre a livello internazionale.