Il fenomeno delle truffe agli anziani non si ferma, soprattutto nei mesi estivi quando la solitudine e la vulnerabilità aumentano il rischio di diventare vittime. In Umbria e Toscana, carabinieri di Città della Pieve e Panicale hanno fermato due uomini napoletani accusati di rapina aggravata su un anziano. Le indagini hanno fatto emergere un gruppo più ampio responsabile di vari colpi con il metodo del “finto poliziotto”, metodo che continua a mettere in allarme le comunità locali.
Le truffe ai danni degli anziani, un problema che si aggrava in estate
Durante il periodo estivo cresce purtroppo la frequenza delle truffe rivolte agli anziani, che spesso restano soli in casa o vivono in piccoli centri abitati. Questo aumenta il rischio di diventare bersagli di squadre criminali organizzate, chiamate “batterie”, che prelevano nelle province del centro e nord Italia partendo da Napoli.
Questi gruppi si muovono con auto a noleggio, ideando piani per entrare in casa con l’inganno o con la forza, sottraendo soldi e preziosi. Le forze dell’ordine mantengono alta la guardia e rispondono con arresti mirati, cercando di fermare questi episodi che mettono a rischio la sicurezza soprattutto delle fasce più fragili. Nel corso degli anni le vittime aumentano precisamente in estate, quando la vita sociale si riduce e i controlli familiari tendono a diminuire.
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Il caso recente in umbria: arresti e denunce tra città della pieve e panicale
Il 2025 vede un nuovo colpo inferto alle batterie partenopee, con due arresti per rapina aggravata effettuati dai carabinieri di Città della Pieve e Panicale. I fermati, 28 e 35 anni di Napoli, sono stati colti in flagranza mentre colpivano un anziano.
L’indagine ha portato alla denuncia di altri quattro uomini e una donna di origine ucraina, tutti coinvolti in diverse truffe messe a segno tra Umbria e Toscana. Tra i reati contestati figura soprattutto il “finto poliziotto”, una tecnica che consiste nel fingersi agenti in borghese per entrare nelle case e ingannare le vittime. La procura di Perugia segue attentamente il caso, che si pensa faccia parte di un gruppo organizzato ben radicato nel territorio.
Modus operandi delle batterie: violenza, inganno e furti con prelievi bancomat
Uno degli episodi più gravi di questa rete criminale è avvenuto il 25 aprile 2025 nell’abitazione di un anziano a Magione. Due malviventi fingendosi poliziotti si sono introdotti in casa, rubando dodici monili d’oro e 550 euro in contanti.
Hanno tentato anche di strappare con violenza un anello dal dito dell’uomo, che è stato ferito e portato al pronto soccorso di Castiglione del Lago. Le indagini hanno ricostruito almeno altri due furti simili: a Panicale il 19 aprile sono stati sottratti gioielli per 10.000 euro, mentre il 24 aprile a Cortona è stato rubato denaro tramite prelievo con un bancomat rubato dopo il furto di preziosi.
Questo schema ripete l’uso combinato di violenza, inganno e tecniche di scasso, rendendo la rete particolarmente pericolosa per le comunità locali.
Le indagini e le prove: auto a noleggio e telecamere di sorveglianza
Il lavoro dei carabinieri ha portato alla luce la struttura operativa del gruppo usando riscontri concreti come le auto a noleggio provenienti da Napoli, con cui i criminali si spostavano verso Umbria e Toscana per compiere i furti.
Hanno incrociato diversi filmati di telecamere, sia pubbliche che private, riuscendo a identificare i sospetti. Tra i denunciati spicca anche un uomo di 56 anni, accusato di fornire i veicoli usati durante le spedizioni criminali. Il lavoro dei militari ha costretto la banda a fermarsi almeno temporaneamente, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari.
Le prove raccolte mostrano come questa metodologia sia ben organizzata, con un controllo preciso sugli spostamenti e l’individuazione delle vittime più esposte.
Interventi su scala nazionale contro le batterie campane: i risultati dei blitz
Non si tratta di un fenomeno isolato ma di un’attività diffusa su più regioni d’Italia. Negli ultimi mesi le forze dell’ordine hanno messo a segno numerosi blitz in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, arrestando decine di persone legate alle batterie napoletane.
La presenza di reti simili in tante province dimostra l’estensione del problema. Tuttavia la risposta della polizia e dei carabinieri porta frutti concreti, con un aumento delle operazioni mirate e il ritorno di un clima di maggiore sicurezza per gli anziani.
Restano comunque da svolgere molti accertamenti per sgominare tutte le cellule attive e prevenire nuovi colpi che sfruttano la poca difesa sociale degli anziani.
L’allarme delle forze dell’ordine e le raccomandazioni alle famiglie
Le autorità continuano a sensibilizzare le famiglie di anziani, soprattutto nel periodo estivo. Ribadiscono che nessun agente o tecnico dovrebbe mai chiedere denaro o gioielli direttamente a casa.
Proprio per questo invitano i famigliari a monitorare con attenzione le persone più avanti con gli anni, dando ascolto a qualsiasi segnale di disagio o sospetto. La solitudine rimane il principale fattore che facilita gli attacchi dei truffatori, spesso accompagnati da violenza fisica o psicologica.
Mantenere vivo il contatto con parenti e vicini si conferma uno strumento fondamentale per proteggere chi rischia di essere vittima di questi crimini.