La sentenza del Tar del Trentino ha accolto il ricorso presentato dallo Studio Altieri contro il progetto del nuovo ospedale di Trento, una decisione che ha portato alla luce nuove questioni sul futuro della struttura sanitaria. Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha commentato il verdetto durante una conferenza stampa a Folgaria, indicando come la giunta provinciale stia valutando il da farsi nella gestione dell’opera.
La sentenza del tar e la reazione della provincia di trento
Il Tar ha giudicato accoglibile il ricorso che riguarda il progetto del nuovo ospedale di Trento, bloccando momentaneamente il percorso previsto per la realizzazione della struttura. Il presidente Fugatti ha ammesso che il risultato non è del tutto sorprendente, considerando le battaglie legali e amministrative in corso da tempo. “Non nascondiamo una reale sorpresa rispetto all’esito di questa sentenza”, ha detto in conferenza stampa.
Il presidente ha sottolineato come la Provincia di Trento abbia sempre mostrato rispetto verso le decisioni del Tar. Questo atteggiamento si è mantenuto costante anche in situazioni complesse legate ad altre questioni delicate, come il tema degli orsi. La pronuncia del tribunale amministrativo rappresenta una tappa che obbliga ora la giunta a riflettere su come procedere per non rallentare ulteriormente il progetto.
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Gli uffici legali della Provincia hanno già avviato una verifica accurata della sentenza. A tal proposito, Fugatti ha chiarito che la giunta ha incontrato il commissario dell’opera, l’avvocato Antonio Tita, insieme all’avvocata Evelina Stefani, per valutare i margini di azione e le strade percorribili a livello giuridico e amministrativo.
Il ruolo del commissario e le valutazioni legali della giunta
Dopo la sentenza del Tar, la Provincia di Trento ha intensificato i suoi incontri con le figure chiave coinvolte nella gestione del progetto ospedaliero. Il commissario designato, avvocato Antonio Tita, è stato convocato dalla giunta insieme all’avvocata Stefani per riunirsi e analizzare le problematiche emerse.
Le valutazioni riguardano i prossimi passaggi da intraprendere per cercare di superare l’impasse. Fugatti ha precisato che nelle prossime ore la giunta definira i possibili scenari e successivamente comunicherà ufficialmente le decisioni prese. Gli aspetti giuridici sono al centro del dibattito, perché ogni mossa deve conciliarsi con i vincoli imposti dal tribunale amministrativo.
In questo momento, non è esclusa la possibilità di impugnare la sentenza o di modificare il progetto per adattarlo alle osservazioni sottolineate dal Tar. Ogni azione però richiederà un approfondimento, che la Provincia intende portare avanti rapidamente, cercando di non compromettere ulteriormente i tempi di realizzazione del nuovo ospedale.
Continuità dei servizi all’ospedale santa chiara e urgenza di un nuovo ospedale per trento
Durante la conferenza stampa, Maurizio Fugatti ha voluto rassicurare la popolazione sul funzionamento dell’attuale ospedale Santa Chiara di Trento. La struttura garantisce la copertura dei servizi sanitari essenziali e continuerà a farlo, nonostante la sentenza che blocca momentaneamente il nuovo progetto.
Fugatti ha puntualizzato che il Santa Chiara ha sempre assicurato l’assistenza alla cittadinanza: “lo faceva prima, lo fa oggi e lo farà in futuro”. Lo stesso impegno sarà mantenuto anche nel caso in cui il nuovo ospedale non possa ancora essere costruito. Il presidente ha poi evidenziato come la realizzazione dell’opera sia attesa da circa 25 anni e che in Trentino si avverte un’urgenza concreta per portare a compimento un progetto atteso da tempo.
La sentenza ha inevitabilmente rallentato la pianificazione, ma il bisogno di un ospedale più moderno resta prioritario per la Provincia di Trento e la comunità locale. Il nuovo ospedale dovrebbe rispondere alle necessità crescenti e garantire strutture più adeguate per la cura e la prevenzione, elementi che confermano la centralità di questa infrastruttura per il territorio.
La Provincia sta quindi valutando ogni strada per procedere, in modo che l’interruzione attuale non blocchi a lungo una questione che si trascina da decenni sul futuro della sanità trentina.