In un’iniziativa che porta avanti il concetto di integrazione sociale, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli ha avviato un progetto innovativo che vede coinvolti detenuti e ex detenuti nella realizzazione delle toghe per i professori. Questo approccio non solo offre una nuova opportunità a coloro che hanno vissuto esperienze difficili, ma sottolinea l’importanza del reinserimento sociale attraverso il lavoro e la formazione. La cerimonia di consegna delle toghe si svolgerà il 16 dicembre, un momento significativo per tutti i partecipanti.
Il laboratorio sartoriale Palingen: Un faro di speranza
Palingen srl è il laboratorio sartoriale dove si realizzano le toghe, ed è stato concepito con un obiettivo chiaro: fornire a chi è stato privato della libertà delle opportunità concrete di formazione e lavoro. In questo contesto, la sartoria diventa non solo un lavoro, ma anche un mezzo per sviluppare competenze professionali e lavorare in un ambiente supportivo. Questa iniziativa coinvolge principalmente donne e uomini, diversi per esperienze di vita e storie personali, ma uniti dalla volontà di ricostruire il proprio futuro.
Il progetto ha un grande valore educativo, permettendo ai detenuti di imparare un mestiere che, in alcuni casi, potrebbe aiutarli a trovare un’occupazione stabile al termine della pena. La sartoria non è solo un’arte; è anche una forma di terapia e un modo per rimettersi in carreggiata. Attraverso questa esperienza, i partecipanti non solo acquisiscono competenze pratiche, ma imparano anche l’importanza della responsabilità e del lavoro di squadra.
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Evento del 16 dicembre: Un momento di riconoscimento
Il 16 dicembre si terrà la cerimonia di consegna delle toghe, un evento che segnerà un momento di ricognizione per tutti coloro che hanno partecipato al progetto. Nell’aula De Sanctis del Dipartimento di Giurisprudenza, saranno presenti figure importanti come Sandro Staiano, direttore del Dipartimento stesso, Giulia Russo, direttrice della Casa circondariale “Pasquale Mandato” di Secondigliano, e Marco Maria Mazio, ceo di Palingen. La partecipazione di queste personalità permette di evidenziare il supporto e l’interesse che questa iniziativa ha generato nel contesto accademico e sociale.
Durante l’incontro, si parlerà del significato di queste toghe, non solo come simboli professionali, ma come manifestazioni di un cambio di rotta nella vita di chi le ha realizzate. Sono attesi anche gli interventi delle sarte Amalia Giacchetta e Maria Ruotolo, che hanno contribuito a questo progetto e di Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Campania, che porterà la sua esperienza nel campo del diritto e dell’inclusione sociale.
Impatto sociale e culturale del progetto
L’iniziativa ha un impatto notevole a livello sociale e culturale. Non si limita al semplice atto di cucire una toga; rappresenta un cambio di paradigma nella percezione dei detenuti e del loro potenziale. Il laboratorio di Palingen non solo offre un lavoro, ma stimola anche un dibattito più ampio sulla giustizia, la riabilitazione e il ruolo della società nell’aiutare le persone a reintegrarsi.
L’idea che i detenuti possano contribuire in modo tangibile al mondo accademico sfida stereotipi e pregiudizi, mostrando che è possibile costruire un futuro diverso. Attività come queste servono anche a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi importanti legati alla giustizia e all’inclusione, incoraggiando un dialogo aperto e costruttivo.
In un contesto come quello di Napoli, dove la determinazione e la voglia di cambiamento si scontrano frequentemente con difficoltà sociali ed economiche, progetti come quello del Dipartimento di Giurisprudenza rappresentano un faro di speranza per chi cerca un riscatto e un nuovo inizio.