Vladimir Radu, 39 anni, è deceduto il 23 giugno scorso dopo essere stato colpito con un pugno la sera del 21 giugno fuori dalla discoteca “Area City” a Mestre. L’uomo era intervenuto per difendere il figlio quattordicenne, coinvolto in una lite degenerata nel parcheggio del locale. La vicenda ha scatenato reazioni in città e riaperto il dibattito sulla sicurezza nei locali notturni.
La lite fuori dalla discoteca e l’intervento di radu
La sera del 21 giugno davanti alla discoteca “Area City” a Mestre, un diverbio ha coinvolto un ragazzo di 14 anni e un giovane di 25 anni, entrambi di origini moldave. Tutto è iniziato con una battuta poco rispettosa del ragazzo verso l’adulto, che ha acceso una discussione nel parcheggio del locale. Vladimir Radu, padre del ragazzo, è intervenuto per fermare la rissa e far terminare i toni accesi.
Degenerazione della lite e pugno fatale
Secondo la ricostruzione, la situazione è degenerata rapidamente: l’aggressore ha raccontato che Radu lo avrebbe preso per il collo, scatenando una colluttazione breve ma violenta. La lite si è conclusa con un pugno violento al volto di Radu, che è poi caduto a terra privo di sensi. Due testimoni, amici della vittima, hanno assistito ai fatti e confermano che gli scontri sono stati rapidi ma intensi.
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Le conseguenze dell’aggressione e il decesso di radu
Dopo il pugno il 39enne è stato trasportato in ospedale in condizioni gravissime. Il 23 giugno è morto a causa di una grave emorragia cerebrale, conseguenza del trauma subito. Resta ancora da accertare se la morte sia stata provocata direttamente dal pugno o dall’impatto con il suolo. Gli accertamenti medico-legali sono in corso e i risultati saranno fondamentali per il procedimento penale.
La dinamica dell’accaduto al momento vede il ferimento di Radu come esito di un’aggressione scoppiata in un contesto di tensione e difesa paterna. La città di Mestre e gli ambienti legati alla discoteca sono sotto choc, considerata anche la gravità dell’episodio.
Aggressore fermato e rimesso in libertà
Il 25enne accusato del pugno, dopo un breve allontanamento all’estero, è stato fermato all’aeroporto al suo ritorno con un ordine del pubblico ministero di Venezia, Alessia Tavarnesi. L’accusa è di omicidio preterintenzionale, un reato che implica la volontarietà di causare un danno grave, ma non la morte come obiettivo diretto.
Nonostante il fermo, dopo la convalida, il giovane è stato rimesso in libertà con la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Spinea. La decisione ha suscitato polemiche, specialmente tra chi ritiene che la gravità del fatto richieda misure più restrittive. Si attendono gli sviluppi processuali e le valutazioni degli esperti per capire quali responsabilità saranno attribuite.
La discoteca “area city” e il contesto di sicurezza nei locali notturni
Il luogo teatro dell’aggressione, la discoteca “Area City” di Mestre, ha una storia recente segnata da problemi legati alla sicurezza. Già in passato il questore di Venezia aveva disposto chiusure temporanee proprio a causa di episodi di violenza e disordini tra i frequentatori.
L’episodio di Vladimir Radu riaccende l’attenzione sulle condizioni che favoriscono scontri nei locali notturni. Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli in zona, ma permangono dubbi sulla capacità di garantire la sicurezza soprattutto nelle ore più critiche. L’amministrazione locale e gli operatori del settore devono confrontarsi con la necessità di prevenire tensioni e garantire un ambiente protetto per tutti.
Indagini e dibattito
Le indagini sul decesso di Vladimir Radu proseguono. Nel frattempo, l’episodio ha acceso un dibattito sulla responsabilità personale e sulla gestione dell’ordine nei luoghi della movida, un tema sempre attuale nelle città italiane. “Serve una riflessione profonda sulle misure di prevenzione e sicurezza”, commentano alcuni operatori del settore.