Trump apre la guerra dei dazi sui film stranieri mentre hollywood domina il box office italiano nel 2024

Trump apre la guerra dei dazi sui film stranieri mentre hollywood domina il box office italiano nel 2024

Il cinema americano domina il mercato italiano con oltre il 54% degli incassi nel 2024, mentre l’Italia promuove le sue produzioni negli Stati Uniti e ospita grandi set hollywoodiani che sostengono l’economia locale.
Trump Apre La Guerra Dei Dazi Trump Apre La Guerra Dei Dazi
Nel 2024 il cinema americano domina il mercato italiano, mentre cresce l'interesse a promuovere il cinema italiano negli USA. Le produzioni hollywoodiane in Italia sostengono l'economia locale, ma tensioni commerciali sui dazi rischiano di danneggiare la cooperazione culturale tra i due Paesi. - Gaeta.it

L’impatto del cinema americano resta dominante nelle sale italiane mentre si intensificano le tensioni commerciali tra Stati Uniti e resto del mondo sul tema delle tariffe d’ingresso per i film stranieri. Nel 2024, i film prodotti negli Usa hanno conquistato più della metà degli incassi totali in Italia, confermando una netta supremazia di Hollywood nel mercato europeo. Parallelamente però, cresce l’interesse italiano a farsi conoscere meglio negli Stati Uniti, con eventi mirati a promuovere le produzioni nazionali oltreoceano specialmente in vista degli Oscar. La situazione si complica ulteriormente dal momento che diverse grandi produzioni americane continuano a girare in Italia beneficiando delle agevolazioni locali e alimentando un indotto economico sensibile.

Incassi dominati dai film americani, la posizione del cinema italiano

Nel box office italiano del 2024, più della metà degli spettatori ha scelto film americani. Secondo il bilancio Cinetel, i film Usa hanno fatturato 268 milioni di euro, pari al 54,2% degli incassi complessivi, e hanno attirato oltre 36 milioni di spettatori, ovvero il 52,3% del pubblico totale. Di contro, le produzioni italiane, comprensive anche delle co-produzioni internazionali, sono riuscite a raggiungere soltanto 121,4 milioni di euro, appena il 24,6% degli incassi, e circa 18 milioni di spettatori.

Non a caso, tutti i blockbuster di maggior successo in Italia sono stati film provenienti dall’estero. La pellicola con più incassi del 2024 è stata “Inside Out 2” con 46,5 milioni, mentre il migliore film italiano, “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, si è fermato a 9 milioni, conquistando il decimo posto nella classifica generale. Questo divario mette in luce come il cinema italiano fatichi a imporsi nel proprio mercato domestico contro le grandi produzioni americane che possono contare su budget maggiori e campagne promozionali più aggressive.

L’open roads porta il cinema italiano negli stati uniti

Nel tentativo di promuovere il cinema italiano negli Stati Uniti, si avvicina una delle manifestazioni più rilevanti di settore: la Open Roads: New italian cinema. La manifestazione si svolgerà a New York dal 29 maggio al 5 giugno, organizzata da Cinecittà e Film at Lincoln Center. Durante questi giorni saranno presentati 14 titoli che rappresentano alcune delle pellicole più significative dell’ultima stagione italiana.

Questi film avranno anteprime cittadine e, in molti casi, prime americane assolute, creando opportunità per far conoscere storie e talenti italiani al pubblico oltreoceano. L’iniziativa riflette il bisogno di spingere con più forza le produzioni nazionali in mercati esteri dove la concorrenza è molto agguerrita. Il festival nasce dalla consapevolezza che gli eventi internazionali rappresentano una vetrina essenziale per favorire la circolazione del cinema italiano e avvicinare spettatori e critici statunitensi, colmando così il divario commerciale tra i due paesi.

Le produzioni americane in italia alimentano l’economia locale

Se da una parte il cinema americano invade i cinema italiani, dall’altra parte molte produzioni Hollywoodiane scelgono l’Italia per girare i loro film. Cinecittà e le film commission regionali svolgono un ruolo centrale nell’organizzare e sostenere queste riprese, che approfittano di incentivi fiscali e della varietà di ambientazioni offerte dal territorio nazionale.

Nel 2024, sono attivi circa 30 set cinematografici in Italia. Tra le grandi produzioni straniere c’è “The Dog Stars” diretta da Ridley Scott, in fase di lavorazione dal 25 aprile per due mesi. Questo progetto impiega più di 400 lavoratori italiani e oltre 100 stranieri. Intanto Christopher Nolan gira “The Odyssey” con la sua casa di produzione Syncopy per Universal Pictures, coinvolgendo per circa 12 settimane 220 professionisti italiani e 250 statunitensi.

Questi set generano un movimento economico significativo, dando lavoro a tecnici, attori, ma anche professionisti indiretti del mondo della cultura e del turismo. L’ad di Cinecittà, Emanuela Cacciamani, sottolinea che questi progetti valgono non solo per gli incentivi fiscali ma soprattutto per ciò che l’Italia può offrire in termini di bellezze naturali, clima e patrimonio culturale. Tale collaborazione è vista come una risorsa cruciale per il tessuto produttivo locale e per la diffusione della cultura italiana nel mondo.

La polemica sui dazi doganali e le difficoltà del cinema italiano

L’idea di imporre tariffe doganali sui film prodotti all’estero, messa sul tavolo dall’amministrazione Trump, ha sollevato reazioni forti tra gli addetti ai lavori in Italia e negli Stati Uniti. La proposta rischia di limitare la circolazione culturale e bloccare un flusso transnazionale che ha da sempre caratterizzato il settore audiovisivo.

Sabina Di Marco, segretaria nazionale della Slc Cgil, ha definito la discussione su questo argomento “surreale e imbarazzante”. Secondo lei l’applicazione dei dazi è controproducente soprattutto per il settore del lavoro, che è già molto difficile da monitorare e tutelare. In effetti, raccogliere dati precisi sulle produzioni e sul numero reale di occupati nel cinema italiano è complicato anche per enti come l’Inps. I continui scambi internazionali infatti contribuiscono a mantenere attivi molti set e a garantire un volume importante di impieghi.

L’estensione dei dazi rischia di affossare un sistema culturale che si basa sulle influenze reciproche e la collaborazione tra paesi. Per ora, l’industria americana sembra divisa tra chi teme la delocalizzazione e chi apprezza il valore degli incentivi italiani. Un equilibrio prezioso per il cinema italiano come per la sua economia che deve essere salvaguardato anche da eventuali schermaglie commerciali.

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