Un autolavaggio ad Asti, nascosto tra una rotatoria e un distributore di carburante, è finito sotto la lente dei controlli dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro. Quello che sembrava un esercizio commerciale come tanti, si è rivelato invece un luogo con una gestione totalmente irregolare. Oltre l’80% dei dipendenti lavorava senza contratto, senza diritti né garanzie, e l’ambiente mostrava gravi carenze dal punto di vista della sicurezza. L’attività è stata immediatamente chiusa e sono state elevate sanzioni per più di 120.000 euro.
Controlli e irregolarità emerse nell’autolavaggio di asti
L’intervento degli ispettori del lavoro ha portato alla luce una situazione preoccupante. Otto su dieci lavoratori impiegati nell’autolavaggio risultavano senza alcun tipo di contratto regolare, impiegati “in nero”. Mancavano orari definiti, turni organizzati e qualsiasi dispositivo di protezione individuale. L’attività, gestita da un cittadino egiziano, non rispettava le norme fondamentali in materia di sicurezza sul lavoro.
Mancanze negli impianti e documentazione assente
Gli ispettori hanno trovato un ambiente privo di estintori e cassette di pronto soccorso, situazioni obbligatorie per legge, come previsto dai regolamenti nazionali. Gli impianti elettrici erano irregolari, mai certificati né manutenuti regolarmente. Oltre a queste mancanze, non era presente il documento di valutazione dei rischi, che è obbligatorio per ogni attività produttiva e serve a identificare i pericoli e definire le misure di prevenzione.
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La gravità delle violazioni ha fatto scattare la sospensione immediata dell’autolavaggio, che potrà riaprire solo dopo aver regolarizzato la posizione di tutti i lavoratori e aver portato gli ambienti secondo le norme di sicurezza vigenti. Al titolare della ditta, oltre alle sanzioni amministrative, si attribuiscono reati penali legati allo sfruttamento del lavoro e all’assenza di tutela.
Lavoro nero e sicurezza mancante, un problema diffuso nel terziario urbano
Il caso di Asti non è un episodio isolato ma rappresenta un esempio di una realtà che si ripete in molte attività della città e della provincia. I carabinieri sottolineano come alcune attività, soprattutto nei settori dell’autolavaggio, della logistica, della ristorazione e di piccoli cantieri improvvisati, siano spesso al centro di sfruttamento e lavoro irregolare.
Settori a rischio e condizioni di lavoro
Queste categorie richiedono investimenti limitati e utilizzano manodopera poco qualificata, condizioni che facilitano la diffusione di infiltrazioni irregolari. Il lavoro nero cancella tutele e diritti, mentre la sicurezza diventa un elemento trascurabile o totalmente assente. Le ispezioni mirano non solo a reprimere le irregolarità ma anche a ripristinare il rispetto delle norme, fondamentali per tutelare la salute e la vita di chi lavora.
Le forze dell’ordine hanno deciso di adottare misure rigide, peraltro imposte dalla legge, come la sospensione immediata dell’attività quando si riscontrano violazioni di questo tipo. Le sanzioni amministrative sono pesanti, ma non esauriscono il seguito, visto che la documentazione raccolta è stata inviata ai magistrati per valutare eventuali responsabilità penali del titolare e di chi si occupa della gestione.
Futuri controlli e contrasto al lavoro sommerso nella provincia di asti
Le indagini su case analoghe nella provincia proseguono. I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro hanno annunciato che intensificheranno i controlli nei prossimi giorni e settimane su altre attività sospette. L’obiettivo è fermare un fenomeno radicato che ha trovato terreno fertile, soprattutto in quei comparti con meno controlli e dove operano lavoratori spesso in condizioni di vulnerabilità.
“Sotto osservazione ci sono vari autolavaggi attivi nella zona, nonché altre attività del terziario che rischiano di replicare situazioni simili.”
Il lavoro nero non riguarda solo il mancato versamento di contributi o l’evasione fiscale, ma comporta anche la negazione di diritti fondamentali per i lavoratori. Con questo tipo di attività abusive aumenta il rischio di incidenti, malattie professionali e sfruttamento.
Le ispezioni continueranno con frequenza e attenzione, per cercare di restituire dignità e sicurezza a un pezzo di economia che ha bisogno di regole chiare e di rispettarle senza deroghe. In questo contesto, la collaborazione con la magistratura diventa fondamentale per affrontare con strumenti più forti le irregolarità, fino anche ad eventuali azioni penali nei confronti di chi approfitta delle condizioni più deboli.