Undici anni e nove mesi di reclusione per Antonello Leonardi e otto anni e otto mesi per il fratello Salvatore, questa è la sentenza emessa dal Tribunale di Catania nel noto caso della Sicula Trasporti. Il processo nato da indagini della Guardia di Finanza nel 2020 ha portato alla luce gravi reati legati alla gestione della discarica di contrada Coda Volpe che ha avuto ripercussioni su oltre 200 Comuni siciliani.
Le accuse e le condanne degli imputati
Tra i reati ipotizzati nel processo vi sono associazione per delinquere, traffico di rifiuti, corruzione, frode nelle pubbliche forniture e getto pericoloso di cose. Nonostante la Procura avesse richiesto pene inferiori, il Tribunale ha inflitto pene più severe. Oltre ai fratelli Leonardi, sono stati condannati altri imprenditori e dipendenti legati alla Sicula Trasporti, con sanzioni che vanno da due a sette anni di reclusione.
Confische e risarcimenti
La sentenza ha disposto anche la confisca delle società coinvolte, con pesanti sanzioni pecuniarie. Sicula Trasporti, Sicula Compost, Gesac, Immobiliare Leonhouse ed Eta Service dovranno versare significative somme. Inoltre, alcuni imputati sono stati condannati a risarcire i danni alle parti civili coinvolte nel processo, tra cui i Comuni di Catania, Lentini e Carlentini, il ministero dell’Ambiente, Arpa Sicilia e l’associazione Rifiuti Zero Sicilia.
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La gestione illecita dei rifiuti e le accuse
Secondo l’accusa della Procura di Catania e delle Fiamme Gialle, i reati ricondotti agli imputati evidenziano un sistematico smaltimento illecito dei rifiuti urbani provenienti da numerosi Comuni siciliani. Si è parlato di una gestione della discarica incentrata esclusivamente sul profitto, a discapito delle normative ambientali e delle prescrizioni amministrative.
Questo processo segna una tappa importante nella lotta contro il malaffare nel settore dei rifiuti, evidenziando la necessità di una maggiore vigilanza e trasparenza nelle attività legate alla gestione ambientale.