Un grave fatto di cronaca si è verificato a Napoli, vicino a piazza Carolina, dove un uomo di 80 anni ha perso la vita per mano del fratello di 76, che subito dopo si è tolto la vita. I dettagli restituiscono una vicenda segnata da solitudine, malattia e conflitti familiari, che ha scosso profondamente il quartiere e gli abitanti della zona.
I rapporti complicati tra i fratelli e le possibili cause dell’omicidio-suicidio
Gli abitanti della zona, e chi conosceva la coppia, ipotizzano che l’omicidio sia stato scatenato dall’aggravarsi delle condizioni di salute di entrambi i fratelli. Raffaele Poce, ex guardia giurata, pare avesse scoperto di essere anche lui malato. La sensazione di non poter più accudire il fratello, combinata alla consapevolezza delle proprie condizioni, potrebbe aver acceso la miccia fatale.
La relazione tra i due non era priva di tensioni: i frequenti litigi elencati da chi li frequentava indicano una convivenza difficile, fatta di contrasti e forse di rassegnazione. Questa combinazione di fattori ha portato a un gesto estremo, segnato dalla disperazione. Il contesto racconta una doppia sofferenza fisica e psicologica che ha avuto una tragica conclusione.
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La dinamica dell’evento e i momenti immediatamente successivi
Quella mattina, Raffaele ha citofonato a una vicina per farsi aprire la porta del palazzo in cui abitava Franco. La donna, che lo conosceva e aveva già ricevuto sue visite, l’ha trovato tranquillo e non ha avuto motivi di sospettare nulla. Pensava soltanto che volesse vedere il fratello senza disturbare.
Dopo l’omicidio, anche la moglie di Raffaele è entrata nell’appartamento ed è uscita in fretta per chiedere aiuto, segno che qualcosa di grave era accaduto. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno avviato le indagini per risalire alla dinamica precisa e confermare le ipotesi.
Le testimonianze raccolte indicano una fase di tensione che ha portato a un crollo drammatico, con la morte di entrambi i fratelli in circostanze violente e ultime ore cariche di sofferenza. Lo scenario disegna un quadro triste e complesso di una famiglia in difficoltà isolata nel cuore di Napoli.
Il contesto e la vita difficile di franco poce
Franco Poce, l’ottantenne vittima, era un ex sagrestano noto nel quartiere ma vissuto in condizioni precarie. Abitava da solo in un appartamento senza acqua, luce e gas, una situazione estrema che rivelava una vita segnata da difficoltà. Un vicino ha raccontato che Franco era spesso accudito dal fratello Raffaele e che tra di loro c’erano stati numerosi litigi e tensioni.
Ad aprile, un incendio scoppiato in casa di Franco aveva provocato ustioni alle gambe dell’uomo, con l’intervento provvidenziale di un medico e del vicino. Questo episodio conferma l’ambiente precario e pericoloso in cui viveva, senza un supporto adeguato. I residenti descrivono Franco come un uomo solo e malato, un quadro che spiega almeno in parte il clima di disagio che circondava la sua esistenza.