Il governo italiano ha bloccato il Codice del Turismo varato dalla Regione Toscana, approvato dal Consiglio regionale a fine 2024. Questa decisione, attesa e annunciata nei giorni scorsi, mette in discussione le norme riguardanti gli affitti brevi, in un contesto dove la pianificazione turistica sta diventando sempre più cruciale. La questione tocca pratiche e diritti che coinvolgono la gestione del patrimonio immobiliare nelle città ad alta densità turistica.
Le disposizioni contestate sugli affitti brevi
Uno dei punti più controversi del Codice del Turismo riguarda la possibilità per i Comuni ad alta densità turistica di limitare gli affitti brevi. Questa norma è stata considerata incostituzionale dal Consiglio dei Ministri, il quale ha sottolineato la violazione dei diritti dei proprietari di immobili. La città di Firenze, sotto la guida prima della giunta Nardella e ora della sindaca Sara Funaro, ha spinto per una legislazione che mira a far fronte alla crescente pressione turistica, specialmente nel centro storico, dove oltre il 6,1% delle abitazioni sono dedicate ad affitti brevi. Un valore di gran lunga superiore rispetto a Roma e Venezia, secondo un’analisi condotta da Nomisma per Airbnb. Non sorprende che il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, abbia difeso la libertà d’impresa, mostrandosi contraria a tali limitazioni.
Le misure riguardanti il settore extra-alberghiero
Un’altra criticità emersa riguarda le disposizioni del “Testo unico del turismo” toscano, che stabilisce che solo gli immobili con destinazione d’uso turistico-ricettiva possano essere destinati ad attività come affittacamere, bed and breakfast e case vacanze. Questa norma di fatto esclude gli immobili con destinazione d’uso residenziale dal mercato dell’hospitality. Inoltre, ogni gestione dovrà avvenire in forma imprenditoriale. Il governo ha definito queste restrizioni come ingiustificate e sproporzionate, ponendo in discussione il diritto dei proprietari di utilizzare i loro beni come desiderano.
La reazione della Regione Toscana
Il governatore Eugenio Giani ha espresso la sua sorpresa per la decisione del governo, sottolineando che l’approccio della legge regionale è stato improntato al buon senso, al dialogo e alla concertazione con le categorie economiche interessate. Giani ha affermato che la normativa rappresenta una visione equilibrata della gestione dei flussi turistici, che tiene in considerazione le esigenze dei residenti nelle grandi città. Il governatore ha annunciato la volontà di proseguire con l’iter giuridico, evidenziando che la Regione è convinta della validità del testo approvato.
La posizione dell’opposizione e le prospettive future
Le critiche non sono mancate. Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d’Italia, ha puntato il dito contro quello che definisce un tentativo di “farsi le leggi da soli”. Dopo quella che alcuni considerano una “clamorosa scelta del governo”, le prospettive future per il Codice del Turismo in Toscana rimangono incerte. Si preannunciano battaglie legali e politiche, soprattutto legate alle esigenze di un settore in continua evoluzione come quello del turismo. La sfida ora è cercare un equilibrio che tuteli al contempo i diritti dei proprietari e le necessità di una comunità sempre più sotto pressione per gli affitti brevi, nel contesto vibrante delle dinamiche turistiche toscane.