130 giovani aspiranti alpini scalano le cime del gran sasso in preparazione alla cerimonia del cappello con la penna

130 giovani aspiranti alpini scalano le cime del gran sasso in preparazione alla cerimonia del cappello con la penna

I giovani militari del corso Solarolo III affrontano la scalata di quattro vette del Gran Sasso come prova finale prima di entrare nelle truppe alpine, unendo tradizione, preparazione e spirito di gruppo.
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I giovani aspiranti alpini del corso “Solarolo III” hanno completato la scalata di quattro vette del Gran Sasso, superando una prova fondamentale prima dell’ingresso ufficiale nelle truppe alpine, unendo preparazione militare, tradizione e spirito di gruppo. - Gaeta.it

I giovani militari del corso “Solarolo III” si sono cimentati nella scalata di quattro vette del Gran Sasso, ultima prova di un percorso impegnativo che li porterà presto a entrare ufficialmente nelle truppe alpine. L’iniziativa, ospitata nel cuore dell’Abruzzo, unisce tradizione, preparazione militare e celebrazione storica di un corpo dall’identità profonda.

La scalata sul gran sasso e il significato della prova

Questa mattina, i 130 aspiranti alpini appartenenti alla 43esima compagnia del battaglione “Aosta” hanno affrontato una sfida che richiama fatica, tecnica e spirito di gruppo. Divisi in quattro squadre, sono partiti da Campo Imperatore con un carico pesante sulla schiena: zainetti di circa 20 kg pieni di attrezzatura militare. La meta erano quattro distinte vette del Gran Sasso: corno grande, pizzo cefalone, monte aquila e monte portella.

L’obiettivo alla base dell’impresa era non solo la fatica fisica ma un preciso allenamento militare, il penultimo passo prima della consegna del celebre cappello verde con la penna, simbolo distintivo degli alpini. Il raggiungimento delle cime prima di mezzogiorno è stato suggellato da un momento solenne: la preghiera degli alpini recitata dal comandante e il lancio di fumogeni tricolori per celebrare l’unione e il senso di appartenenza al corpo.

Il territorio del Gran Sasso, con le sue difficoltà ambientali, rappresenta un banco di prova ideale non solo per la preparazione tecnica ma per mantenere un legame con la storia profonda delle truppe alpine, nate proprio per operare in contesti di montagna.

Provenienza e formazione dei giovani alpini

I 130 aspiranti provengono da tutta Italia, rappresentando un mix di territori ed esperienze. La maggior parte sceglie le truppe alpine come corpo d’appartenenza. La bandiera del gruppo più numeroso sventola per il Piemonte, con 20 partecipanti, tra cui spicca il più giovane del gruppo, nato a marzo del 2006. Seguono Lazio con 16, Lombardia con 14, Abruzzo con 11, Campania 6, e Sicilia con 14 membri, inclusa la giovane nata a gennaio 2006.

Il loro percorso è iniziato al centro addestramento alpino di Aosta, dove hanno già trascorso 11 settimane di addestramento intenso. Qui hanno acquisito capacità sia nell’alpinismo militare sia nel combattimento in ambiente montano. Un processo che combina studio, pratica e sviluppo di una disciplina severa ma necessaria.

Il nome stesso del corso, “Solarolo III”, richiama la storia del battaglione “Aosta”. Monte Solarolo, teatro di dure battaglie nel 1918 durante la prima guerra mondiale, ha visto l’impegno tenace di questi alpini, che hanno guadagnato riconoscimenti per il valore dimostrato. Questa eredità richiama ogni anno i nuovi candidati a rispettare un codice preciso fatto di coraggio e dedizione.

L’evento di domani all’aquila e il valore della tradizione

La tensione e l’attesa degli aspiranti trovano spazio anche nella vita civile grazie a incontri organizzati sul territorio. Ieri sera, presso l’auditorium Renzo Piano dell’Aquila, i giovani del corso Solarolo III hanno incontrato i “Veci”, gli alpini veterani, in un evento promosso dalla sezione Abruzzi dell’associazione nazionale alpini. Il salone si è animato con la storia del corpo narrata da protagonisti e con il coro “Monti della Laga” di Teramo, che ha proposto musiche legate alle montagne e all’italianità.

Il dialogo tra i giovani e quegli alpini più esperti ha fatto emergere valori di solidarietà, fatica e memoria. Questi momenti servono a rinsaldare un legame tra passato e futuro, tra chi ha vissuto la storia diretta e chi la sta iniziando. In quest’ottica, il corso “Solarolo III” non è solo un addestramento, ma un ponte tra generazioni, un passaggio di testimone simbolico ma pratico.

Prossimo appuntamento e cerimonia

Prossimo appuntamento sabato 5 luglio con la cerimonia di consegna del cappello verde con la penna: un momento che certificherà l’ingresso ufficiale nelle truppe alpine di questi giovani che, fin da ora, hanno già dimostrato senso del dovere e una preparazione fisica e morale solida. Il Gran Sasso ha rappresentato la tappa decisiva prima che questo sogno diventi realtà.

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