Tensione e memoria a potocari nella commemorazione delle vittime del genocidio di srebrenica

Tensione e memoria a potocari nella commemorazione delle vittime del genocidio di srebrenica

Migliaia di persone si sono radunate a Potocari per commemorare le vittime del genocidio di Srebrenica, con la restituzione dei resti di sette vittime, una marcia per la pace e un concerto di Andrea Griminelli.
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Commemorazioni a Srebrenica per il 30° anniversario del genocidio, con la tumulazione di sette vittime identificate, la marcia della pace, assenze politiche significative e un concerto di Andrea Griminelli a Sarajevo. - Gaeta.it

Migliaia di persone si sono radunate fin dalle prime ore del mattino al Cimitero Memoriale di Potocari, situato ai margini di Srebrenica, per ricordare le vittime del genocidio avvenuto 30 anni fa. In quel luogo si raccolgono familiari, amici e cittadini comuni per omaggiare oltre ottomila persone uccise dalle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic. L’atmosfera è carica di dolore e rispetto, con una sterminata distesa di lapidi bianche a segnare le tombe di chi non ha mai più fatto ritorno.

Il rinnovato arrivo dei resti di sette vittime identificate

In questa cerimonia, oltre alle parole e ai momenti di raccoglimento, hanno un peso importante i resti di sette vittime individuate e identificate negli ultimi dodici mesi. Due giorni prima, un corteo funebre ha viaggiato da Visoko fino a Potocari, attraversando il centro di Sarajevo per riportare dignità e rispetto ai corpi ritrovati dopo decenni. Il trasferimento delle spoglie qui, nel cimitero simbolo della tragedia, ripropone l’urgenza della memoria e la necessità di mantenere vivo il ricordo di chi fu strappato alla vita in circostanze atroci.

Un atto di restituzione della memoria

Questo passaggio non è solo una formalità, ma un atto volto a restituire voce e identità a chi fu vittima di un crimine di cui ancora oggi si misurano le conseguenze. La cerimonia di tumulazione di queste sette persone rappresenta un momento solenne, carico di emozione soprattutto per i parenti presenti, che trent’anni dopo, possono finalmente dare un nome ai loro cari e seppellirli con il rispetto dovuto.

La marcia per la pace e il ricordo degli esuli bosniaci

La notte precedente alle commemorazioni ufficiali, circa seimila persone, tra cui molti giovani italiani, hanno partecipato alla Marcia per la Pace, un evento simbolico di grande rilievo. Il cammino ripercorre all’indietro i cento chilometri percorsi nel luglio 1995 da migliaia di musulmani bosniaci in fuga verso Tuzla, dopo la caduta di Srebrenica. Quel tragitto è memoria di disperazione, ma anche di sopravvivenza.

Giovani e memoria storica

La presenza di giovani, provenienti da varie nazioni, segnala un interesse ancora vivo verso un capitolo drammatico della storia, indicandone l’importanza educativa. La Marcia non è solo commemorazione ma anche testimonianza diretta, in cui passi e silenzi raccontano storie di dolore e speranza di una comunità che non vuole dimenticare. Il percorso attraversa paesaggi e villaggi, puntando a mantenere la memoria storica collettiva e ad evidenziare la brutalità della fuga forzata.

Autorità assenti e la questione del riconoscimento del genocidio

Le cerimonie ufficiali vedranno la partecipazione di autorità politiche e religiose della Bosnia-Erzegovina, insieme a diversi capi di stato, ministri e rappresentanti di istituzioni europee e internazionali. Questi ultimi rappresentano le istanze giudiziarie che, fin dagli anni Novanta, hanno condannato i responsabili del genocidio e continuano le indagini per assicurare giustizia.

Mancanze nelle commemorazioni

Non partecipano invece alcun rappresentante della Serbia e della Republika Srpska, l’entità a maggioranza serba dentro la Bosnia-Erzegovina. Queste componenti negano la definizione di genocidio per gli eventi di Srebrenica e mantengono una posizione contraria alle commemorazioni così come sono organizzate. Questa assenza si lega a tensioni politiche che persistono e complicano ulteriormente il processo di riconciliazione nel paese, mantenendo intatto il ricordo di divisioni profonde e irrisolte.

Il concerto di andrea griminelli tra memoria e cultura a sarajevo

In concomitanza con le commemorazioni, il famoso flautista italiano Andrea Griminelli si esibirà con un breve concerto nelle immediate vicinanze del cimitero, offrendo un momento di riflessione attraverso la musica. L’artista si era già esibito la sera precedente a Sarajevo, presso la Vjecnica, l’ex biblioteca nazionale, gravemente danneggiata durante l’assedio degli anni Novanta. Oggi la Vjecnica ospita il municipio della città.

Un ponte tra arte e ricordo

L’iniziativa musicale, sostenuta dall’ambasciata italiana e dal ministero degli esteri bosniaco, mira a unire cultura e memoria, mettendo in relazione l’arte con il ricordo delle vittime e la rinascita dei luoghi colpiti dalla guerra. Un concertino in questo contesto diventa un omaggio non solo ai caduti, ma anche a una città che ha dovuto ricostruirsi nelle sue fondamenta culturali, ancor prima che materiali. Il dialogo tra musica e storia trova così un punto d’incontro in un momento che combina emozione pubblica e rito collettivo.

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