Centinaia di Triestini hanno preso parte a una significativa manifestazione nel centro della città per opporsi al progetto di cabinovia proposta dal Comune. Il comitato No Ovovia ha organizzato il corteo, richiamando l’attenzione su un tema che tocca la sostenibilità e la gestione delle risorse pubbliche, in un contesto di crescente preoccupazione per l’ambiente.
Una manifestazione affollata e colorata
Oggi, tra le 3.000 e le 4.000 persone hanno sfilato per le strade del centro di Trieste, a partire da piazza Oberdan. L’atmosfera era vivace, caratterizzata da centinaia di bandiere azzurre recanti il logo distintivo di un uovo, simbolo del comitato organizzatore. La presenza di partecipanti di tutte le età ha conferito al corteo una dimensione inaspettata, evidenziando l’ampia partecipazione della comunità. Bambini, adulti e anziani si sono riuniti in un’unica voce per esprimere il loro dissenso riguardo al progetto della cabinovia, il cui percorso dovrebbe partire dal Porto Vecchio per arrivare sul Carso.
Il corteo è stato animato dalla musica di tamburi e altri strumenti, creando un senso di solidarietà e determinazione. In testa alla manifestazione si è prospettato uno striscione particolarmente evocativo: “Ovovia: ora basta!” Diverse altre scritte, tra cui “Non dalle nostre tasche” e “La grande idiozia“, hanno arricchito il panorama di espressione collettiva. Il messaggio era chiaro: la popolazione di Trieste non approva l’idea di un’opera che ritiene onerosa e controproducente.
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Le preoccupazioni per l’impatto ambientale
Uno dei temi principali sollevati dai manifestanti riguarda l’impatto ambientale del progetto della cabinovia. Gli oppositori evidenziano che la realizzazione di un impianto di questo tipo comporterebbe un significativo dispendio di risorse naturali e trasformazioni del paesaggio. Durante il corteo, molti partecipanti hanno sottolineato la necessità di preservare l’ambiente urbano e le bellezze naturali della regione.
Le stime dei costi legati alla cabinovia, ammontanti a circa 60 milioni di euro, vengono considerate ingiustificabili dai manifestanti, che chiedono invece investimenti su opere più sostenibili e meno invasive. L’idea di un’alternativa più economica e utile ha guadagnato ampio sostegno tra i partecipanti, i quali si sentono fortemente coinvolti nella discussione pubblica su come e dove allocare le risorse destinate ai progetti infrastrutturali.
Molti cittadini, spaventati dalla possibilità di un grave danno ambientale, sono decisi a continuare a lottare per una Trieste “più verde”. Questa manifestazione potrebbe rappresentare solo il primo passo di una serie di azioni volte a sensibilizzare ulteriormente la popolazione e gli organi competenti sulle problematiche legate al progetto.
Il futuro del progetto e le firme a Bruxelles
Recentemente, è emerso che la cabinovia non verrà più finanziata con i fondi del Pnrr, alterando significativamente il destino del progetto. Fonti attendibili rivelano che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta cercando nuovi sistemi di finanziamento, ma la partecipazione a queste manifestazioni suggerisce una crescente opposizione pubblica che potrebbe rendere difficili persino questi tentativi.
Il Comitato No Ovovia ha già fatto sentire la propria voce a livello europeo, inviando oltre diecimila firme a Bruxelles per esprimere un forte dissenso nei confronti del progetto. Questo attivismo non solo dimostra l’impegno della comunità locale, ma rappresenta anche una chiara testimonianza del desiderio di un cambiamento nella gestione delle politiche regionali riguardo alle infrastrutture.
La mobilitazione della città di Trieste attesta la forza del dibattito pubblico, nonché l’importanza della partecipazione civica nella definizione delle politiche urbane. Man mano che il progetto prosegue, l’attenzione della popolazione e degli attivisti è destinata a rimanere alta, con l’auspicio di garantire un futuro sostenibile per il territorio.