Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell’Ici, Imprenditori Canapa Italia, e ha sospeso il decreto del Ministero della Salute che aveva incluso il cannabidiolo nella tabella delle sostanze stupefacenti. Questa decisione non solo segna un passo cruciale nel dibattito legislativo riguardante la vendita di prodotti a base di cannabis, ma rappresenta anche una significativa vittoria per il settore della canapa industriale in Italia, che negli ultimi anni ha mostrato una forte crescita e potenziale economico.
Il decreto ministeriale e le sue implicazioni
Il contenuto del decreto
Il decreto del Ministero della Salute, oggetto di controversia, aveva l’obiettivo di regolamentare l’uso del Cbd, considerato un composto non psicoattivo estratto dalla cannabis. Tuttavia, la decisione di inserirlo nella tabella delle sostanze stupefacenti avrebbe comportato restrizioni significative, limitando la vendita dei prodotti contenenti Cbd esclusivamente alle farmacie, e solo con prescrizione medica non ripetibile. Questa misura ha suscitato forti preoccupazioni tra gli imprenditori del settore, i quali temevano non solo perdite economiche, ma anche la chiusura di numerosi negozi specializzati nella vendita di prodotti a base di cannabis.
Conseguenze per il mercato e gli imprenditori
La vincolante applicazione del decreto avrebbe avuto anche ripercussioni sull’occupazione, con il rischio di gravi danni economici per agricoltori e produttori già fortemente impegnati in investimenti legati alla canapa. La misura, se non fosse stata sospesa, avrebbe potuto trasformare il mercato in un contesto di forte incertezza e instabilità , minando la fiducia degli operatori del settore. Con la decisione odierna del Tar, si apre ora un periodo di attesa fino all’udienza di merito fissata per il 16 dicembre, durante il quale gli operatori possono respirare un momento di sollievo.
Le argomentazioni del ricorso
La posizione dell’Ici
Il collegio dei Giudici del Tar ha sottolineato la validità delle argomentazioni fornite dall’Ici nel loro ricorso, evidenziando il “grave pericolo economico e sociale” derivante dall’applicazione del decreto. Nella loro nota, gli imprenditori hanno riaffermato l’importanza di garantire un quadro normativo chiaro e stabile, che possa supportare il settore della canapa industriale piuttosto che penalizzarlo ingiustamente.
Rischi e opportunità per il settore della canapa
La decisione del Tar di sospendere l’efficacia del decreto offre una rinnovata opportunità per il settore di continuare a prosperare e svilupparsi. Gli operatori possono ora affrontare il mercato con maggiore sicurezza, mentre continuano a lavorare su iniziative innovative e prodotti sostenibili. Il Cbd, in particolare, è considerato un punto di riferimento per numerosi prodotti di consumo, dai cosmetici agli alimenti, ampliando enormemente il potenziale di mercato per gli imprenditori.
La relazione con il ddl sicurezza
Chiarimenti dal Dipartimento delle politiche antidroga
In merito alla sospensione, il Dipartimento delle politiche antidroga di Palazzo Chigi ha chiarito che non esiste alcuna correlazione tra il decreto ministeriale e l’emendamento sulla cannabis contenuto nell’articolo 18 del ddl sicurezza. Questo emendamento mira a recepire una sentenza della Corte di Cassazione, che regola la commercializzazione dei derivati dalle inflorescenze e resina della cannabis, escludendo i prodotti legati alla legge 242/2016.
Prospettive future e normative in evoluzione
Questa distinzione è cruciale, poiché segna un passaggio da una gestione rigida a una più flessibile dei prodotti a base di cannabis sul mercato. Con il settore della canapa industriale che continua a evolversi, le norme e le legislazioni saranno probabilmente riviste e migliorate per meglio rispondere alle esigenze degli operatori e alle richieste del consumatore moderno. La decisione del Tar di sospendere il decreto offre una chance per un dibattito più ampio sull’effettivo ruolo del Cbd nei diversi mercati, favorendo così un approccio più informato e basato su evidenze scientifiche e di mercato.
Questi sviluppi dimostrano chiaramente come il panorama legislativo e commerciale intorno alla cannabis e ai suoi derivati sia in costante cambiamento, e come il settore possa continuare a riflettere innovazioni e opportunità di crescita, almeno fino alla prossima udienza di merito al Tar del Lazio.