Nel comune di marradi, in provincia di firenze, una turbina eolica costruita nel 2019 rimane ferma e isolata in una valle priva di infrastrutture e disturbi. La struttura si trova vicinissima a una storica abbazia risalente all’anno 1053, suscitando polemiche tra residenti e appassionati di storia per il suo impatto visivo e la sua posizione poco funzionale. La turbina, mai entrata in funzione, è stata realizzata da un soggetto privato che ora risulta irreperibile. La richiesta principale della popolazione è lo smantellamento, per difendere il paesaggio e il patrimonio culturale.
La pala eolica e la sua collocazione nella valle di lutirano
La pala eolica si erge solitaria in una vallata delimitata da colline boschive e praterie nei pressi di lutirano, un borgo appartenente al comune di marradi. La zona è caratterizzata da un ambiente naturale ancora piuttosto intatto, dove spiccano ambienti storici come l’abbazia vicino alla quale è stata installata la turbina. Questo complesso religioso risale al 1053 e rappresenta una testimonianza architettonica significativa del territorio toscano.
L’installazione e le critiche
L’installazione della pala non tiene conto tuttavia delle caratteristiche orografiche locali. Collocata lontano da crinali o posizioni elevate, la turbina risulta inefficace nel catturare il vento necessario per la produzione di energia. La scelta del sito ha suscitato molte critiche, soprattutto perché contrasta con la vocazione storica e naturalistica del luogo.
Leggi anche:
Impatto visivo e conseguenze per il territorio
Gli abitanti di lutirano e delle zone limitrofe manifestano forte disagio per la presenza della struttura. La turbina appare come un elemento estraneo e sproporzionato nel contesto ambientale, a ridosso di un’area verde e di un monumento storico. L’effetto visivo è definito come una vera e propria deturpazione del paesaggio.
Oltre all’impatto estetico, la mancata produzione di energia solleva dubbi sull’utilità dell’opera. Gli utenti riferiscono che la pala eolica non ha mai generato elettricità utile, collocandosi così come una struttura improduttiva e invasiva. Nel tempo, la reputazione negativa si è cristallizzata attorno al termine “ecomostro”, utilizzato per descrivere impianti o opere che deturpano ambienti di pregio senza portare benefici tangibili.
Controversie e richieste della comunità
Dal 2019, anno della costruzione, la situazione rimane ferma. Il soggetto a cui era affidata la realizzazione dell’impianto è sparito dalla circolazione e non risulta più rintracciabile. Per questo motivo non si è potuto procedere a manutenzioni o azioni correttive volte a rendere l’opera funzionante o meno impattante.
Le richieste di smantellamento arrivano sempre con maggiore insistenza da cittadini, associazioni locali e studiosi del patrimonio. Viene sottolineata la necessità di salvaguardare la valle di lutirano come esempio di ambiente naturale e culturale unico in toscana.
Tutela di abbazia e paesaggio
L’allarme riguarda non solo la tutela dell’abbazia, ma anche la salvaguardia delle visuali e del paesaggio rurale, elementi che contribuiscono all’identità del territorio. In caso di mancata rimozione, si teme un possibile deterioramento del valore storico e ambientale di tutta l’area.
Scenari futuri per l’impianto e la tutela del territorio
Il caso di lutirano mette in luce le difficoltà di gestire impianti energetici su terreni sensibili dal punto di vista ecologico e culturale. L’assenza del proprietario e la posizione sbagliata della pala complicano eventuali interventi di recupero o dismissione.
Le autorità locali e regionali sono chiamate a definire strategie per tutelare il paesaggio e il patrimonio storico, evitando che episodi analoghi possano ripetersi. Strumenti normativi più severi potrebbero limitare nuove installazioni in aree vincolate.
Per il momento, la turbina resta come un simbolo della contraddizione tra la ricerca di energia pulita e il rispetto per ambienti storici e naturali. Il futuro richiede un equilibrio che consenta di valorizzare entrambe queste dimensioni, garantendo sviluppo sostenibile e conservazione del patrimonio.