Antonio Argentino, il 31enne considerato l’ultimo latitante del gruppo Marigliano, ha deciso di presentarsi spontaneamente alle autorità, ponendo fine a un periodo di evasione. La cattura di Argentino avviene in un contesto di inchieste intensificate sugli atti di violenza e criminalità organizzata nella regione campana. La sua resa segna un punto cruciale nelle operazioni condotte dalle forze di polizia, che hanno intensificato le misure per catturare i membri del clan Marigliano, noto per le sue attività illegali.
Il ruolo di Antonio Argentino nel clan Marigliano
Antonio Argentino era un esponente significativo del gruppo Marigliano, una delle facce più temute della criminalità organizzata di Napoli. Agli inizi di dicembre 2023, il clan è stato oggetto di un’importante operazione condotta dalle forze dell’ordine, culminata con nove arresti. Argentino faceva parte di un’indagine più ampia, che aveva portato alla luce attività riconducibili a detenzione di armi e violenze legate a estorsioni e traffico di stupefacenti. Accusato di aver preso parte a una “stesa” il 5 novembre 2023, un’azione violenta tipica del modus operandi di bande camorriste, Argentino aveva continuato a eludere la cattura per oltre due mesi.
Le indagini hanno rivelato che il clan di Emmanuele Marigliano, detto ‘o nano, aveva tentato di staccarsi dal gruppo Contini, cercando di affermare la propria autonomia nel contesto della criminalità napoletana. Questo scivolamento ha complicato ulteriormente la situazione, poiché ha prodotto conflitti tra diverse fazioni e ha reso l’operato delle forze dell’ordine maggiormente incisivo.
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La cattura e le dinamiche d’indagine
L’escalation delle indagini ha costretto Argentino a prendere la decisione di arrendersi, specialmente dopo che i poliziotti avevano reso impraticabili tutte le opzioni di fuga. Già a dicembre, Argentino era stato filmato dalle telecamere di sicurezza con una pistola, un’immagine che ha assunto un ruolo decisivo nelle indagini e nel successivo fascicolo aperto contro di lui.
La pressione esercitata dagli investigatori, insieme al fatto che un altro membro del clan, Luigi Avella, si era già consegnato, potrebbe aver spinto Argentino a non rischiare ulteriori conseguenze. La Procura, ora in fase di chiusura delle indagini, è pronta a chiedere il rinvio a giudizio dei membri del clan Marigliano. Questa fase segna una delle operazioni più significative nella lotta della polizia contro la criminalità organizzata a Napoli, evidenziando gli sforzi delle autorità nel contrastare il degrado e la violenza legati al fenomeno malavitoso.
Le prospettive future per le indagini
Con la cattura di Argentino, l’attenzione ora si volge verso le indagini in corso, che riguardano il clan Marigliano e la sua operatività. La Procura, avvalendosi di prove e testimonianze raccolte, mira a portare a galla non solo i meccanismi interni del clan, ma anche i possibili legami con altre reti criminali attive nel territorio.
Mentre le forze dell’ordine continuano a monitorare altri possibili fuggitivi, la situazione rimane in evoluzione. La latitanza di Argentino ha messo in evidenza le sfide affrontate dalle autorità nel catturare i membri delle organizzazioni mafiose, ma la sua resa potrebbe rappresentare una nuova opportunità per un intervento decisivo nel contrasto alla criminalità.
Le prossime settimane saranno cruciali, non solo per le udienze in calendario, ma anche per l’analisi dei dati e delle informazioni emerse dalle indagini. La comunità di Napoli osserva da vicino, sperando che questo passo avanti possa tradursi in una riduzione della violenza e una maggior sicurezza per i cittadini.