Il romanzo “Le notti di bergamo” apre uno squarcio sulla città al centro della prima ondata della pandemia globale. La storia intreccia passioni per il teatro, le difficoltà di quegli anni, e vicende personali segnate dall’emergenza sanitaria. Il libro verrà presentato il 6 maggio a Napoli, in un incontro che promette di far riflettere sul peso di quegli eventi e sulle emozioni vissute da tanti.
appuntamento a napoli per la presentazione del romanzo le notti di bergamo
Il 6 maggio, alle 17.30, l’ordine dei medici di napoli ospiterà la presentazione di “Le notti di bergamo” nei locali della Riviera di Chiaia 9/C. L’opera letteraria racconta episodi ambientati a bergamo, città che all’inizio della pandemia ha vissuto uno dei momenti più drammatici. Alla presentazione parteciperanno personalità legate al mondo della medicina e del giornalismo. Bruno Zuccarelli, presidente dell’ordine, sarà fra gli interlocutori dell’autore, insieme a Ivan Gentile, direttore delle malattie infettive dell’università Federico II, e Antonio Tricomi, giornalista de La Repubblica. Sarà un’occasione per approfondire non solo gli aspetti narrativi ma anche il contesto storico e sociale che fa da sfondo al romanzo.
La pandemia al centro della trama teatrale
La trama di “Le notti di bergamo” si muove attorno a un giovane professore di liceo impegnato nel suo laboratorio teatrale. Il teatro, qui, si trasforma in un mezzo per raccontare il periodo più oscuro vissuto dalla città lombarda, come un riflesso diretto degli eventi reali. Il professore e i suoi studenti lottano contro il silenzio imposto dalla pandemia e le paure quotidiane. Quando il docente finisce in terapia intensiva, il gruppo resta colpito dalla notizia ma trova la forza di affrontare la crisi. Un episodio che colpisce è quello di uno studente, reduce dalla malattia, che riesce ad entrare di nascosto in ospedale per abbracciare e spronare il maestro. Questo gesto carico di emozione dona al racconto intensità e umanità .
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Parole e sentimenti, commedie e poesie nei momenti più duri
In “Le notti di bergamo” il teatro si fa più di un semplice spettacolo. Le parole pronunciate dagli attori diventano riflessioni sulla vita di ogni giorno, soprattutto quando tutto sembra perduto. Frammenti di commedie, canzoni, poesie e aforismi emergono come strumenti per interpretare sentimenti complessi. Nel romanzo, ogni parola pronunciata assume un peso speciale, un significato che aiuta a mantenere vivi legami e speranze. La scena finale dopo la guarigione e gli esami di stato rappresenta una sorta di riscatto simbolico: andare in scena significa rimettere in moto la vita e dare voce a ciò che, in quei mesi, era stato soffocato dalla paura.
Il filo dell’amore sospeso tra crisi e resilienza collettiva
La storia d’amore centrale del romanzo si dipana in modo non lineare, riflettendo le contraddizioni di un’epoca segnata da incertezze. I rapporti personali si sgretolano e si ricompongono, ma la pandemia sembra sempre rimandare la felicità completa. L’opera non concede facili rassicurazioni. Il sentimento, in balia di un nemico invisibile e implacabile, resta fragile. Solo all’ultima pagina si accenna a una possibile svolta, che resta però sospesa fino all’ultimo momento. Il racconto mette in luce le difficoltà di mantenere legami stabili in un periodo dove tutto vacilla, e mostra come la forza per andare avanti nasca anche da piccole e inaspettate scintille di coraggio e affetto.