La questione del raddoppio della Ferrovia Roma-Pescara continua a sollevare polemiche e preoccupazioni tra i rappresentanti locali. Recenti incontri della Commissione regionale di Vigilanza hanno messo in evidenza le incertezze legate al progetto, in particolare per quanto riguarda gli impatti ambientali e i costi per la comunità . L’attenzione è rivolta alla posizione espressa dalla presidente dell’ACA, Giovanna Brandelli, la quale ha avanzato proposte che potrebbero cambiare considerevolmente il piano attuale.
Le preoccupazioni di Giovanna Brandelli
Giovanna Brandelli ha manifestato una forte perplessità riguardo la mancanza di documentazione geologica fornita da RFI, fondamentale per valutare l’impatto del progetto sul territorio. In particolare, l’assenza di dati sull’interazione con le falde acquifere solleva allarmi sulle possibili conseguenze idriche e ambientali. Nel suo intervento, Brandelli ha suggerito un bypass lungo otto chilometri, soluzione ovviamente più costosa, con una stima di spesa che si aggira tra i 25 e i 30 milioni di euro. Questa nuova proposta potrebbe sembrare un ostacolo al progetto originale, ma ha l’obiettivo di stimolare un piano alternativo da parte di RFI per la tratta da Scafa a Pratola, piano che, però, prevede la chiusura di importanti stazioni come quelle di Bussi, Piano d’Orta e Tocco da Casauria, paese d’origine del presidente Marsilio.
La reazione attesa da Marco Marsilio
Il governatore Marsilio si trova ora ad affrontare una situazione delicata e potrebbe dover rivedere le sue posizioni sull’opera, soprattutto in relazione alla possibile eliminazione della stazione di Tocco da Casauria. Il confronto tra i vari rappresentanti locali è più che mai necessario. Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e membro del PD, ha evidenziato la situazione paradossale in cui si è giunti, con la proposta che sembrerebbe rinunciare a partecipare a un dibattito approfondito sul futuro della ferrovia.
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Le varianti ignorate e le problematiche di appalto
Nel corso dei lavori della Vigilanza, è emerso che la Variante Plus, proposta dai cittadini, è stata del tutto ignorata. Questo fatto ha sollevato ulteriori critiche da parte di Di Marco, il quale ha sottolineato l’importanza di considerare le osservazioni della comunità . Ha rilevato che, mentre il lotto 2 è già stato appaltato, i progetti di fattibilità tecnica ed economica per il lotto 1 e 2 devono passare attraverso una serie di verifiche presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Dopo l’approvazione, i procedimenti dovranno affrontare anche la Conferenza dei servizi e il Comitato della VIA, sebbene con vari nodi da sciogliere.
Il ruolo della Giunta regionale e le prossime fasi
Di Marco ha chiarito che la Giunta regionale ha oscurato la Variante Plus, ritenuta non perseguibile dopo l’ingegnerizzazione del lotto. Ciò ha portato il consigliere a richiedere un accesso agli atti per comprendere i motivi della sua eliminazione. Inoltre, ha avanzato la proposta di modificare l’ordine dei lavori, partendo da Roma verso le terre marsicane, ideale che mira a massimizzare i benefici iniziali. Questa proposta sarà portata avanti anche nelle prossime sedute per incentivare un dibattito costruttivo tra le forze politiche e ponderare i costi rispetto ai vantaggi per la comunità .
Tante le questioni ancora aperte, mentre il futuro della ferrovia pende da un filo. Resteremo aggiornati sugli sviluppi di questo progetto che continua a far discutere.