Trento tra le città più costose d'Italia: prezzi in aumento e povertà crescente

Trento tra le città più costose d’Italia: prezzi in aumento e povertà crescente

Trento registra un aumento dei prezzi del 2,1% a gennaio, superando la media nazionale. Le famiglie affrontano crescenti difficoltà economiche e povertà, mentre i sindacati chiedono interventi urgenti.
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Trento tra le città più costose d'Italia: prezzi in aumento e povertà crescente - Gaeta.it

Trento si conferma, per il secondo mese consecutivo, una delle città più costose in Italia, con statistiche preoccupanti sui rincari dei prezzi. I dati forniti dall’Istat rivelano un aumento del 2,1% delle spese all’interno della provincia nel mese di gennaio, in netto contrasto con la media nazionale che ha visto una crescita del 1,5% nell’indice dei prezzi al consumo. Questo scenario è ulteriormente aggravato dalla situazione di Bolzano, che detiene il primato con i rincari maggiori sull’intero territorio nazionale.

Aumenti dei prezzi: focus sui settori più colpiti

Una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil del Trentino precisa che, in base all’indice Nic dell’Istat, i settori particolarmente colpiti da questi aumenti sono quelli alimentari, le spese legate all’abitazione, nonché la ristorazione e i servizi alberghieri. È allarmante notare che negli ultimi cinque anni i prezzi dei beni alimentari nella regione hanno registrato un’impennata del 28,2%. Le spese per la casa e l’energia hanno avuto un incremento ancora più preoccupante, toccando il 42,7%. Questi dati non fanno altro che evidenziare come il potere d’acquisto dei cittadini stia diminuendo, rendendo difficile per molte famiglie gestire le proprie finanze.

L’impatto della crescita dei prezzi sulle famiglie trentine

Dal gennaio 2020, le famiglie trentine hanno visto un incremento dei prezzi generali pari al 21,3%. Questo significativo aumento ha complicato la vita quotidiana per molte persone, trasformando l’esperienza di vivere in Trentino in un vero e proprio dilemma economico. Secondo l’ultimo report dell’Istat, nel 2023 oltre 50 mila cittadini in provincia vivono in povertà relativa, rappresentando il 9,3% della popolazione complessiva. Le famiglie lottano per far quadrare i conti e l’inflazione erode i risparmi, portando a un’accresciuta vulnerabilità economica per numerosi nuclei familiari.

Le richieste dei sindacati per affrontare l’emergenza economica

In risposta a questa situazione critica, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher, pongono l’accento sulla necessità per la Giunta provinciale di intervenire immediatamente. Le loro richieste includono il sostegno al reddito delle famiglie, promuovendo la contrattazione collettiva di secondo livello e potenziando i meccanismi partecipativi. Propongono inoltre l’adozione di politiche abitative che possano realmente abbattere i costi delle abitazioni, sempre più considerate un lusso per i lavoratori. Ultimo, ma non per importanza, l’aggiornamento delle misure del welfare provinciale in base all’inflazione reale, iniziando dall’assegno unico. Misure urgenti sono necessarie anche per affrontare il caro energia, che continua a gravare sulle spese quotidiane.

La situazione attuale a Trento rappresenta una sfida fondamentale per la comunità, che si trova a fronteggiare rincari significativi e un aumento della povertà. Con l’auspicio che le richieste dei sindacati possano essere ascoltate, il futuro delle famiglie trentine resta appeso a un filo.

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