A castilenti il pecorino protagonista tra vino, cultura e tradizioni nel teramano

A castilenti il pecorino protagonista tra vino, cultura e tradizioni nel teramano

La cantina San Lorenzo di Castilenti celebra il vitigno pecorino con degustazioni, approfondimenti culturali e sostenibilità, valorizzando la tradizione familiare e il legame con il territorio abruzzese.
A Castilenti Il Pecorino Prota A Castilenti Il Pecorino Prota
La cantina San Lorenzo di Castilenti ha ospitato un evento dedicato al vitigno pecorino, valorizzando la storia familiare, il legame con il territorio abruzzese e la sostenibilità nella produzione di vini autoctoni. - Gaeta.it

La cantina San Lorenzo di Castilenti ha ospitato la seconda edizione dell’evento “Una giornata da San Lorenzo Vini. Insieme tra vino, cultura e natura”, dedicata al vitigno pecorino, un simbolo dei vini abruzzesi. L’iniziativa ha coinvolto giornalisti e food blogger in un percorso alla scoperta di storia, territorio e tecniche di produzione di un’azienda a conduzione familiare, attiva da oltre un secolo.

La storia della cantina San Lorenzo e il legame con il territorio

La cantina San Lorenzo affonda le sue radici nel 1890, anno in cui furono piantati i primi vigneti sulle colline vicino a Castilenti, nel teramano. Ancora oggi la famiglia Galasso, con i fratelli Gianluca e Fabrizio e lo zio Gianfranco Barbone, guida la quarta generazione di questa realtà vinicola. Nel 2015 la famiglia ha acquisito il Palazzo de Sterlich, un edificio cinquecentesco situato nel centro storico di Castilenti, che oggi ospita una bottaia per l’affinamento dei vini.

Durante la giornata, Gianluca Galasso ha raccontato le caratteristiche di questo luogo, mettendo in evidenza il legame profondo tra il territorio e la produzione vitivinicola. Il palazzo, infatti, non è solo un simbolo storico ma rappresenta il cuore della produzione, con ambienti pensati per coltivare l’identità del vino nel tempo.

Il genius loci nella viticoltura secondo di renzo

Ospite di rilievo, l’antropologo Ernesto Di Renzo, dell’Università di Tor Vergata, ha tenuto una relazione focalizzata sul concetto di genius loci applicato alla viticoltura, evidenziando come il pecorino rappresenti proprio quell’elemento che unisce cultura, territorio e identità locale. Il docente ha sottolineato che “la scelta di vitigni autoctoni riflette gusti e tradizioni che si tramandano di generazione in generazione e si manifestano nel sapore unico del vino.”

La verticale di pecorino san lorenzo: esplorare l’evoluzione di un vitigno abruzzese

Il momento centrale dell’incontro è stata la degustazione verticale di pecorino San Lorenzo, con sei annate storiche: 2018, 2016, 2015, 2013, 2010 e 2007. Gianluca Galasso ha raccontato l’importanza del pecorino per la cantina, che lo produce dal 1998 con circa 40.000 bottiglie ogni anno. Il vitigno, presente nei vigneti del teramano, si è adattato bene al microclima e ai terreni locali, offrendo profili aromatici e strutturali riconoscibili.

Il metodo di vinificazione prevede l’uso di vasche in cemento e lieviti selezionati, mentre l’affinamento avviene esclusivamente in bottiglia, senza l’uso di legno. Questo processo mira a preservare la freschezza e la purezza del frutto, mantenendo la tipicità del vitigno. Le annate più vecchie hanno dimostrato grande capacità di invecchiamento, mantenendo eleganza e carattere anche dopo vent’anni.

Durante la degustazione si è potuto apprezzare la differenza tra annate giovani e vecchie. Le versioni più recenti mostravano un colore giallo paglierino brillante e profumi netti di frutta matura e agrumi, sostenuti da un’acidità ben definita. Le annate più datate hanno invece offerto aromi complessi di mandorla, frutta secca e camomilla, con un gusto ampio e persistente. Il sommelier Gianni Sinesi ha definito questo pecorino “un vino da meditazione”, indicandone la capacità di accompagnare momenti di riflessione.

L’ambiente e i vigneti intorno alla cantina san lorenzo

I vigneti dell’azienda si estendono su circa 160 ettari, nelle colline tra la provincia di Teramo e alcune zone della provincia di Pescara. La coltivazione privilegia vitigni autoctoni abruzzesi e pratica sistemi tradizionali come il filare e la pergola abruzzese. La gestione famigliare permette un controllo diretto, dalla cura della vite alla produzione, garantendo coerenza tra territorio e prodotto.

L’area intorno alla cantina presenta un borgo rurale con antichi casolari restaurati, strade di campagna, filari di cipressi e piccoli laghetti. Questo spazio è stato pensato per ospitare eventi conviviali e accogliere visitatori, creando un ambiente adatto a far emergere cultura locale e tradizione agricola. L’evento in programma ha sfruttato proprio questo scenario, a vantaggio dell’esperienza sensoriale e culturale dei partecipanti.

Sostenibilità e scelte produttive della famiglia galasso

La sostenibilità rappresenta un aspetto significativo nel lavoro della cantina San Lorenzo, come spiegato da Fabrizio Galasso. La famiglia ha aderito al sistema SQNPI, una certificazione che attesta pratiche di coltivazione rispettose dell’ambiente e della salute di chi lavora nei vigneti e di chi consuma i vini.

La scelta di evitare l’uso del legno durante l’affinamento è coerente con la volontà di mantenere l’identità del pecorino pura e nitida. Questa decisione riflette un approccio che punta a valorizzare il territorio senza stravolgere le caratteristiche originali del prodotto. Il risultato è un vino dal carattere riconoscibile, capace di raccontare il legame tra uomo, natura e tradizione.

La giornata si è chiusa con una cena organizzata al B&B Il Giglio Rosso, struttura parte del complesso aziendale, durante la quale i partecipanti hanno potuto assaggiare piatti dello chef Gudo Brandito abbinati ai vini attualmente in commercio. L’evento ha confermato come la cantina San Lorenzo continui a proporre un incontro tra storia, natura e vino, tutte componenti che definiscono il paesaggio enogastronomico abruzzese.

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