Soccorso a due alpinisti bloccati a 4400 metri sul monte rosa, ancora un recupero difficile

Soccorso a due alpinisti bloccati a 4400 metri sul monte rosa, ancora un recupero difficile

Due alpinisti italiani bloccati sulla cresta Signal del monte Rosa a oltre 4400 metri, soccorsi dal Soccorso Alpino Piemontese tra maltempo estremo e difficili operazioni di recupero via terra ed elicottero.
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Due alpinisti sono stati soccorsi sulla cresta Signal del Monte Rosa a causa del maltempo e delle condizioni estreme; uno è stato recuperato in elicottero, mentre l’altro è stato accompagnato via terra al rifugio Capanna Margherita per cure e attesa di migliori condizioni meteo. - Gaeta.it

Un intervento di soccorso alpino nel massiccio del monte rosa ha impegnato squadre e tecnici per ore a causa del maltempo e delle condizioni estreme. Due alpinisti italiani rimasti bloccati sulla cresta signal hanno richiesto aiuto la sera di domenica 27 luglio e la situazione è ancora critica per uno dei due.

La chiamata d’emergenza e le prime ore di tentativi

La richiesta di soccorso arrivata poco dopo le 21 ha attivato le operazioni di emergenza. I due escursionisti, stanchi e provati dal freddo, non riuscivano più a muoversi né a procedere sulla cresta, una zona che supera i 4400 metri di quota. Quella notte la montagna si è mostrata inospitale con vento forte, nevischio e visibilità quasi nulla. L’intervento aereo è stato subito escluso a causa delle condizioni meteorologiche proibitive e anche le prime azioni via terra con guide alpine si sono dovute fermare per sicurezza.

Durante la notte nessun progresso nelle operazioni è stato possibile. I soccorritori hanno valutato la situazione e preparato una strategia per avvicinarsi al luogo dove i due erano bloccati senza aumentare il rischio delle operazioni. Questi momenti di attesa sono stati necessari per coordinare l’intervento e aspettare una possibile tregua atmosferica.

Il primo contatto e le condizioni degli alpinisti

All’alba di lunedì 28 luglio una leggera schiarita ha permesso a un team di quattro tecnici del soccorso alpino piemontese di salire fino a un punto più accessibile lungo il percorso. Da qui hanno raggiunto i due alpinisti intorno a mezzogiorno. Pur trovandoli in stato di ipotermia, entrambi erano ancora coscienti e reattivi. I soccorritori hanno fornito coperte termiche per contrastare il freddo intenso, cibo e acqua per ritemprarli e hanno rassicurato gli alpinisti durante l’attesa di nuove possibilità di recupero.

L’intervento ha richiesto una grande attenzione: era necessario monitorare continuamente lo stato di salute degli escursionisti senza gonfiare i rischi di ulteriori spostamenti in condizioni pericolose.

Il recupero parziale e la situazione meteorologica avversa

Nel primo pomeriggio la tregua meteo ha consentito l’impiego dell’elicottero sanitario. Uno dei due alpinisti è stato agganciato con il verricello e trasportato a valle in codice verde, segno che era in condizioni sufficienti per affrontare il volo. Ma le condizioni atmosferiche sono peggiorate rapidamente subito dopo l’operazione, impedendo all’elicottero di recuperare anche il secondo alpinista.

Questo secondo scoglio ha obbligato il soccorso alpino a cambiare strategia, spostandosi verso una soluzione via terra più lunga ma più sicura. L’alpinista ancora in quota è stato accompagnato con cautela verso la capanna margherita, rifugio situato poco distante e che offre un riparo essenziale in ambienti così estremi.

La complessità dell’evacuazione via terra a quote elevate

Portare una persona in condizioni di ipotermia e affaticamento a oltre 4400 metri richiede tempo e attenzione. L’ambiente ostile, l’aria rarefatta e il terreno ripido richiedono passo lento e coordinamento tra i tecnici. L’evacuazione terrestre non può esser affrettata, pena l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’alpinista e l’aumento del rischio per tutta la squadra di soccorso.

La capanna margherita rimane l’unica tappa intermedia possibile prima di un’eventuale ulteriore trasferimento in sicurezza. Qui si potrà garantire un supporto medico più stabile e valutare lo stato dell’alpinista. Solo un miglioramento delle condizioni meteo potrà permettere un recupero aereo definitivo.

Il valore dell’intervento e il monito della montagna

La giornata di mille sforzi ha messo in luce la determinazione e la preparazione del soccorso alpino. Perfetto coordinamento e prudenza hanno evitato esiti peggiori. L’episodio ricorda quanto la montagna possa essere severa, soprattutto sopra i 4000 metri, dove il freddo e il maltempo si manifestano con forza.

Questo caso ribadisce l’importanza di un’attenta valutazione dei rischi prima di intraprendere vie complesse come la cresta signal. Anche alpinisti esperti possono trovarsi in situazioni critiche se il tempo cambia rapidamente. Il soccorso rimane pronto, ma il rispetto dell’ambiente e della propria sicurezza resta imprescindibile.

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