Nella notte tra giovedì e venerdì, l’Ucraina ha subito uno degli attacchi più devastanti dall’inizio del conflitto. Missili e droni russi hanno colpito in modo indiscriminato diverse città ucraine, causando distruzione su infrastrutture vitali e quartieri residenziali. Le esplosioni, avvenute in zone come Kharkiv, Sumy, Odessa, Poltava, Kiev e Dnipropetrovsk, hanno generato paura e disorientamento, lasciando dietro di sé almeno dieci feriti, tra cui un bambino. Le sirene antiaeree hanno risuonato per ore, costringendo i civili a cercare rifugio in un clima di grande preoccupazione. Con il recente alleggerimento del supporto statunitense in termini di intelligence e aiuti militari, l’Ucraina si trova ora più vulnerabile alla violenza russa.
Le risposte dell’Ucraina: una sfida contro il tempo
Le difese aeree ucraine hanno tuttavia dato prova di resistenza. Durante l’attacco, oltre ai famosi caccia F-16, anche i Mirage 2000, forniti dalla Francia, sono stati mobilitati per affrontare la minaccia. Gli aerei ucraine sono stati in grado di abbattere 34 missili e 100 droni, evidenziando un’efficace capacità di risposta. L’invio dei Mirage ha assunto un valore simbolico, rappresentando l’intensificazione della cooperazione militare con l’Europa e il sostegno diretto alla lotta ucraina. Questi aerei, progettati per missioni di difesa aerea e attacco al suolo, sono giunti in Ucraina dopo un lungo periodo di addestramento per i piloti ucraini, permettendo quindi di migliorare le strategie di difesa contro la superiorità aerea russa.
Il massiccio attacco proveniente dalla Russia ha reso evidente che le forze armate di Putin intendono approfittare della recente diminuzione del sostegno occidentale. Di fronte a questo quadro, le forze ucraine cercano di rafforzare la loro resilienza, consapevoli che il futuro del Paese potrebbe dipendere dalla loro capacità di resistere in queste circostanze avverse.
L’evoluzione diplomatica: Trump e la sua posizione ambigua
L’offensiva russa ha anche conseguenze sul piano diplomatico. Recentemente, l’ex presidente Donald Trump ha adottato una posizione ambivalente nei confronti dell’Ucraina. Nonostante le sue recenti concessioni, che hanno comportato l’interruzione della fornitura di armi e la fine della condivisione dell’intelligence, ha cercato di apparire come un mediatore fermo. In risposta all’escalation russa, ha minacciato nuove sanzioni contro Mosca se non fosse stata disposta a sedersi al tavolo delle tratative. Tuttavia, il suo atteggiamento ha sollevato dubbi sulla sua neutralità, con critiche dirette a Kiev giudicata “difficile” e una fiducia nelle affermazioni di Putin che ha destato sospetti tra gli osservatori internazionali.
Un aspetto rilevante del suo discorso è la sua convinzione che Putin voglia veramente concludere la guerra, un’affermazione che contrasta fortemente con la realtà della continua offensiva russa. In questo panorama complicato, il vertice di Gedda previsto per il prossimo martedì si preannuncia come un punto cruciale nella pianificazione e strategia delle alleanze.
Il vertice di Gedda: obiettivi e attese
A differenza dei precedenti incontri a Gedda, incentrati su questioni di diplomazia globale, questo vertice sarà dedicato esclusivamente al conflitto in Ucraina e all’eventuale ricerca di un cessate il fuoco. Parteciperanno circa 30-40 nazioni, tra cui Stati Uniti, Ucraina, Cina, India, Brasile, Regno Unito, Polonia e membri dell’Unione Europea, mentre la Russia non è stata invitata a far parte dei lavori. Tra i rappresentanti statunitensi ci saranno figure di spicco come Steve Witkoff e Marco Rubio.
Uno degli aspetti salienti del vertice potrebbe essere la firma di un accordo tra Ucraina e Stati Uniti riguardo all’uso delle risorse minerarie nel Paese, in particolare per le terre rare. Questo intesa permetterebbe a Washington di avere accesso privilegiato a risorse strategiche, mentre l’Ucraina beneficerà di investimenti e tecnologie per l’estrazione di minerali, potenziando così la sua economia. Inoltre, questa collaborazione potrebbe ridurre la dipendenza dell’Occidente dalla Cina per le terre rare, cruciali per molte produzioni tecnologiche e militari.
L’assenza della Russia al vertice di Gedda non indica una sua estraneità ai giochi diplomatici. Infatti, Putin continua a scommettere sul fatto che la pressione su Kiev potrebbe portare a un abbassamento della resistenza. Il dinamismo della situazione internazionale rimane in costante evoluzione, e le prossime ore potrebbero delineare nuovi scenari nelle relazioni tra le potenze in gioco.