Un appello diretto e deciso quello lanciato dal comitato “Con Te Napoli”, guidato dall’ingegnere Luigi Iaquinta e dal socio Enzo Rivellini, per richiedere l’immediata revoca del divieto di trasferta che colpisce i tifosi del Napoli residenti in Campania. Da due mesi, i sostenitori della squadra partenopea si vedono negata la possibilità di seguire la loro squadra in campo. Un divieto che è stato oggetto di contestazione formale da parte del comitato, coadiuvato dall’avvocato Angelo Pisani, noto per la sua militanza nel club Napoli Maradona.
Il divieto di trasferta e le sue motivazioni
Il divieto imposto ai supporters napoletani per le trasferte è stato oggetto di critiche e discussioni. Secondo quanto affermato dal comitato, non ci sarebbe alcuna giustificazione concreta che possa legittimare questa decisione. Il documento presentato dalle autorità e l’assenza di spiegazioni chiare hanno spinto il comitato a considerare tale decisione come una “resa dello Stato e dello sport”. Questo è un aspetto cruciale, poiché la passione sportiva è parte integrante della cultura e dell’identità collettiva di una comunità.
Il divieto, apparentemente motivato da ragioni di sicurezza, viene considerato dal comitato anche una violazione dei diritti costituzionali e convenzionali. I membri di “Con Te Napoli” sostengono che hanno diritto di seguire le proprie squadre in trasferta e che questa restrizione non può essere accettata. Inoltre, si evidenzia un possibile fallimento nelle misure di sicurezza, che avrebbero dovuto garantire la tranquillità dei tifosi. L’uso della Fidelity Card da parte dei sostenitori è stato citato come un esempio di come si siano già adottate misure preventive sufficienti da garantire delle trasferte sicure.
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Le conseguenze economiche del divieto
Il comitato non si è limitato a denunciare il divieto, ma ha anche portato in luce il danno economico che tale decisione si traduce per il settore, in particolare per le attività commerciali legate al tifo calcistico. I tifosi non possono solamente essere visti come spettatori, ma sono parte vitale dell’economia che ruota attorno agli eventi sportivi. La mancanza di trasferte comporta un calo degli introiti per le attività locali, i bar e i ristoranti, che beneficiano dell’afflusso di tifosi soprattutto nelle occasioni di partite in trasferta.
Il comitato, pertanto, ha lanciato una richiesta di risarcimento per questo danno economico subito, sottolineando come il diritto di seguire la propria squadra del cuore non dovrebbe avere ripercussioni tali da compromettere anche l’economia locale. C’è l’esigenza di un equilibrio tra la sicurezza e il diritto dei tifosi di manifestare il proprio supporto, che, se limitato, produce effetti complessi e negativi su molteplici fronti.
La richiesta di intervento delle autorità
L’atto ufficiale presentato dal comitato, sostenuto dal legale Angelo Pisani, non è solo un richiamo alla revoca di un provvedimento ritenuto ingiusto, ma un invito eloquente alle autorità competenti a garantire il rispetto della Costituzione Italiana e dei diritti dei cittadini. In particolare, le richieste si rivolgono al Presidente della Repubblica, affinché possa intervenire su una materia così intricata e cruciale per la tifoseria napoletana.
Il meccanismo che porterebbe a una possibile modifica del divieto è a questo punto nelle mani della politica e delle autorità locali, che sono chiamate a prendere in considerazione le istanze espresse dai tifosi, ascoltando il grido di una comunità che vive la passione per il calcio in modo profondo. La speranza è che questa azione possa risollevare il morale di tanti tifosi e riportare la situazione alla normalità, garantendo così la libertà di seguire le proprie squadre.