Un’indagine partita a Napoli ha portato all’arresto di un giro illegale di compravendita di un pony, nominato giollina. L’animale era registrato con microchip e risultava di proprietà di un uomo che vive in Abruzzo. L’operazione ha coinvolto i carabinieri del nucleo CITES insieme al servizio veterinario dell’asl NA1, che hanno avviato controlli nelle proprietà private dell’agro napoletano.
Le irregolarità emerse durante i controlli veterinari
I primi sospetti sono nati quando il personale veterinario dell’asl ha individuato l’assenza della documentazione obbligatoria per il possesso dell’equide in alcune abitazioni private. Senza i documenti corrispondenti il possesso dell’animale si configura come irregolare. Questo tipo di accertamenti rientra nelle attività di controllo per la salute animale e la legalità sul territorio, con l’obiettivo di prevenire maltrattamenti e traffici illeciti.
Ulteriori verifiche hanno mostrato che il pony, identificato grazie al microchip, era stato ceduto a un soggetto noto alle forze dell’ordine per precedenti legati proprio al riciclaggio di cavalli. A questo punto, i carabinieri CITES hanno chiesto chiarimenti direttamente a quest’ultimo, affrontando una tappa cruciale per ricostruire l’intera vicenda.
Leggi anche:
La scoperta della denuncia di furto e la rete di scambi illeciti
Grazie alle informazioni raccolte e alla consultazione delle banche dati, gli inquirenti hanno individuato una denuncia di furto presentata dal proprietario originale del pony, residente in Abruzzo. Da questa pista si è aperto uno scenario più ampio: l’animale, denominato giollina, aveva subito una serie di scambi non dichiarati, in violazione delle norme vigenti.
L’indagine ha ricostruito che giollina era stata venduta ad un secondo individuo, pure residente in Abruzzo e con precedenti di polizia, per 700 euro senza alcun documento ufficiale. Questo passaggio ha confermato il meccanismo illecito messo in piedi: compravendite in nero senza alcuna garanzia sulla provenienza o sullo stato dell’animale.
Le conseguenze legali e il sequestro del pony
Alla luce delle prove accumulate, i carabinieri CITES hanno denunciato tre persone ritenute coinvolte nel furto e nei successivi passaggi di mano irregolari del pony. La posizione di ciascun soggetto è stata definita in base al ruolo svolto nella catena del traffico clandestino.
Nel frattempo, giollina è stata sequestrata e posta sotto custodia giudiziaria. L’intento è salvaguardare l’animale e poterlo restituire al legittimo proprietario dopo il completamento dell’iter giudiziario. Questo tipo di intervento mira a tutelare il benessere degli equidi e fermare le attività illegali intorno a questi animali.
Il ruolo del nucleo carabinieri CITES nella lotta al traffico di animali
Questa operazione sottolinea l’impegno del nucleo carabinieri CITES di Napoli nel bloccare traffici di animali protetti e tutelare la biodiversità locale. Il nucleo lavora continuamente per verificare la regolarità del possesso di specie animali, specialmente quelle che possono essere oggetto di furti o commercio abusivo.
Agendo su segnalazioni e controlli sul territorio, i militari contrastano fenomeni illegali che mettono a rischio animali e proprietari. Il contrasto a questo tipo di reati ha anche implicazioni ambientali, poiché proteggere specie come i pony impedisce episodi di maltrattamento, abbandono o sfruttamento illecito.
Il sequestro di giollina dimostra come i controlli mirati possano smascherare reti nascoste e fornire risposte concrete nel rispetto delle norme sulla detenzione e il commercio di animali. Il lavoro del nucleo CITES non si limita alla repressione, ma tutela anche i diritti dei proprietari onesti e la sicurezza degli animali coinvolti.