Il Giffoni Film Fest ha accolto Tim Burton e Monica Bellucci con un’energia travolgente che ha coinvolto quasi mille ragazzi nella sala Truffaut e molti altri in attesa sotto il sole per un autografo o un selfie. Il regista, noto per i suoi film iconici, ha parlato della serie Mercoledì, della sua carriera e dell’impatto che il suo lavoro ha avuto sulle nuove generazioni di filmmaker. L’evento ha coinvolto giovani da diversi paesi europei e non solo, dimostrando come la cultura popolare creata da Burton continui a ispirare e affascinare.
L’arrivo di tim burton e monica bellucci e la reazione dei giffoner
Tim Burton è giunto a Giffoni nel primo pomeriggio del festival accompagnato da Monica Bellucci. Entrambi vestiti di nero e con un sorriso aperto, hanno subito catturato l’attenzione del pubblico, soprattutto dei giovani spettatori. Chi si è presentato con trecce particolari, chi con le labbra truccate di nero o rosso sangue per richiamare il personaggio di Mercoledì, altri hanno mostrato emozioni intense, tra urla e lacrime.
Il clima era di grande festa e attesa. Giorgio Lomasto, il giovane che ha presentato l’evento, ha descritto la partecipazione come “un momento storico” per il festival, segnale che mai prima d’ora un artista così amato aveva ricevuto un’accoglienza simile. Tra i presenti c’era chi, entusiasta, ha detto di aver vissuto questo incontro come un regalo di compleanno.
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Burton ha ricambiato l’affetto con pazienza e attenzione, stringendo le mani di molti, firmando autografi e scattando numerose foto. Non solo italiani tra il pubblico, ma anche ragazzi provenienti da Spagna, Norvegia, Macedonia, Croazia, Grecia e Azerbaijan. Il regista ha manifestato la sua gioia per l’accoglienza ricevuta, sottolineando l’energia positiva presente nella sala e nell’intero festival.
Il legame con mercoledì e i dettagli sulla seconda stagione della serie netflix
Il fulcro dell’incontro è stata la serie tv “Mercoledì”, che Burton ha diretto e che si appresta a lanciare la seconda stagione su Netflix nei primi giorni di agosto e settembre. Il regista ha spiegato di aver sentito fin da subito una connessione con il personaggio, descritto con una personalità intensa e complessa.
Burton ha rivelato di essersi identificato nel carattere forte di Mercoledì, paragonandolo al suo stesso vissuto adolescenziale. Ha invitato i giovani presenti a continuare a inseguire i propri sogni, facendo proprio l’esempio della protagonista. Per quanto riguarda la musica che ha accompagnato la danza di Jenna Ortega, interprete di Mercoledì, ha speso parole di apprezzamento per Lady Gaga definendola “una grande artista” con cui ha stabilito un intenso rapporto creativo.
Il regista ha ricordato che la seconda stagione approfondirà le sfaccettature del personaggio, puntando a renderlo più umano e vicino, promettendo dunque un racconto ancora più articolato e ricco di dettagli psicologici.
Ricordi personali di burton e suggestioni sulla sua carriera
Durante l’incontro, Burton ha parlato della sua adolescenza, ammettendo di non essere mai stato un tipo che amava la scuola o le parole, ma di preferire le attività pratiche legate alla creatività. Ha definito se stesso come “un escluso tra gli esclusi” e ha raccontato di essersi sentito molto fortunato per aver colto l’opportunità di seguire le proprie passioni, principalmente il disegno e la creazione di storie.
Il regista ha accennato alla casualità che ha caratterizzato la sua carriera, iniziata nel 1982 con il corto “Vincent”, il suo primo lavoro importante. Ha citato il valore di questo corto, narrato da Vincent Price, una figura che ammira profondamente. Tra i suoi film più noti ha menzionato classici come “Edward mani di forbice”, “Nightmare Before Christmas”, “Ed Wood”, “Il mistero di Sleepy Hollow”, “Big Fish” e “La sposa cadavere”.
Sul casting di Johnny Depp nella parte di Edward ha raccontato come fosse considerato una star per i teenager, ma lui vide in lui un attore capace di incarnare la fragilità e la sensibilità richieste dal ruolo, ancora una volta sottolineando il suo gusto per il cinema espressivo e intimo.
Burton sulla generazione social e i consigli per i giovani
Il regista ha affrontato anche il tema dei social media, osservando come la sua esperienza da giovane sia stata molto diversa da quella delle nuove generazioni immerse in questo universo digitale. Ha sottolineato che, se fosse nato oggi, probabilmente non avrebbe retto la pressione di una vita così connessa.
Burton ha invitato i ragazzi a dedicare tempo ad altre attività oltre all’uso dei social, senza però negare l’importanza di questo mezzo nella loro vita. Ha condiviso una riflessione personale sui commenti negativi che legge online riguardo a lui, descrivendoli come talmente duri da fargli venire voglia di mollare tutto. È stato un consiglio a non dar peso a certe critiche senza fondamento.
L’artista ha ribadito quanto la sua carriera sia stata frutto di un percorso in parte casuale, nato dalla passione e dalla determinazione a non abbandonarle, più che da un cammino pianificato.
Il rapporto con il lato oscuro e la creazione artistica
Durante la sessione di domande, alcuni partecipanti hanno sottolineato quanto Burton abbia influenzato i loro sogni e incubi. Lui ha risposto chiarendo che non si definisce un regista “dark”: il suo lavoro racconta la vita nelle sue molteplici declinazioni, tra humour, tristezza, tragedia, leggerezza ed emozione.
Ha insistito sul ruolo fondamentale della matita e del disegno come origine di tutto ciò che crea. Ha poi spiegato che “Big Fish” nasce dopo la perdita del padre, un progetto che lo ha sfiorato nel momento giusto, ispirato da un libro letto e non da un’idea personale.
A questo punto ha ringraziato i presenti per l’incontro, riconoscendo che lo avrebbe ispirato per il futuro, e augurando ai giovani di avere una vita ricca di progetti e soddisfazioni professionali, lasciando aperto lo spazio per il prossimo incontro culturale.