Il contesto globale si sta caratterizzando sempre più per la forte rivalità tra due grandi potenze, gli Stati Uniti e la Cina. La situazione rischia di diventare pericolosa se le due potenze non trovano un terreno comune nel rispetto di regole internazionali condivise. Ne ha parlato Carlo Cottarelli durante una lectio magistralis tenuta a Udine, in occasione della chiusura dell’Executive Master in Business Administration dell’Università di Udine e Confindustria Udine. L’economista ha affrontato temi geopolitici, economici e le sfide che riguardano l’Italia e l’Europa, mettendo in luce i nodi principali che influenzano il presente e il futuro prossimo.
Il confronto usa-cina tra rischi e impatti sulle relazioni internazionali
La crescente rivalità tra Stati Uniti e Cina è destinata ad intensificarsi, soprattutto sul fronte commerciale e dei dazi. Cottarelli ha sottolineato che questo scontro può complicare ulteriormente gli equilibri globali. Gli sforzi per mantenere un sistema multilaterale, dove tutti gli attori si impegnano nel rispetto di regole condivise, rappresentano l’unica via per evitare che la competizione degeneri in conflitti più gravi. “Nel caso in cui uno o entrambi gli egemoni decidessero di agire senza coordinarsi a livello internazionale, le tensioni potrebbero aumentare e compromettere la stabilità economica e politica mondiale.”
Nel dialogo tra Stati Uniti ed Europa, invece, si intravede una maggiore possibilità di accordo, soprattutto rispetto alla gestione dei dazi e alle politiche commerciali. Questa cooperazione potrebbe offrire un contrappeso alle tensioni tra le due grandi potenze, anche se le incognite restano elevate. In particolare, la posizione dell’Unione europea diventa cruciale per modulare le spinte geopolitiche e preservare un modello di relazioni basato su negoziati e regole condivise.
Leggi anche:
Impatti sull’equilibrio globale
Lo stato dell’economia italiana nei primi mesi del 2025
Cottarelli ha descritto l’andamento dell’economia italiana nel primo trimestre del 2025 basandosi sugli ultimi dati Istat. Il PIL ha segnato un aumento dello 0,3%, dato superiore a quello di Francia e Germania, ma inferiore rispetto alla Spagna che ha registrato un +2,8%. Questa crescita modesta rispecchia una tendenza ben definita: l’espansione dei servizi a discapito della manifattura. L’economista ha spiegato che, in un’economia sostanzialmente stagnante, è normale che il settore industriale fatichi a progredire, mentre il comparto dei servizi assume un peso crescente.
Questa dinamica riflette mutamenti strutturali in atto da tempo, legati ai cambiamenti tecnologici e alle nuove modalità di consumo. Il settore manifatturiero, pur mantenendo un ruolo importante, vede ridurre il proprio peso relativo. L’attenzione resta rivolta alle strategie che possano incentivare una crescita più stabile e duratura, in particolare puntando su innovazione e competitività delle imprese italiane nell’economia globale.
Le sfide politiche ed economiche europee e i riflessi sull’italia
L’equilibrio politico in Germania rappresenta un punto critico per tutta l’Unione europea. Cottarelli ha evidenziato la fragilità del governo guidato da Merz, definendola un elemento di rischio che potrebbe influenzare negativamente sia la stabilità politica sia quella economica nell’area. “Nonostante l’impasse recente sia stato superato, la maggioranza politica resta sottile.” Nel caso di un cedimento dell’esecutivo tedesco, le ripercussioni sarebbero rilevanti anche per l’Italia, dal momento che si tratta della principale economia europea.
Le incertezze intorno a Berlino comportano potenziali rallentamenti nelle decisioni comunitarie e aumentano la pressione sulle finanze degli Stati membri. La situazione richiede attenzione e prudenza, specie nella gestione delle politiche di bilancio e degli investimenti a livello europeo. Inoltre, l’Italia deve prepararsi a eventuali conseguenze economiche legate a questo scenario instabile, considerando il suo ruolo all’interno della zona euro.
Rischi per la stabilità europea
L’azione del governo italiano tra conti pubblici e semplificazione
Sul fronte nazionale, Cottarelli ha fatto un bilancio dell’operato del governo italiano. Ha segnalato come l’esecutivo abbia adottato una linea prudente nella gestione dei conti pubblici. A fronte di un aumento delle entrate, non si è fatto ricorso al cosiddetto “tesoretto” disponibile, scelta che evidenzia una cautela nella spesa pubblica. Questa strategia contribuisce a mantenere sotto controllo il debito pubblico in un contesto economico difficile.
Resta però uno scoglio importante, rappresentato dalla lentezza nelle procedure burocratiche. La semplificazione delle norme amministrative e la riduzione degli iter complicati sono aspetti fondamentali per favorire l’efficienza delle imprese e una più rapida realizzazione di progetti pubblici e privati. Finora, l’azione governativa tarda a mostrare progressi in questo ambito, creando un freno allo sviluppo economico. “Questo elemento dovrà essere affrontato per migliorare la competitività generale e attrarre investimenti nel paese.”