Sequestrati a Villaricca due ristoranti legati a Francesco Ferrara per un valore di 600mila euro

Sequestrati a Villaricca due ristoranti legati a Francesco Ferrara per un valore di 600mila euro

Sequestrati a Villaricca due ristoranti legati al clan Ferrara-Cacciapuoti, per un valore di 600mila euro. L’operazione mira a contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore della ristorazione.
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Sequestrati a Villaricca due ristoranti legati a Francesco Ferrara per un valore di 600mila euro - (Credit: www.ansa.it)

A Villaricca, in provincia di Napoli, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza hanno sequestrato due ristoranti riconducibili a Francesco Ferrara, un noto esponente del clan Ferrara-Cacciapuoti. Il valore commerciale dei locali si attesta attorno ai 600mila euro. Questo intervento fa parte di un ampio contesto investigativo che ha portato, lo scorso anno, all’arresto di Ferrara, attualmente detenuto a Vicenza. Il decreto di sequestro è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, rappresentata dai pubblici ministeri Maria Sepe e Simona Rossi.

Operazione di sequestro delle attività commerciali

L’operazione si è concentrata su due locali di successo, “Pacos novantapuntoventi” e “1Q84“, il primo specializzato nella ristorazione e il secondo in cucina giapponese. “Pacos novantapuntoventi presenta numeri significativi, con una media di 400 coperti nel weekend e circa 120 nei giorni feriali.” Queste cifre evidenziano una solida attività commerciale, ma l’attenzione delle autorità non è rivolta solo al successo gastronomico, bensì alla provenienza dei capitali utilizzati per l’acquisto e la gestione dei ristoranti.

Le indagini, condotte dal Gruppo di Intervento Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, hanno portato alla conclusione che i ristoranti, sebbene intestati a prestanome, sono stati finanziati grazie ai profitti generati da attività illecite legate al clan Ferrara-Cacciapuoti. Per questo motivo, le quote sociali, i patrimoni aziendali e le attività commerciali sono stati posti sotto sequestro e affidati a un amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale, per garantire la gestione legale delle imprese sequestrate.

Le indagini sul clan Ferrara-Cacciapuoti

Il clan Ferrara-Cacciapuoti è stato oggetto di un’indagine approfondita da parte della magistratura napoletana, che ha rivelato la complessità delle loro operazioni e l’organizzazione interna del gruppo malavitoso. Questo clan viene definito “bicefalo“, in quanto si compone di due famiglie: da un lato la famiglia Ferrara, dall’altro i Cacciapuoti. L’attività imprenditoriale del clan ha dimostrato un forte radicamento in diversi settori, tra cui edilizia, ristorazione, comprarvendita di prodotti alimentari e commercializzazione di idrocarburi.

Il gruppo è stato accusato di associazione mafiosa e, grazie alle indagini della DDA, i membri del clan dovranno rispondere di una serie di reati che interessano non solo la sfera criminale, ma anche quella economica. “Le operazioni illecite avrebbero danneggiato il mercato legittimo, utilizzando stratagemmi per sottrarre opportunità a imprenditori onesti.Francesco Ferrara è già stato rinviato a giudizio per i reati a lui contestati, e il sequestro dei suoi ristoranti rappresenta un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata.

Implicazioni per la comunità locale e per il settore della ristorazione

Il sequestro dei ristoranti ha suscitato una serie di reazioni nella comunità di Villaricca e nel settore della ristorazione napoletana. Le indagini e i sequestri avvenuti in questo contesto evidenziano l’impegno delle autorità nel contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico locale. “Questo tipo di operazioni non solo mira a privare i clan delle loro fonti di reddito, ma anche a restituire un’immagine di legalità e sicurezza ai cittadini e agli imprenditori onesti.

La chiusura di locali di successo, sebbene legati a realtà illecite, può avere ripercussioni sul mercato, ma segna anche un segnale positivo: la volontà delle istituzioni di ripristinare la trasparenza e la correttezza nel settore. Negli ultimi anni, l’attenzione delle forze dell’ordine verso il fenomeno della criminalità organizzata nel campo della ristorazione è cresciuta, e il sequestro di questi ristoranti ne è un chiaro esempio. La lotta contro i clan non si ferma al sequestro dei patrimoni, ma coinvolge anche la sensibilizzazione della comunità e il rafforzamento della cultura della legalità.

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