Sgominato gruppo neonazista: l’inchiesta della Digos fa emergere l’Ordine di Hagal

Sgominato gruppo neonazista: l’inchiesta della Digos fa emergere l’Ordine di Hagal

La Digos di Napoli ha smantellato un’organizzazione neonazista chiamata “Werwolf Division”, emettendo dodici misure cautelari e rivelando l’uso del web per la diffusione di ideologie suprematiste in Italia.
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Sgominato gruppo neonazista: l’inchiesta della Digos fa emergere l’Ordine di Hagal - Gaeta.it

Un’importante operazione della Digos di Napoli ha portato alla luce dettagli inquietanti riguardo a un gruppo suprematista attivo in Italia. L’inchiesta, conosciuta con il nome di “Ordine di Hagal“, ha catturato l’attenzione delle autorità dopo la scoperta di un’organizzazione neonazista ribattezzata “Werwolf Division“. Questo sviluppo ha comportato l’emissione di dodici misure cautelari da parte del giudice per le indagini preliminari di Bologna, segnando un passo fondamentale nel contrasto a ideologie estremiste nel Belpaese.

Dettagli dell’indagine a Napoli

L’inchiesta napoletana è il risultato di un lavoro di intelligence condotto dalla Digos, che ha collaborato a stretto contatto con la Procura di Napoli. Nonostante i sostituti procuratori Claudio Orazio Onorati e Antonello Ardituro avessero proposto l’emissione delle misure, erano stati successivamente trasferiti alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo . Il gip di Bologna ha accettato di gestire il fascicolo, confermando la validità delle prove raccolte ma ritenendo competente la sua sezione.

La complessità del caso ha richiesto un intervento coordinato tra vari uffici giudiziari e forze dell’ordine. L’analisi delle prove e il monitoraggio delle attività delle varie cellule hanno rivelato un quadro avvilente, dove l’ideologia suprematista si propagava mediante piattaforme digitali, facilitando il reclutamento e la pianificazione di azioni.

Funzionamento dell’organizzazione

Grazie a un uso strategico del web, il gruppo era riuscito a superare le barriere geografiche, creando una rete ben connessa di individui e cellule attive in diverse località. Questa modalità di operare ha permesso loro di portare avanti progetti sovversivi anche a distanza, mantenendo alte le comunicazioni e l’organizzazione. Attraverso forum privati e canali criptati, i membri dell’organizzazione hanno potuto discutere e pianificare le proprie azioni, dalla propaganda alla radicalizzazione di nuovi adepti.

L’indagine ha messo in evidenza come il fenomeno del suprematismo non sia confinato a un’unica area geografica, mostrandosi invece come un problema globale di crescente rilevanza. La capacità di questa organizzazione di utilizzare il web per le proprie strategie operative ha sollevato interrogativi su come le autorità possano meglio contrastare tali fenomeni.

Collaborazione interforze e coordinamento nazionale

L’operazione ha visto un’ampia collaborazione tra le forze dell’ordine, inclusi la Polizia di Stato di Napoli e Bologna. Questo approccio congiunto ha dimostrato l’importanza di un lavoro di squadra nella lotta contro il terrorismo e le organizzazioni estremiste. Le procure di Napoli e Bologna hanno unito le forze sotto il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il cui obiettivo rimane quello di garantire la sicurezza nazionale e di prevenire qualsiasi forma di violenza motivata da ideologie estremistiche.

Questo caso rappresenta un tassello fondamentale nella comprensione e nel contrasto di tali culturalmente pericolose ideologie. La capacità delle autorità di collaborare a livello interregionale ha mostrato come il potere investigativo possa affrontare sfide significative, contribuendo a evitare potenziali atti di violenza.

L’indagine sull’Ordine di Hagal continua, con la speranza di disarticolare completamente la rete di suprematisti che ha cercato di minare i valori democratici e la coesione sociale nel Paese.

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