Udienza preliminare per l’omicidio di daniela gaiani slitta all’11 giugno a castello d’argile

Udienza preliminare per l’omicidio di daniela gaiani slitta all’11 giugno a castello d’argile

Il processo per l’omicidio di Daniela Gaiani a Castello d’Argile vede Leonardo Magri imputato per femminicidio; famigliari e l’associazione La Caramella Buona Onlus partecipano come parti civili.
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Il processo per l'omicidio di Daniela Gaiani, inizialmente ritenuto suicidio, vede imputato il marito Leonardo Magri con l'accusa di femminicidio; l'udienza preliminare è stata rinviata per approfondire contestazioni sulla validità delle prove. - Gaeta.it

Il processo per l’omicidio di daniela gaiani si trova in una fase cruciale. La donna, trovata morta il 5 settembre 2021 nella sua abitazione di castello d’argile, è al centro di un caso che inizialmente sembrava un suicidio ma che la procura ha trasformato in un’accusa di femminicidio. Il marito, leonardo magri, è stato imputato e ora l’attenzione si concentra sull’udienza preliminare, rinviata per approfondimenti sulle prove raccolte.

Dettagli sull’omicidio e accusa in corso

Daniele gaiani, 53 anni, è stata trovata senza vita nella sua camera da letto. Al momento del ritrovamento nel settembre 2021, le forze dell’ordine avevano ipotizzato un suicidio, ma l’indagine ha preso una piega diversa. Il marito leonardo magri, che si dichiara innocente, è accusato di averla uccisa. Secondo la procura, il delitto è da inquadrare in contesto di femminicidio aggravato da motivazioni sentimentali.

Il movente individuato riguarda una relazione extraconiugale che magri avrebbe voluto intrattenere con una donna più giovane, considerata incompatibile con la presenza di daniela gaiani. Non si tratta quindi di un gesto impulsivo, ma di una decisione mossa da futili motivi legati alla sfera privata. Magri, assistito dall’avvocato ermanno corso, è al momento a piede libero e il procedimento penale si svolge davanti al giudice salvatore romito.

Ammissione delle parti civili nonostante contestazioni difensive

All’udienza del mattino sono state ammesse alcune parti civili, malgrado le obiezioni presentate dalla difesa. Sono entrati ufficialmente nel processo i familiari diretti di daniela gaiani: la sorella e il fratello, rappresentati dall’avvocato daniele nicolin, e i genitori, seguiti dall’avvocata valentina niccoli. Questi soggetti possono partecipare al procedimento per tutelare i diritti della vittima di fronte alla giustizia.

A sorpresa figura anche come parte civile l’associazione “la caramella buona onlus”, un’organizzazione impegnata contro la violenza sulle donne e la pedofilia, con il patrocinio dell’avvocata barbara iannuccelli. La sua presenza sottolinea l’importanza sociale del caso e l’interesse di certi enti a sostenere la lotta contro abusi e violenze di genere.

Questioni processuali e contestazioni sulla prova raccolta

L’avvocato ermanno corso ha sollevato diverse eccezioni riguardanti le modalità con cui sono state acquisite alcune prove fondamentali. A suo dire ci sarebbero irregolarità formali importanti e una mancanza di corrette comunicazioni agli imputati. In particolare, la difesa ha contestato l’assenza di avvisi riguardanti l’analisi di telefoni cellulari, consulenze tossicologiche, merceologiche e autoptiche.

Per corso queste anomalie rappresentano un “vizio genetico” del processo, una sorta di difetto strutturale che potrebbe influire sulla validità delle prove e dunque sulla tenuta dell’intera accusa. Ha depositato una memoria di oltre 20 pagine dove dettaglia le sue motivazioni. Il giudice romito ha deciso di prendersi più tempo per valutare questi rilievi e quindi ha rinviato la discussione.

Posizione dei legali delle parti civili e prossimi appuntamenti in tribunale

L’avvocato daniele nicolin, che assiste la sorella e il fratello della vittima, ha commentato le eccezioni presentate dalla difesa. Ha dichiarato di non aver esaminato in dettaglio la memoria dell’avvocato corso ma non ritiene che la mancata comunicazione degli avvisi incida sulla possibilità di ripetere gli atti processuali in modo corretto.

Nicolin ha sottolineato come il rinvio a giudizio, ormai previsto per l’11 giugno, rappresenti un passaggio doveroso per consentire di affrontare la fase dibattimentale e portare avanti l’istruttoria. Quel giorno il giudice salvatore romito dovrà decidere se accogliere la richiesta della procura e mandare a processo leonardo magri. Fino ad allora il procedimento resterà sospeso, mentre familiari e associazioni restano in attesa dell’esito.

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