Scontri a Roma: 39 denunciati e 20 identificati dopo il corteo per Ramy

Scontri a Roma: 39 denunciati e 20 identificati dopo il corteo per Ramy

Tensione a Roma dopo gli scontri del corteo “Giustizia per Ramy”, con 39 denunce e indagini in corso. Nuove mobilitazioni sono previste, evidenziando un clima di protesta crescente nella capitale.
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Scontri a Roma: 39 denunciati e 20 identificati dopo il corteo per Ramy - Gaeta.it

La tensione nella capitale è palpabile dopo gli scontri avvenuti durante il corteo “Giustizia per Ramy”, organizzato in memoria del giovane morto a Milano. A meno di una settimana dagli eventi violenti, la polizia ha tracciato un quadro preciso, identificando un ampio numero di partecipanti coinvolti nei disordini. Le autorità stanno ora dando seguito alle indagini, con l’obiettivo di garantire la sicurezza e la legalità nelle manifestazioni pubbliche.

I dettagli delle denunce e delle identificazioni

La Digos della Questura di Roma ha emesso un totale di 39 denunce a carico di manifestanti, molti dei quali si trovano in contesti legati ai collettivi studenteschi e a gruppi antagonisti. Di questi, due sono minorenni. Le accuse rivolte variano dalla manifestazione non preavvisata a violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Ogni denuncia è supportata dall’analisi di riprese video che documentano il caos esploso nel quartiere di San Lorenzo.

I reati contestati includono, tra gli altri, violenza privata e istigazione a disobbedire alle leggi, con aggravanti specifiche nei casi di alcune azioni violente. La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di precedenti penali tra molti dei denunciati, legati a manifestazioni passate. Accanto a questi, altre 20 persone sono state identificate dai carabinieri del Nucleo informativo, tramite un’indagine parallela e approfondita.

L’andamento degli scontri e le modalità

Durante il corteo, circa 250 manifestanti, tra cui membri di gruppi anarchici e del collettivo Zaum, hanno preso parte a un’azione di protesta nei pressi della stazione dei carabinieri di San Lorenzo. Gli scontri si sono intensificati con il lancio di bombe carta e oggetti contundenti contro le forze di polizia, che hanno risposto schierando un imponente dispositivo di sicurezza per contenere la situazione.

Le forze dell’ordine hanno registrato danni ai mezzi e ferimenti tra gli agenti in servizio. Ben nove agenti sono stati colpiti fisicamente durante gli scontri, il che ha portato a un forte incremento della pressione da parte delle autorità nel monitorare e controllare i futuri eventi di protesta nella città.

La posizione del collettivo Zaum e le reazioni

Dopo le accuse di violenza sollevate nei loro confronti, i membri del collettivo Zaum hanno rilasciato dichiarazioni per chiarire la loro posizione. Hanno descritto il corteo come una manifestazione di indignazione collettiva, frutto di una rabbia accumulata che non poteva più aspettare i tempi spesso lenti della giustizia.

Secondo i portavoce del collettivo, l’accusa di strumentalizzare la morte di Ramy viene respinta. Sostengono che la risposta violenta è stata una reazione spontanea a una realtà già insostenibile, piuttosto che un’azione pianificata. Queste affermazioni sono state accompagnate da una critica nei confronti della narrazione mediatica, ritenuta distorta e calamità della verità.

Prossimi eventi e nuove mobilitazioni

Mentre si sviluppa l’indagine sui recenti scontri, un nuovo evento è già in programma per domani. La Rete No ddl sicurezza ha organizzato una mobilitazione con lo slogan “100.000 luci contro il buio del regime”, portando a termine incontri in diverse città, con un appuntamento centrale a Roma.

Nel cuore della capitale, la manifestazione si svolgerà in Piazza Sant’Andrea della Valle, a pochi passi da Palazzo Madama, con attese di circa trecento partecipanti. Questo nuovo appuntamento è visto come un’ulteriore occasione di mobilitazione contro le leggi ritenute oppressive, evidenziando una continua tensione sociale e un desiderio di cambiamento.

La città di Roma si prepara così ad affrontare un altro evento carico di significato socio-politico, nel contesto di un clima caratterizzato da conflitti e proteste crescenti.

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